Condividi

Grecia, scoppia il Watergate d’Atene: “Spiati politici e giornalisti”. Lo scandalo travolge il premier Mitsotakis

Uno scandalo su intercettazioni illegali ai danni di stampa e opposizione sta scuotendo il governo conservatore di Kyriakos Mitsotakis: “Non sapevo”

Grecia, scoppia il Watergate d’Atene: “Spiati politici e giornalisti”. Lo scandalo travolge il premier Mitsotakis

Un Watergate tutto greco travolge il primo ministro Kyriakos Mitsotakis. Dopo la scoperta di una fitta rete di spionaggio da parte dei servizi segreti che avrebbero tenuto sotto controllo politici di opposizione, funzionari, giornalisti. In tutto, si parla di 14mila persone. Uno scandalo sulle intercettazioni che ha visto il capo dell’intelligence greca di Panaghiotis Kontoleon e il segretario generale del primo ministro, Grigoris Dimitriadi dimettersi nel giro di pochi minuti (cioè uno dei principali collaboratori di Mitsotakis, oltre che suo nipote), richieste di ulteriori dimissioni tra le rivelazioni di “pratiche oscure” e una crisi spionistica paragonata al Watergate americano che ha segnato la fine del presidente repubblicano Richard Nixon.

Nel paese lo scandalo sta assumendo i contorni di un grande imbarazzo per il governo, dato che dal primo giorno dopo le elezioni, l’8 luglio 2019, Mitsotakis ha modificato la legge sull’Eyp e l’ha portata sotto il suo controllo diretto. Tra gli intercettati, Nikos Androulakis, presidente del Pasok, partito all’opposizione.

Bufera sul primo ministro greco, Mitsotakis: “Non sapevo”

Dopo giorni di silenzio, il primo ministro greco – festeggiato per anni in Europa come l’enfant prodige dei conservatori – è apparso lunedì 8 agosto in tv con la coda tra le gambe negando qualsiasi coinvolgimento: “Non ne sapevo niente”, ha detto definendo l’operazione dei servizi segreti “formalmente e legalmente adeguata, ma politicamente inaccettabile”. Mitsotakis ha anche annunciato una riforma dei servizi segreti, con maggiori controllo e trasparenza.

Le spiegazioni non hanno però convinto l’opposizione e gran parte dell’opinione pubblica, anche se è ancora presto per capire se il Watergate greco segnerà la fine del governo conservatore. Bisognerà aspettare il 22 agosto, quando il Parlamento riaprirà, interrompendo la pausa estiva, proprio per ascoltare le ragioni di Mitsotakis, su richiesta dell’ex premier Alexis Tsipras.

Nel frattempo, a capo dei servizi è stato chiamato il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, Themistoklis Demiris, già Ambasciatore di Grecia a Roma.

Il Watergate greco: cosa è successo?

Circa una settimana Androulakis aveva denunciato alla Corte Suprema un “tentato” spionaggio del suo telefono cellulare tramite il malware Predator, creato da Cytrox, azienda con sede in Macedonia del Nord. Lo spyware consente di accedere sia ai messaggi che alle conversazioni del telefono intercettati, può infiltrarsi nei telefoni cellulari per estrarre dati o attivare una fotocamera o un microfono per spiare i loro proprietari.

“Non mi sarei mai aspettato che il governo greco mi spiasse usando le pratiche più oscure”, ha detto il leader dell’opposizione socialista. Un’analoga denuncia era stata poi presentata alla Corte Suprema anche da due giornalisti: il cronista finanziario Thanasis Koukakis e il giornalista investigativo Stavros Malichudis.

Kontoleon ha ammesso “errori” di gestione, ha riferito l’ufficio di Mitsokatis, il cui esecutivo ha negato di aver acquistato software per lo spionaggio. Dimitridis, invece, era stato accusato dai siti web investigativi Reporters United e Inside Story di essere coinvolto nello spionaggio dei due giornalisti. Dimitriadis ha minacciato di citare in giudizio Reporters United e il quotidiano di sinistra Efsyn se non rimuoveranno gli articoli scritti a riguardo.

Commenta