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Grecia, euro e Bund schiacciano i listini

Ancora niente accordo fra il governo Tsipras e i creditori: Borse deboli – L’Euro decolla e le tensioni sulle valute pesano in particolare sui titoli del lusso, ma il crollo peggiore a Milano è quello di Saipem, bersagliata dopo le indiscrezioni su un aumento di capitale – Telecom Italia fra le poche azioni positive: fissato il prezzo di Ipo per Inwit.

Grecia, euro e Bund schiacciano i listini

Continua il volo dell’euro e dei rendimenti dei titoli pubblici dell’Eurozona. Intanto continua, tra alti e bassi, l’incertezza sul fronte della Grecia a sole ventiquattr’ore dalla scadenza della rata del prestito Fmi ad Atene.

La miscela si traduce in un pesante arretramento per i listini azionari. A Milano l’indice Ftse Mib cala dell’1,38% a quota 23.238. Più marcato il ribasso di Parigi (-2,01%) e di Francoforte (-1,52%). Madrid -1,28%. Fuori dall’Eurozona, Londra -1,54%, Zurigo -1,05%. 

I segnali più robusti arrivano dal mercato monetario e dalle valute. Continua il rally dell’euro: la moneta europea passa di mano a 1,13403 dollari, il cross euro/yen a 140,59, vicino al top da 5 mesi. La moneta europea sale, inoltre, ai massimi da quattro settimane sulla sterlina e al top da due mesi e mezzo sul franco svizzero a quota 1,0550.

Il rendimento del Bund decennale tedesco è ora allo 0,945% ma è salito fino all’1%. Su anche quello del Btp, prima al 2,28% e ora al 2,20% con lo spread a 125 punti base e quello del Bono al 2,15% con il differenziale a 121 punti base. 

Le tensioni sulle valute pesano in particolare sui titoli del lusso. Arretra Luxottica (-1,9%), una delle società più sensibili alla forza del dollaro perché produce in euro ed è molto presente sul mercato statunitense. Giù anche Tod’s (-1,45%) e Ferragamo (-1%).

Si profila, secondo Mediobanca Securities, un altro trimestre debole per Prada (-1,36% stamane ad Hong Kong). I conti, in uscita il 12 giugno dovrebbero segnalare ricavi a 804,5 mln di euro (+3,4% su base annua), Ebitda in contrazione del 19% a 173 milioni e un utile netto in calo del 37% a 66,3 milioni. 

Ma più di tutti è sotto pressione stamane Saipem (-7,84%). Il mercato reagisce alle indiscrezioni su un possibile aumento di capitale abbastanza forte da abbattere il debito (6 miliardi di euro lordi o 4,6 miliardi netti a fine 2014), preliminare al deconsolidamento dai conti Eni (-1,47%). 

Pochi titoli sfuggono al ribasso generalizzato. Tra questi Telecom Italia (+0,26%): Equita conferma il rating buy e il target price a 1,25 dopo le parole di Gervais Pellissier, responsabile delle operazioni europee di Orange che, dopo aver previsto una stagione di M&A in Europa, ha detto che il gruppo francese può essere interessato a Kpn, Belgacom e appunto all’ex incumbent italiano.

“Sottoscriviamo pienamente il concetto dell’inarrestabile consolidamento che produrrà deal M&A con ritmo incessante – scrive oggi Equita –. Telecom Italia, in quanto public company con forti posizionamenti di mercato e risultati in progresso, associa ai buoni fondamentali anche appeal speculativo che potrebbe essere esaltato dall’imminente evoluzione dell’azionariato con Vivendi, primo azionista ma potenzialmente venditrice di medio periodo”.

E’ stato fissato intanto il prezzo di offerta dell’Ipo di Inwit: da un minimo di 1.950 milioni di euro a un massimo vincolante di 2.340 milioni, pari ad un minimo di 3,25 e un massimo di 3,90 euro per azione.

Deboli le banche: Intesa -1%, Monte Paschi -1,3%, Unicredit -0,9%. Pirelli +0,26%, invariata Ansaldo Sts. Fiat Chrysler perde lo 0,84%. 

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