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Grandi manovre sui dazi, Borse in stress. Ronaldo spinge la Juve

Le nuove incognite sulla guerra commerciale colpiscono l’auto e rischiano di annullare l’effetto positivo della pace tedesca. Borse cinesi in discesa mentre si cerca un accordo tra Ue e Usa. Riprende la corsa del petrolio.

Grandi manovre sui dazi, Borse in stress. Ronaldo spinge la Juve

La Cina ha offerto all’Unione Europea il pieno accesso al mercato finanziario del Celeste Impero in risposta alla stretta sui commerci di Washington. Bruxelles ha risposto di no, per ora. Il presidente Ue Jean-Claude Juncker ha invece assunto l’iniziativa di proporre un mini-accordo tra i produttori di auto, sia europei che americani ed asiatici, per convincere Donald Trump a dare vita ad un mini-accordo doganale sulle quattro ruote che scongiuri una grande guerra delle tariffe.

Intanto, si profila un nuovo, drammatico sviluppo sul fronte dei migranti. L’Austria minaccia di chiudere le frontiere dopo le misure concordate in Germania tra Angela Merkel e la Csu.

Insomma, la festa americana del 4 luglio, si apre in un clima di cautela che coinvolge tutti i listini oggi in attività.

PECHINO DIFENDE LO YUAN, SANZIONI USA SUI CHIP

Continua la discesa delle Borse cinesi, su cui pesa la minaccia di Washington di imporre già domani dazi del 25% su 818 prodotti, tra cui le auto. L’indice Csi di Shanghai e Shenzhen (-1,5%) arretra a nuovi minimi, Hong Kong perde l’1,1%, trascinando all’ingiù il resto della regione, compresa la Borsa giapponese (-0,9%). La guerra dei dazi ha colpito a Taiwan Micron Technology: -5,5% dopo il veto alzato dagli Usa a vendere i suoi chip alle aziende cinesi.

L’intervento del governatore della banca centrale di Pechino, Yi Gang, ha fermato l’emorragia dello yuan, risalito stamane a 6,629 sul dollaro. Yi ha giustificato il calo della divisa con la presenza di un “dollaro forte e l’incertezza internazionale”, assicurando i mercati che lo yuan che lo Yuan verrà mantenuto stabile su questi livelli. In altre parole, il deprezzamento è giustificato dal quadro macro e internazionale, e non costituisce una rappresaglia contro i dazi.

NUOVI GUAI IN VISTA PER FACEBOOK

Seduta breve ieri a Wall Street che ha chiuso i battenti alle 13, ora di New York.

Il Dow Jones ha chiuso in calo dello 0,54%, l’S&P 500 dello 0,49% e il Nasdaq dello 0,86%.

In frenata i titoli tecnologici: Facebook -2,3% dopo l’apertura in Usa di un nuovo filone di inchiesta sui furti di identità praticati da Cambridge Analytica.

Nuovo tonfo di Tesla (-7,2%): il mercato continua a dubitare della capacità dell’azienda di assicurare i livelli di produzione promessi per il Modello 3.

RIPRENDE LA CORSA DEL PETROLIO. ENI +2,3%

Risale il petrolio sostenuto dal calo delle riserve Usa. Il Brent sale sopra la barriera dei 78 dollari. Il greggio Usa tratta a 74,58 dollari dopo aver superato nel corso della seduta i 75 dollari, un muro mai varcato negli ultimi tre anni.

Sale Chevron (+1,3%). A Piazza Affari avanza Eni (+2,3%) sull’onda della fusione tra Eni Norge e l’indipendente Point Resources. La nuova società, nella quale la compagnia petrolifera italiana avrà il 70%, produrrà 180.000 barili di petrolio al giorno quest’anno.

IL PESO MESSICANO PRENDE IL VOLO. EURO A 1,1665

Sul fronte valutario tiene l’euro a 1,1665. Da segnalare il balzo in avanti del peso messicano (+2,6%) ai massimi da oltre due anni, in reazione alla nomina del presidente Obrador.

MILANO, LISTINO LEADER. IN VISTA PARTENZA CAUTA

Spunta un pallido sole sui cieli di Berlino e le Borse europee ne hanno approfittato. Nessuno, però, si fa illusioni: le crepe provocate dalla questione migranti non sono state riparate, specie nei confronti dell’Austria che minaccia la chiusura della frontiera italiana: l’apertura dei mercati è vista stamane in calo in tutto il Vecchio Continente.

Sul fronte interno, gli operatori hanno apprezzato le parole del ministro Giovanni Tria in Parlamento, molto meno il decreto Dignità partorito da Luigi Di Maio: sembra finita la luna di miele tra il leader pentastellato e gli imprenditori.

Piazza Affari si è rivelata la migliore (+1,57%, 21.784 punti), anche grazie alle banche ben intonate. L’indice è tornato ai livelli di inizio anno azzerando le perdite.

Rientrano in parte i guadagni della Borsa di Francoforte: +0,9% da un massimo di +1,4%, prima che si palesassero nuovi difficoltà nella maggioranza.

In terreno positivo gli altri listini europei: Parigi +0,76%, Madrid +1,12%, Londra +0,81% e Zurigo +1,09%.

TRIA ESCLUDE MANOVRE CORRETTIVE

Il governo esclude una manovra correttiva nel 2018 e annuncia un confronto con la Commissione europea per rivedere al rialzo il rapporto deficit/Pil del 2019, senza compromettere la dinamica discendente del saldo strutturale. Lo dice il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, illustrando alle Camere le linee d’azione del suo dicastero.

“Non è intenzione del governo adottare alcuna misura correttiva in corso d’anno”, ha detto Tria spiegando che l’andamento del fabbisogno nel primo semestre è “in linea se non migliore” di quanto previsto dal precedente esecutivo, che nel Def ha stimato un indebitamento tendenziale all’1,6% del Pil per l’intero 2018. Raggiungere un rapporto deficit/Pil pari allo 0,8% nel 2019, come stima il Documento di economia e finanza, implica invece “un aggiustamento troppo drastico” e l’esecutivo, prosegue Tria, non ritiene “utile adottare politiche pesantemente pro cicliche perché ci sono rischi per una moderata revisione al ribasso della stima per il 2018”.

PRAET: L’INFLAZIONE RIPRENDERÀ ANCHE DOPO IL QE

Peter Praet, economista capo della Banca centrale europea, è ottimista sulla prospettiva che la ripresa dell’inflazione nella zona euro prosegua anche dopo la chiusura del programma degli acquisti Qe. “La forza sottostante dell’economia della zona euro, unitamente ad aspettative ben ancorate sull’inflazione nel lungo termine, ci rende fiduciosi sul fatto che il processo di convergenza dell’inflazione verso il target Bce possa proseguire”.

LO SPREAD CHIUDE A 236 PUNTI

Peggiora nel pomeriggio il secondario italiano, che termina poco sopra i minimi di seduta con lo spread che arriva a un soffio da 240 punti base.

Complice la pausa odierna dei mercati Usa per l’Independence Day, sul mercato ha prevalso un clima poco propenso al rischio: dopo una flessione sotto i 230 centesimi, la forbice di rendimento Btp/Bund sul decennale si è attestata in chiusura a 236 centesimi con una punta a 238,5.

INTESA E UNICREDIT PREMIATE DA MORGAN STANLEY

A guidare il rialzo di Piazza Affari sono state le banche. L’indice di settore chiude in progresso del 2,3% a fronte di un più modesto 0,7% del comparto europeo.

Morgan Stanley ha riavviato la copertura su Intesa (+2,1%, giudizio Equalweight) . Su Unicredit (+2,9%, overweight) il broker ha contemporaneamente abbassato il target price sul titolo portandolo a 19 euro da 21 euro, ovvero con un potenziale upside del titolo del 32%.

SALE BPM IN ATTESA DELL’ASTA SULLE SOFFERENZE, UBI ASSUME

Banco Bpm (+1,8%) continua a beneficiare delle attese di ulteriore accelerazione del piano di derisking del gruppo. L’asta sulle sofferenze dovrebbe tenersi nella prima parte di luglio. La banca valuterà quanti crediti cedere, in funzione delle offerte ricevute, si va da un minimo di 3,5 miliardi di euro a circa 8 miliardi di euro, in caso di condizioni molto vantaggiose. Nella migliore delle ipotesi, Banco BPM potrebbe cedere tutte le sofferenze, pari a circa 9,5 miliardi.

Il titolo, dopo esser salito sui massimi del periodo (2,6415 euro) ha frenato nel finale. Ma risulta quasi in parità rispetto ad inizio 2018, un anno che si sta rivelando molto volatile. A fine maggio perdeva il -20%, a fine febbraio guadagnava il +20%.

Ubi Banca +1,1% assumerà, nel corso del 2018, oltre 330 persone per sostenere l’innovazione digitale e i nuovi modelli di servizio alla clientela.

Fuori dal paniere principale Carige ha messo a segno un +6,3%.

Generali gira in rialzo dopo una partenza debole e termina in guadagno di un punto. Stamattina ha pesato la decisione presa da Credit Suisse di abbassare la raccomandazione a Underperform da Neutral. Target ridotto a 14 euro da 16,50 euro.

WIND 3 DÀ UNA MANO A TIM (+3,3%)

Tim (+3,3%) è stato il titolo migliore di ieri. La società ha anche firmato un accordo strategico pluriennale con i fornitori che, secondo quanto dichiarato dall’Ad, Amos Genish, “permetterà sia a Tim sia ai player del settore di poter identificare la strategia industriale migliore per il breve e per il lungo termine.

Ma all’origine del rialzo ci sono soprattutto i multipli registrati per la cessione della quota di Veon in Wind 3: i cinesi di CK Hutchison hanno il 50% per 2,4 miliardi di euro.

Prysmian, sotto aumento di capitale, guadagna il 3,9%.

DENARO SU LEONARDO E FINMECCANICA

Denaro su Leonardo (+2,7%), che ha siglato con il ministero della Difesa britannico un contratto di 5 anni per i sistemi di simulazione.

Fincantieri rimbalza del 4%. L’ad Giuseppe Bono ha spiegato che la società ha lavoro assicurato per i prossimi dieci anni, mentre l’accordo su Stx France, in via di chiusura, offre la possibilità di aumentare ancora la capacità produttiva.

Fiat Chrysler (-0,2%) ha chiuso giugno in Italia con un calo delle immatricolazioni del 19,2%, a fronte del -7,2% del mercato auto. Situazione opposta oltre Oceano. In Usa sono state vendute a giugno 202.264 veicoli con un rialzo dell’8% rispetto al giugno del 2017. Le vendite sono state trainate da Jeep, che ha visto un +19% a 86.989 unità, Ram (+6%) e Dodge (+9%).

BALZO IN AVANTI DI JUVENTUS SPINTA DALL’EFFETTO CR7

Nella scuderia Exor i riflettori sulla scena internazionale sono concentrati sulla Juventus, +3,60% sulla spinta di una voce clamorosa: Cristiano Ronaldo potrebbe indossare la maglia bianconera nella prossima stagione.

Ancora note negative da Mediaset che dopo il -3,65% di ieri cede un altro 2,6%. Oggi si terrà A Montecarlo la presentazione della nuova stagione.

PROSEGUE LA FRANA DI RECORDATI, BOOM DI MAIRE

Prosegue anche la caduta di Recordati, che lascia sul terreno quasi il 4% a 28,63 euro, avvicinandosi al prezzo dell’Opa (28 euro) che Cvc Capital Partners lancerà dopo l’acquisizione del 51,8%.

Da segnalare il balzo di Maire (+4,19%): il gruppo ha firmato un accordo preliminare con Carbon Holdings per la realizzazione di unità di polietilene da realizzare presso il Complesso Petrolchimico egiziano ad Ain Sokhna.

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