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Governo: venerdì un decreto per le Regioni

Il provvedimento risolverà un problema di natura contabile – Si avvicina l’intesa sulla legge di Stabilità, in particolare per quanto riguarda i fondi alla Sanità – Fiduciosi Chiamparino e Lorenzin, critici Maroni, Toti e Zaia.

Governo: venerdì un decreto per le Regioni

Venerdì avremo un consiglio dei ministri che varerà il decreto che risolverà un problema di natura contabile delle Regioni“. Lo ha annunciato ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, dopo il confronto di ieri fra Governo e Regioni sulla legge di Stabilità. “La prossima settimana invece, forse venerdì – ha aggiunto De Vincenti -, il consiglio dei ministri varerà un decreto che conterrà alcune misure e alcune risorse riguardo temi importanti, come il risanamento di Bagnoli, della terra dei fuochi, come dare un futuro al lascito dell’Expo per farne un’area aggregatore di iniziative culturali nello spirito dell’Expo, e interventi di rafforzamento dell’azione del commissario per Roma, della Regione e del prefetto Gabrielli di tutti i soggetti che sono chiamati ad organizzare al meglio il Giubileo”.

Il presidente della delegazione di governatori delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha dato una “valutazione positiva” dell’incontro di ieri, “per la tempestività e perché è stata stabilita un’intesa di percorso e di merito che ci può portare a condividere la legge di stabilità”. Rimangono però “due i problemi” da risolvere: i 4,2 miliardi di tagli che derivano dal pregresso (“due miliardi incidono per il minor aumento del fondo sanitario, il resto insiste sugli altri comparti”), mentre “il secondo tema è la sanità: è previsto un aumento di un miliardo (del Fondo sanitario nazionale, ndr), ma i conti dicono che il costo complessivo da coprire è di 2 miliardi tra contratti, farmaci innovativi, Lea (livelli essenziali di assistenza)”.

Chiamparino non esclude che possa esserci un aumento dei fondi stanziati in corso d’opera: “Abbiamo definito una deadline per capire le possibili novità alla luce di un lavoro che sarà fondamentale, visto che tra l’altro si occuperà anche di centralizzazione degli acquisti, soprattutto per capire le ricadute finanziarie di questo lavoro e quindi capire se il miliardo mancante può essere implementato nel 2016 o se si possono fare interventi sulla pluriennalità”.

Soddisfatta il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: “E’ stato un incontro estremamente positivo – ha detto -, abbiamo condiviso tutti insieme il metodo che è il patto della salute. Ci sono 1,3 miliardi in più rispetto allo scorso anno, dobbiamo fare in modo che possa produrre valore e che le Regioni possano utilizzare questi soldi nel modo migliore. Il metodo intrapreso questa sera ci consentirà tra un anno di fare un bilancio interessante per capire com’è andata, anche sui profili pluriennali. Ad esempio potremmo liberare risorse e tra qualche mese si potrebbero vedere gli effetti, ad esempio, sulle persone in cura per l’epatite C”.

Di diverso avviso il governatore della Lombardia, Roberto Maroni: “Aria fritta, le solite promesse ripetute. Abbiamo chiesto di aumentare il fondo che è stato ridotto, ci hanno detto di no. Abbiamo chiesto di attuare i costi standard, ci hanno detto che si farà un tavolo che forse nel 2016 porterà a qualche risultato. Quindi per parte mia per parte nostra assoluta insoddisfazione”. Critici anche Giovanni Toti e Luca Zaia che rispondono alla battuta “con le Regioni ci divertiamo” pronunciata nei giorni scorsi da Renzi.  “Grandi risate non ce ne siamo fatte”, dice Toti. “Non ci siamo assolutamente divertiti anche perché parliamo della salute dei cittadini”, afferma Zaia.

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