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Governo Renzi, totoministri: fuori Barca, avanza Bernabè ma il nodo è l’Economia

Per il Tesoro ancora in corsa, dopo l’auto-esclusione di Barca, bruciato da uno scherzo telefonico, Lucrezia Reichlin, Guido Tabellini e Carlo Padoan ma si pensa a un politico – Per lo Sviluppo economico derby tra Bernabè e Moretti – Renzi dovrà però trovare anche un compromesso con il Nuovo centrodestra di Alfano ma dice: “Sui ministri ho le idee chiare”.

Governo Renzi, totoministri: fuori Barca, avanza Bernabè ma il nodo è l’Economia

La squadra di Governo sarà pronta entro questa settimana, ma le giornate di oggi e domani saranno dedicate in primo luogo a consultazioni e programma. Questa la tabella di marcia che trapela dallo staff del segretario Pd Matteo Renzi, incaricato ieri dal Capo dello Stato di formare il nuovo Esecutivo. Prima i programmi, dunque, ma sui ministri il premier incarico assicura: “Ho le idee chiare”.

Nella scacchiera del totoministri, la casella più complicata da assegnare è quella del Tesoro. Non è ancora chiaro se l’obiettivo sia continuare lungo la strada dei tecnici o piuttosto sterzare verso una personalità politica di alto profilo, come discretamente suggerisce anche il Quirinale. 

Per ora, l’unica certezza è che Fabrizio Barca non sarà della partita. Ieri l’ex ministro della Coesione territoriale sotto il governo Monti è caduto vittima di uno scherzo architettato dalla trasmissione di Radio 24 “La Zanzara”. Al telefono con un imitatore di Nichi Vendola, Barca ha parlato in via confidenziale con quello che credeva essere il leader di Sel: “Attraverso un giornalista – ha detto –, ricevo continue pressioni da Carlo De Benedetti per il ministero dell’Economia. Ma io non ci penso proprio”. Queste affermazioni sono state poi smentite dall’editore de La Repubblica e Barca ha espresso rammarico. 

Fra gli altri nomi in circolazione per Via XX Settembre, i più accreditati sembrano quelli di Lucrezia Reichlin, Guido Tabellini e Carlo Padoan (da poco nominato alla presidenza dell’Istat). Resta però in corsa anche Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del board Bce. Intanto, però, l’ipotesi politica guadagna terreno.

Quanto al dicastero dello Sviluppo economico, dopo il prevedibile rifiuto di Andrea Guerra, amministratore delegato di Luxottica, avanza la candidatura di Franco Bernabè, ex numero uno di Telecom Italia e di Eni (che però è accreditato anche per l’Economia). In lizza anche Mauro Moretti, pur essendo fresco di rinnovo alla carica di ad delle Fs.

Lungo la strada che porterà al nuovo Governo, inoltre, Renzi dovrà trovare un compromesso con il Nuovo Centrodestra, che vuole conservare tre poltrone di peso nel nuovo Esecutivo. Angelino Alfano potrebbe rimanere al Viminale (ma chiede anche la delega alle Riforme), mentre i suoi colleghi di partito Maurizio Lupi e Beatrice Lorenzin dovrebbero continuare a presiedere rispettivamente le Infrastrutture e la Sanità. Attesa anche la conferma di Emma Bonino agli Esteri. 

Tito Boeri, Guglielmo Epifani e Pietro Ichino si contendono il ministero del Welfare, mentre Gaetano Quagliariello dovrebbe essere sostituito da Maria Elena Boschi alle Riforme e Livia Pomodoro potrebbe prendere il posto di Anna Maria Cancellieri alla Giustizia. 

La situazione è ancora più che mai fluida e probabilmente le consultazioni di questi giorni saranno decisive per le scelte finali. Oggi, a partire dalle 10, Renzi incontra a Montecitorio i rappresentanti dei partiti minori. Dalle 16.15 sarà la volta di Scelta civica, seguita alle 18 da Sel e alle 19 da Ncd. Domani mattina, sempre dalle 10, il Premier incaricato riceverà prima la delegazione di Forza Italia, guidata da Silvio Berlusconi, poi quella del Partito democratico. Il Movimento 5 Stelle non ha ancora deciso se prendere parte o meno alle consultazioni. 

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