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Golf, la rivincita di Oosthuizen: il sudafricano primo al Malaysian Open

Il sudafricano vince a Kuala Lumpur – Settimo Matteo Manassero (-9), che vinse il torneo lo scorso anno – Molto bene lo scozzese Gallacher (-12), lo spagnolo Cabrera-Bello (-12), l’inglese Willet (-12) e l’americano Lipsky (-12) – Chapò per il francese Wattel che si è autodenunciato all’arbitro perché il vento aveva mosso di pochi millimetri la palla.

Golf, la rivincita di Oosthuizen: il sudafricano primo al Malaysian Open

A una settimana dal Masters, perso per un colpo alla seconda buca di spareggio, Louis Oosthuizen si prende una rivincita e arriva primo al Malaysian Open, a Kuala Lumpur, torneo dell’European Tour vinto lo scorso anno da Matteo Manassero. Il golden boy italiano, 19 anni la settimana prossima (il 19 aprile), ha centrato comunque la top ten, piazzandosi settimo con -9, dopo quattro giorni di incredibili alti e bassi, 72 buche nelle quali è riuscito a infilare 21 birdie e un eagle, ma anche 12 bogey e un doppio bogey. Una stagione promettente per Manassero, reduce da un secondo e un sesto posto negli ultimi tre tornei.

Oosthuizen questo week end non ha lasciato spazio a chicchessia e ha chiuso con uno splendido -17 dopo quattro giornate sempre sotto il par. Il sudafricano appare davvero in forma smagliante, la forza dei nervi distesi: calmo e sorridente, con uno swing perfetto e un putt solido. In questo momento Oosthuizen, 29 anni, è secondo dietro a Rory McIloroy nel Race to Dobay, la classifica del Tour europeo e dovrebbe aver scalato parecchie posizioni del Ranking mondiale, avvicinandosi ai primi dieci in classifica. Louis, o meglio Shreek per gli amici, per quei denti un po’ distanti che rendono simpatico il suo frequente sorriso, sembra al momento uno dei giocatori più in forma al mondo. Il suo swing viene fuori dall’eccellente scuola sudafricana, che annovera l’altro giovane campione Charl Shwartzel, 28 anni, nono nel Race to Dubai, dodicesimo nel World ranking, terzo con -12 al torneo della Malesia.

Entrambi hanno già vinto un major, entrambi sono diventati dei fuoriclasse grazie agli aiuti e alla scuola fondata da Ernie Els, il connazionale fuoriclasse che è stato per anni in vetta alle classifiche del mondo. Lo stile di gioco dei sudafricani è superlativo, anche sotto il profilo dell’etichetta, difficile vedere una sbavatura nel loro comportamento. Una qualità nel golf, anche se le telecamere amano spiare le reazioni scomposte dei campioni e il pubblico viene trascinato di più da chi lascia trasparire le proprie emozioni. Un altro maestro di aplomb, l’inglese Luke Donald, primo ad aver vinto lo scorso anno sia la classifica europea che quella americana, non è infatti molto amato negli Usa. Donald invece è un fantastico campione, ma non si può negare che stia soffrendo la pressione del tour statunitense, dove ha deciso di giocare: anche questa settimana il numero uno al mondo sta andando piuttosto male nel torneo in corso a Hilton Head in South Carolina e la sua leadership mondiale è di nuovo a rischio.

In Malesia invece si sono comportati molto bene lo scozzese Stephen Gallacher (-12), lo spagnolo Rapael Cabrera-Bello (-12), l’inglese Danny Willet (-12) e l’americano David Lipsky (-12), quest’ultimo in particolare dall’”alto” dei suoi 24 anni ha mostrato un bel golf, preciso e promettente. Da segnalare il -9, a pari merito con Manassero, del tedesco Martin Kaymer, che ha perso tre colpi nelle ultime tre buche, probabilmente provato dal terribile caldo e dal tasso di umidità di Kuala Lumpur (il gioco è stato sospeso più volte per pioggia e molti giocatori hanno dovuto fare 27 buche in un giorno).

Ottimo il comportamento in campo del francese Romain Wattel, anch’egli a -9. Un esempio per i dilettanti e gli spettatori di tutto il mondo: al par tre della buca 15 Wattel era sulla palla per giocare il suo putt, quando si è fermato, ha chiamato l’arbitro e si è “autodenunciato” perché il vento aveva mosso di pochi millimetri la palla mentre lui era già in posizione di tiro. Nessuna responsabilità diretta nel fatto, ma un colpo di penalità, secondo le inflessibili (e a volte ingiuste) regole del golf. Nessuno se n’era accorto, le telecamere non sono state in grado di catturare quel piccolo movimento, ma Wattel che aveva gli occhi perpendicolari alla pallina lo ha visto e lo ha dichiarato. Chapò: questo è il golf. 

Quarantasettesima posizione infine per l’altro italiano in campo: Lorenzo Gagli (totale di -1), che era partito alla grande nelle prime giornate e poi si è perso un po’ per strada.

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