Condividi

Goldman, referendum: rischi per banche

Goldman Sachs assegna il 40% di probabilità di successo del No, numero inferiore a quello suggerito dai sondaggi, ma comunque molto elevato – La vittoria del No rappresenterebbe una battuta d’arresto nel cammino delle riforme e ridurrebbe le possibilità di ricapitalizzazione di mercato delle banche.

La vittoria del No al referendum costituzionale che si terrà tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre potrebbe avere ripercussioni non solo sulla politica, ma anche sulle banche.

Goldman Sachs assegna il 40% di probabilità di successo del No, numero inferiore a quello suggerito dai sondaggi, ma comunque molto elevato. In base all’analisi degli esperti dell’istituto americano, nel caso in cui prevalessero i voti contrari alla riforma, il rischio che l’Italia vada ad elezioni anticipate non è molto alto, ma rappresenterebbe comunque una battuta d’arresto per il cammino delle riforme di cui il Paese ha bisogno per la crescita. In scia, si ridurrebbero anche le possibilità di ricapitalizzazione di mercato delle banche italiane più deboli, a partire da Mps. Problemi minori si riscontrerebbero invece per i titoli di Stato, sostenuti dal bazooka di Mario Draghi.

Secondo le previsioni di Goldman Sachs, il referendum verrà fissato il 20 o il 27 novembre. Una vittoria del Sì dovrebbe portare all’adozione di riforme strutturali più incisive. Se dovesse vincere il No invece e Renzi decidesse di dimettersi come precedentemente annunciato, gli analisti prevedono che il presidente Mattarella faciliti un rimpasto di Governo, con un allargamento della maggioranza.

Commenta