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Golden rule, Upb: per l’Italia potrebbe valere fra il 3,8 e il 5,4% di crescita aggiuntiva entro il 2030

L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha formulato due ipotesi di investimenti associati alla golden rule: in entrambi i casi, il beneficio in termini di crescita sarebbe rilevante

Golden rule, Upb: per l’Italia potrebbe valere fra il 3,8 e il 5,4% di crescita aggiuntiva entro il 2030

L’introduzione di una golden rule europea potrebbe valere per il Pil italiano una crescita aggiuntiva compresa fra il 3,8 e il 5,4% entro il 2030. Lo ha detto Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, durante un’audizione in commissione Bilancio alla Camera sulla comunicazione della Commissione europea dal titolo “L’economia dell’UE dopo la COVID-19: implicazioni per la governance economica”.

Cos’è la golden rule

Per golden rule si intende la possibilità di ricorrere a un maggior indebitamento pubblico per finanziare spese con ricadute di lungo periodo (come la transizione climatica e la trasformazione digitale) o beni pubblici europei (ricerca e innovazione, difesa, sicurezza, autonomia energetica, stabilità finanziaria). Si tratterebbe, in sostanza, di una deroga alle regole europee su deficit e debito pubblico.

Perché serve

La goldern rule è una delle principali novità che potrebbero essere introdotte con la riforma del Patto di Stabilità e crescita. Al momento, infatti, le norme di bilancio europee sono sospese per far fronte alla pandemia, ma è opinione diffusa che, se tornassero in vigore senza correzioni, imporrebbero pesanti manovre di austerità che non solo bloccherebbero la ripresa, ma rischierebbero anche di riportare l’Europa in recessione.

Le simulazioni dell’Upb sulla golden rule

L’Ufficio parlamentare di bilancio ha formulato due ipotesi di investimenti associati alla golden rule: nel primo caso la deroga riguarderebbe tutti gli investimenti pubblici; nel secondo, invece, il maggiore indebitamento sarebbe concesso solo per gli investimenti a maggiore impatto in termini di moltiplicatore, come, ad esempio, gli investimenti pubblici in energia rinnovabile.

Secondo l’Upb, tutte e due le ipotesi produrrebbero benefici rilevanti in termini di crescita. Nel primo scenario, infatti, il Pil reale sarebbe nel 2030 più elevato del 3,8% rispetto allo scenario base; nel secondo caso, invece, il Pil reale sarebbe superiore del 5,4%.

Inoltre, l’impatto risulterebbe favorevole anche sulla riduzione del debito in rapporto al Pil. “Una golden rule ben congegnata – chiosa l’Upb – potrebbe consentire di coniugare meglio un percorso di consolidamento del debito con la crescita”.

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