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Goji, peperoncini, olive: attenti alla provenienza, possono essere contaminati

Una black list dei prodotti importati che arrivano sulle tavole degli italiani. Si pensa di mangiare cibi salutari e invece sono fortemente contaminati. L’ELENCO DI CIBI MAGGIORMENTE INQUINATI CON IL PAESE DI PROVENIENZA E LE SOSTANZE NOCIVE USATE IN AGRICOLTURA

Goji, peperoncini, olive: attenti alla provenienza, possono essere contaminati

Non sempre i cibi salutari, elogiati per alto contenuto di vitamina C, di antiossidanti, di antociani, di vitamine benefiche per il nostro organismo, sono effettivamente tali. Dipende dalla loro provenienza. In alcuni casi possono essere un pericolo per chi li assume pensando di introdurre principi nutrizionali benefici nella dieta alimentare. L’allarme viene lanciato dalla Coldiretti sulla base degli ultimi rapporti elaborati dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sui Residui dei Fitosanitari in Europa e dal Ministero della Salute sul “Controllo ufficiale sui residui dei prodotti fitosanitari degli alimenti.”

Un campione sui cinque (20%) è risultato, infatti, irregolare per la presenza di residui chimici. Sotto accusa i peperoncini piccanti provenienti da Repubblica Dominicana e dall’India come le bacche di Goji provenienti dalla Cina ed il riso dal Pakistan.

E’ una black list preoccupante per gli elevati livelli di contaminazione quella dei dieci prodotti più contaminati. Nell’ordine al primo posto come si è detto sono i peperoncini piccanti provenienti da Repubblica Dominicana e India seguiti dalle bacche di Goji provenienti dalla Cina e dal riso dal Pakistan. Seguono quindi le melagrane dalla Turchia con un quasi un campione irregolare su dieci (9,1%), il tè dalla Cina, l’okra (o gombo) dalle sembianze di una piccola zucchina importata dall’India, il dragon fruit proveniente dall’Indonesia dall’aspetto particolarmente decorativo, i fagioli secchi provenienti dal Brasile ed i peperoni dolci e le olive da tavola provenienti dall’Egitto che godono peraltro di un regime agevolato a dazio zero da parte dell’Unione Europea.

Okra Foto di Rinki Lohia da Pixabay
Okra Foto di Rinki Lohia da Pixabay

 Si tratta di prodotti arrivati in Italia con elevati livelli di irregolarità perché contaminati dalla presenza di insetticidi, che – sottolinea la Coldiretti – spesso non sono neanche più ammessi dalla legislazione nazionale ed europea, come avviene nel caso di Dicofol, Acephate, Permethrin, Chlorfenapyr, Methamidophos riscontrati nei peperoncini, del Tricyclazole nel riso dal Pakistan, dell’Isoprothiolane negli esotici dragon fruit e di Fenpropimorph, Procymidone, Propoxur, Methamidophos nei fagioli secchi brasiliani.

 Non si tratta tuttavia di casi isolati poiché dai risultati delle analisi risulta che i prodotti alimentari importati in Italia, con l’1,9% di campioni esaminati irregolari, sono ben 3 volte più pericolosi dei prodotti di origine nazionale per i quali solo lo 0,6% dei prelievi è risultato non conforme ai limiti di legge consentiti. La situazione è ancora più rischiosa per quelli di origine extracomunitaria per i quali la percentuale di irregolarità secondo l’Efsa sale al 5,8%, ben otto volte superiore ai prodotti Made in Italy.

Olive da tavola Foto di andreaegger da Pixabay
Olive da tavola Foto di andreaegger da Pixabay

Un aiuto ai consumatori viene dall’obbligo di indicare il Paese di origine in etichetta che è in vigore per la maggioranza degli alimenti in vendita, dalla frutta alla verdura fresca, dalla pasta al riso, dalle conserve di pomodoro ai prodotti lattiero caseari, dal miele alle uova, dalla carne bovina a quella di pollo fino ai salumi per i quali è stato da poco pubblicato il decreto. “E’ necessario però che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della sicurezza dei consumatori” – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – che aggiunge “dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci deve essere la garanzia di un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore”.

LA BLACK LIST DEI CIBI PIU’ PERICOLOSI ARRIVATI IN ITALIA

PRODOTTOPAESE% irregolaritàPESTICIDI IRREGOLARI
PeperonciniIndia, Rep. Dominicana20%Dicofol, Acephate, Permethrin, Chlorfenapyr, Methamidophos
Bacche di GojiCina13%Carbofuran
RisoPakistan12,5%Acetamiprid, Tricyclazole
MelogranoTurchia9,1%Prochloraz, Acetamiprid, Cypermethrin, Boscalid
Cina8,3%Buprofezin, Imidacloprid, Lufenuron
Okra (lady’s fingers)India6,7%Acephate
Pitaya (dragon fruit)Indonesia6,7%Isoprothiolane, Cypermethrin
Fagioli secchiBrasile,6%Fenpropimorph, Procymidone, Acephate, Propoxur, Methamidophos, Chlorpropham
Peperoni dolciEgitto,3,8%Flusilazole, Clofentezine, Propiconazole, Propiconazole, Chlorpyrifos, Formetanate
Olive da tavola lavorateEgitto3,7%Profenofos

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