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Gli oceani malati mobilitano banche e istituti finanziari: c’è anche Cassa Depositi e Prestiti

Alla conferenza sugli oceani le grandi banche si ritrovano per combattere il degrado delle acque. 4 miliardi di euro in tre anni. Raddoppiato il precedente impegno di 2 miliardi di euro.

Gli oceani malati mobilitano banche e istituti finanziari: c’è anche Cassa Depositi e Prestiti

4 miliardi di euro in tre annida un pool di banche ed istituti finanziari per proteggere gli oceani. Un investimento cosi’ non si era mai visto, da quando le Nazioni Unite nel 2009 hanno lanciato l’appello per la salute delle oceani, dedicandovi la giornata del 9 giugno. Gli oceani sono una fonte inestimabile di benefici per il pianeta e per le persone, danno cibo, sono fonte di energia rinnovabile e risorse naturali, mantengono l’ecosistema. Per renderli puliti, nella cornice dell’One Ocean Summit a Brest in Francia, Agence Française de Développement (AFD), Banca europea per gli investimenti (BEI,) Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW) tedesca, Cassa depositi e prestiti (CDP), Istituto Nazionale di Promozione (IPO),Instituto de Crédito Oficial (ICO), Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e Banca di promozione nazionale spagnola si sono impegnate a raddoppiare l’obiettivo dell’iniziativa per gli oceani puliti. Al posto dei 2 miliardi di spesa previsti entro il 2023 si passa a 4 con un lavoro ancora più intenso. Il programma sugli oceani malati interessa globalmente oltre 20 milioni di persone in Africa, Asia, America latina ed Europa. I progetti sono strutturati intorno al miglior trattamento delle acque reflue in Sri Lanka, Cina, Egitto e Sud Africa, alla gestione dei rifiuti solidi in Togo e Senegal ed alla gestione delle acque meteoriche e protezione dalle inondazioni in Benin, Marocco ed Ecuador. Problemi strutturali ed eventi meteo dovuti a due cause principali: sottosviluppo e cambiamenti climatici. Altra cosa sono i comportamenti umani – “ criminali “- come li ha definiti Papa Francesco.

L’impegno verde di Cdp

Gli istituti di credito sono, dunque, impegnati sulla più importante piattaforma di investimento dedicata alla salvaguardia delle acque. E ci sono già risultati apprezzabili come l’80% dell’obiettivo di pulizia in tre anni con 1,6 miliardi di euro di finanziamenti a lungo termine. Tutto basato su progetti provenienti sia dal settore pubblico che da quello privato. Per l’Amministratore Delegato di CDP Dario Scannapieco “ la tutela dell’ambiente e delle risorse naturali è un obiettivo per CDP ed è una delle priorità del Piano Strategico 2022-2024. In questa fase di rilancio e di uscita dalla pandemia, noi confermiamo ancora una volta l’ impegno per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030″. D’altra parte l’Istituto è impegnato ad allineare le attività con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi entro la fine del 2022 . A questo scopo vuole portare la quota dei propri investimenti verdi a oltre il 50% del totale entro il 2025. A livello europeo va apprezzata l’ingresso nel pool della BERS come nuovo importante membro. La Presidente della BERS Odile Renaud-Bassoha di suo ha spiegato che le attività della banca sono orientate a migliorare l’impatto ambientale delle infrastrutture municipali, dei trasporti marittimi, del settore immobiliare e del turismo.

Otto milioni di tonnellate di rifiuti

Ogni anno negli oceani finiscono oltre otto milioni di tonnellate di detriti di plastica con impatti sugli estuari dei fiumi, sulle barriere coralline, sulle coste . Ci sono responsabilità anche di grandi industrie che scaricano in mare fuorilegge residui di ogni tipo. Nei consessi internazionali se ne parla ma giri complicati ed affari illeciti in Paesi ” poco vigili” sono l’evidenza di un allarme infinito. Nel mondo non contano quasi più le migliaia di famiglie la cui sussistenza è legata al mare, ridotte in semipovertà. Se molti paesi in via di sviluppo fossero dotati di impianti migliori di trattamento delle acque reflue e meteoriche, si riuscirebbe a evitare ogni anno l’immissione di circa 1,5 milioni di tonnellate di microplastiche negli oceani. Per gli oceani malati da Brest è scaturita questa nuova mobilitazione, non solo finanziaria, ma progettuale. Miliardi di persone esposte a rischi inauditi, tutti generati da attività umane inconciliabili con le battaglie per la salute del pianeta.

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