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Giovanni Falcone, la sua eredità nella lotta alla mafia è più viva che mai ma va valorizzata

La mafia uccideva 31 anni fa il valoroso giudice Falcone ma la sua eredità e il suo metodo di indagine sono ancora validissimi, a condizione che le istituzioni non abbassino la guardia

Giovanni Falcone, la sua eredità nella lotta alla mafia è più viva che mai ma va valorizzata

“Il nostro maggior risultato consiste proprio in questo: aver privato la mafia della sua aura di impunità e di invincibilità, aver dimostrato che la mafia può essere trascinata in tribunale e che i suoi capi possono essere condannati”. Sono le parole di Giovanni Falcone, di cui il 23 maggio 2023 ricorre il trentunesimo anniversario della suo assassinio nella strage di Capaci, parole che si leggono nella quarta di copertina nel suo unico ed iconico libro “Cose di Cosa nostra” scritto nel 1991 con la giornalista francese Marcelle Padovani.

Parafrasando le parole di Walter Tobagi, che tra i primi aveva capito alla fine degli anni ’70 che i terroristi delle Br non erano Samurai invincibili, Falcone aveva capito benissimo che anche la mafia non era e non è invincibile e gli arresti di Totò Riina prima e di Matteo Messina Denaro nei mesi scorsi non potrebbero essere più eloquenti.

Al di là delle celebrazioni retoriche che Falcone per primo avrebbe detestato, c’è un solo modo per onorare realmente il magistrato siciliano ed è quello di raccogliere e aggiornare la sua eredità, il suo metodo di indagine (“follow the money”) basato su accurate ricerche dei flussi di denaro mafioso sui conti bancari, di capire che la mafia di oggi è cambiata e che sarebbe delittuoso abbassare la guardia. ma perché il suo metodo è ancora attuale se la mafia cambia? Perché la mafia di oggi è la mafia dei colletti bianchi, la mafia che pensa prima di tutto al business, la mafia economica che manda i suoi ragazzi a studiare nelle migliori università. Ecco perché l’analisi finanziaria dei movimenti dei soldi mafiosi è decisiva. Come lo è allagare il campo delle indagini alle diverse forme di corruzione che spesso sono l’anticamera dell’attività mafiosa vera e propria. Ed eleggere Presidente dell’Antimafia una parlamentare non proprio in odore di santità sarebbe il modo peggiore per ricordare il sacrificio della vita di Giovanni Falcone che merita il riconoscimento imperituro degli italiani. Mille Up per Falcone.

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