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Giappone e petrolio fanno sperare nel rimbalzo delle Borse

Mossa senza precedenti della Bank of Japan che adotta i tassi d’interesse negativi: il Nikkei cresce del 2,8% e le Borse europee sperano nel rimbalzo dopo i tracolli di ieri – Anche la ricerca di stabilità nei prezzi del petrolio può essere un assist – Occhi puntati sull’incontro Merkel-Renzi ma la band bank non convince – Bpm-Banco Popolare verso le nozze

Giappone e petrolio fanno sperare nel rimbalzo delle Borse

Arriva dal Giappone un nuovo potente stimolo ai mercati. Con una mossa senza precedenti nella notte la Banca centrale del Giappone ha adottato tassi di interesse negativi. Il Nikkei ha subito reagito con un balzo del 2,8%. La mossa però arriva dopo una serie di dati che hanno mostrato una caduta più ripida del previsto della produzione industriale a fronte di un’inflazione tiepida a dicembre, ben lontana dal target della Boj del 2%. Ed è quindi un indicatore della pervasività della debolezza economica.

Si guarda ora all’apertura dell’Europa, ieri colpita dalle vendite per le incertezze economiche e le vendite sul comparto delle banche. Ha pesato anche il settore auto. Francoforte ha chiuso in calo del 2,44%, Parigi dell’1,33%, Londra -0,98%, Madrid -1,72%. l’Eurostoxx ha lasciato sul terreno il 2,10%. A Milano il Ftse Mib ha registrato le maggiori perdite, -3,49%, affossata dalle vendite sui bancari. Il rally del barile con il Brent che ha sfiorato i 36 dollari al barile ha invece aiutato i titoli energetici europei e Wall Street che ha chiuso in rialzo: Dow Jones +0,79% ed S&P500 +0,55%.

LA CORSA DEL PETROLIO

Il rally del petrolio è stato innescato dal farsi concreta, dopo che le voci si rincorrevano da giorni, della possibilità che la Russia tagli insieme all’Opec la produzione di petrolio del 5%. Su queste voci il Brent è balzato fino a quasi l’8% sfiorando i 36 dollari al barile e il Wti si è spinto oltre i 34 dollari. La corsa del petrolio è continuata anche dopo la smentita giunta dall’Arabia Saudita che ha negato di aver proposto alla Russia un taglio della produzione del petrolio ma, ha precisato successivamente al Wall Street Journal, si è detta pronta insieme a i suoi alleati del golfo a cooperare con gli altri stati produttori per riportare stabilità sui mercati internazionali del greggio. Sia Wti che Brent hanno successivamente ridotto i guadagni attestandosi rispettivamente a 33,91 dollari e 34,74. Il cambio euro dollaro è a 1,0903

MARKET MOVERS: NON PIACE LA BAD BANK

Oltre al petrolio, oggi il mercato guarda ai numerosi dati macroeconomici in agenda: dal Pil Usa, francese e spagnolo all’inflazione nell’Eurozona. In Italia gli occhi sono puntati sull’incontro di oggi tra il premier Renzi e e la cancelliera Angela Merkel a Berlino e sulle banche dopo la raffica di vendite di ieri. Al mercato non piace l’accordo sulle sofferenze che non rimuove l’incertezza sui numeri delle banche.

Avanzano invece i lavori sul fronte del risiko, con il merger Bpm e Banco Popolare in fase di accelerazione. Nel frattempo Bmps è ritornata all’utile dopo quattro anni di rosso. I risultati preliminari approvati ieri dal cda evidenziano ricavi 2015 in crescita del 26% e un risultato operativo lordo in miglioramento dell’85%. Iniziano a scendere poi i crediti deteriorati. Occhi anche sul cambio al vertice delle Generali -4,08% dopo l’uscita di Greco.

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