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Geotermia: il decreto ritarda, la Toscana protesta

Il Fer2 doveva vedere la luce a febbraio, ma ancora non se ne vede la conclusione. Italia Viva e Lega chiedono conto al governo

Geotermia: il decreto ritarda, la Toscana protesta

Per il decreto sulle rinnovabili Fer2 il governo ascolti la Toscana. Arriva dalla Regione e dai territori della geotermia l’ultima sollecitazione a varare in fretta il nuovo provvedimento sulle energie rinnovabili. I ritardi accumulati preoccupano la parte d’Italia più avanzata in fatto di sfruttamento di fonti dal sottosuolo. 

L’emergenza Covid ha le sue colpe, ma se davvero il governo punta sulla transizione energetica la normativa non è più rinviabile. Il Fer2 non è altro che l’anello mancante del precedente Fer1 del 2019 che prevede per i prossimi anni 12 miliardi di kWh di energia pulita e incentivi alle imprese. Doveva essere già pronto a febbraio scorso e non se ne vede la conclusione.

I lavoratori delle aree tra Pisa, Grosseto, Siena e Livorno sono preoccupati del passo lento della politica. La Sottosegretaria allo Sviluppo Economico Cinquestelle Alessandra Todde, rispondendo ad interrogazioni parlamentari non ha escluso che sulla geotermia potrebbe essere necessaria addirittura una consultazione pubblica. Un passaggio popolare dopo i pareri della Conferenza Unificata e dell’Arera. 

L’ipotesi allarma i territori ed ha suscitato una presa di posizione anche di esponenti della Lega. Nella zona della Valdicecina, ha detto il deputato leghista Mario Lolini, il referendum paventato dalla Sottosegretaria  è molto temuto. Ma la Lega è arrivata seconda. Già Italia Viva aveva chiesto al Ministro Patuanelli di non tergiversare più. Referendum o non referendum.

Più di un terzo dell’energia elettrica prodotta in Italia deriva oggi dalle rinnovabili. Dal 2012, però, lo sviluppo del comparto è rallentato. Gli investimenti pubblici sono risultati inferiori a quelli privati. Per non dire delle responsabilità diffuse sul cattivo uso dei Fondi europei anche in tema di energia. Ragioni per la quali si è reso necessario un cambio di passo per gli obiettivi 2030 individuati con il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), dice Sara Moretto di IV. 

Il decreto atteso deve dare certezza alle imprese che sfruttano il sottosuolo “liberando miliardi di euro di incentivi che si tradurranno in agevolazioni per piccoli e nuovi impianti o per il potenziamento di quelli esistenti”. La partita è tutta qui. D’altra parte non si capisce il senso di un possibile referendum sullo sfruttamento di una risorsa naturale, connesso da sempre alla vita economica della Toscana. Le centrali geotermiche si differenziano dalle altre fonti di produzione per fornire energia in maniera costante durante tutto il corso dell’anno. L’Enel nelle aree specifiche ha un processo consolidato. Lo stesso Consorzio Sviluppo Aree Geotermiche, negli anni si è reso protagonista di iniziative tutte ben viste dalla politica. Ciò che resta in campo per ora è l’iter tracciato dalla Sottosegretaria Todde. A valle dei pareri di legge, ha detto, che bisognerà inviare lo schema di Decreto “alla Commissione europea per la verifica di compatibilità con le regole sugli aiuti di Stato”. Non affatto un cammino spedito per rispondere alla Toscana e non solo.

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