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Genova, la strage del viadotto: decine di morti e centinaia di sfollati

Martedì 14 agosto poco prima di mezzogiorno il fatto: crolla un tratto di 200 metri del ponte Morandi, snodo dell’autostrada A10 nella zona Ovest di Genova, dove transitavano decine di auto e Tir – I morti accertati sono almeno 38, di cui tre minori, ma si continua a scavare – Evacuati i palazzi sottostanti: almeno 600 sfollati – Viabilità a rischio per mesi – Conte: “Revoca della concessione ad Autostrade ancora prima dell’inchiesta” – VIDEO.

Genova, la strage del viadotto: decine di morti e centinaia di sfollati

E’ salito a 38 il bilancio delle vittime del crollo del ponte Morandi a Genova. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte e hanno estratto altri corpi dalle macerie del viadotto: le ricerche proseguono nella giornata di Ferragosto, sui due lati del Polcevera in cui ci concentrano le macerie e anche nel letto del torrente. Tra le vittime, di cui 3 non sono state identificate, anche un bambino di 8 anni e due adolescenti di 12 e 13 anni. E’ sceso, invece, a 15 il numero dei feriti ricoverati negli ospedale, tra cui 12 in codice rosso: una persona è stata infatti dimessa nella tarda serata di ieri. Questo il bilancio, ancora provvisorio ma già drammatico, della tragedia che ha colpito il capoluogo ligure martedì 14 agosto, poco prima di mezzogiorno: sul tratto dell’autostrada A10, fondamentale snodo della zona Ovest di Genova che ora verrà demolito e sostituito, lasciando la viabilità nel caos per chissà quanto tempo, transitavano decine di automobili e Tir, come da consuetudine essendo da sempre un viadotto molto trafficato.

Progettato dall’architetto Riccardo Morandi e inaugurato nel 1967, il viadotto Polcevera era un’opera vecchia di oltre mezzo secolo e da decenni al centro di polemiche: si era già parlato di demolirlo e pochi mesi fa, ad aprile, Autostrade per l’Italia aveva lanciato un bando da 20 milioni per la sua ristrutturazione. Ma non c’è stato il tempo: il ponte ha ceduto da solo, mietendo vittime e lasciando un’intera città nel panico. Oltre alla viabilità compromessa in attesa di nuove opere (a Genova si parla da anni anche della famosa “Gronda”, ma il progetto è fermo), c’è anche il problema degli sfollati: il viadotto è crollato nei pressi di un quartiere densamente popolato e diversi palazzi sono stati evacuati per precauzione. “C’è il rischio che altre parti del ponte possano crollare, per questo motivo abbiamo sfollato le persone da tutti gli edifici circostanti”, ha detto uno dei soccorritori al lavoro nei pressi del ponte crollato. “Al momento del crollo transitavano 30-35 autovetture e tre mezzi pesanti”, ha detto il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. Sono in totale 630 le persone costrette a lasciare la propria abitazione e il numero potrebbe aumentare poiché sono ancora in corso le valutazioni sugli sgomberi.

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Le reazioni dei leader politici e delle istituzioni non si sono fatte attendere. Ieri il premier Giuseppe Conte era già a Genova, dove oggi ci sono i vicepremier Di Maio e Salvini e il ministro dei Trasporti Toninelli. “Quanto accaduto a Genova è una grave ferita non solo per la città, ma per la Liguria e tutta Italia – ha detto Conte -. Una tragedia che ci accomuna tutti, che ci spinge a interrogarci sulle cause. Quello che come Governo lanceremo tempestivamente è un piano straordinario di monitoraggio di tutte le infrastrutture, soprattutto di quelle più vecchie. I controlli saranno molto severi perché non possiamo permetterci altre tragedie come questa. Tutti i cittadini devono viaggiare sicuri. Ringrazio ancora una volta i soccorritori, a loro va tutta la nostra stima e il nostro affetto per quanto stanno facendo”.

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Il vicepremier Luigi Di Maio attacca invece la società Autostrade: “I responsabili hanno un nome e un cognome e sono Autostrade per l’Italia. Dopo anni che si è detto che le cose dai privati sarebbero state gestite molto meglio, ci troviamo con uno dei più gradi concessionari europei che ci dice che quel ponte era in sicurezza. Queste sono scuse. Autostrade deve fare la manutenzione e non l’ha fatta. Prima di tutto si dimettano i vertici”, ha dichiarato in un’intervista a Radio Radicale. Duro anche il ministro Danilo Toninelli: “I vertici di Autostrade per l’Italia devono dimettersi prima di tutto. E visto che ci sono state gravi inadempienze, annuncio fin da ora che abbiamo attivato tutte le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni”. Di Maio ha poi ribadito che le concessioni andranno revocate e che ci potrebbero essere sanzioni fino a 150 milioni e in una successiva conferenza stampa sul luogo, il premier ha confermato questa ipotesi, annunciando la revoca della concessione “ancora prima dell’inchiesta. Sarà nominato un commissario straordinario per la ricostruzione”.

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“Questo è il momento dell’impegno comune, per affrontare l’emergenza, per assistere i feriti, per sostenere chi è colpito dal dolore, cui deve seguire un esame serio e severo sulle cause di quanto è accaduto. Nessuna autorità potrà sottrarsi a un esercizio di piena responsabilità: lo esigono le famiglie delle tante vittime, lo esigono le comunità colpite da un evento che lascerà il segno, lo esige la coscienza della nostra società nazionale”, ha affermato invece il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Più sbrigativo il leader della Lega Matteo Salvini: “Serve chiarezza, non può esserci un’altra strage senza colpevoli e qui hanno nomi e cognomi ben precisi. Qualcuno deve finire in galera“. Su Autostrade: “La revoca delle concessioni è il minimo”.

Ultimo aggiornamento alle ore 18.30 del 15 agosto.

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