Condividi

Generali, Greco: più utili nel 2014 per migliorare il dividendo. Crescono gli investitori esteri

In assemblea dei soci l’ad Greco annuncia più utili e più dividendi per il 2014 per riagganciare i competitor internazionali – Il 2013 “miglior bilancio degli ultimi cinque anni” – Gli investitori istituzionali esteri salgono sopra il 15% – Il presidente Galateri: “Armonia tra i soci” – Il 29 maggio il Tribunale sul caso Perissinotto e Agrusti.

Generali, Greco: più utili nel 2014 per migliorare il dividendo. Crescono gli investitori esteri

A Trieste, sul molo Bersaglieri 3 dove si è svolta oggi come da tradizione l’assemblea annuale dei soci, sembra tornata l’armonia. Con qualche causa legale in più ma con in tasca un utile di 1, 9 miliardi di euro e dividendo più che raddoppiato (45 centesimi contro i 20 del 2012). Tant’è che il primo segnale di consenso arriva dagli investitori esteri che rispetto a un anno fa sono aumentati in assemblea sensibilmente, salendo al 15,28% dal 12,2% dell’assemblea 2013 e dal 9,2% del 2012, mentre gli altri maggiori azionisti italiani sono rimasti sostanzialmente stabili. Il fondo Blackrock, molto attivo negli ultimi tempi sul fronte degli investimenti in Italia,  non risulta invece aver depositato direttamente delle quote, rispetto alla presenza del 2,84% all’appuntamento dello scorso anno. La maggiore presenza degli investitori esteri riflette certamente il rinnovato e generalizzato  interesse degli ultimi tempi per il mercato italiano, come hanno testimoniato i movimenti di diversi colossi internazionali, in primis Blackrock, in diverse società italiane (da Mps a Pirelli). Ma anche il concretizzarsi dei risultati del lavoro del ceo Mario Greco, che non a caso ha portato l’Investor day a Londra e avviato una fase “più di mercato” con l’uscita dai patti e il disimpegno dagli investimenti non core.

Il 2013 si è chiuso così, nelle parole dello stesso Greco, con i migliori risultati “negli ultimi cinque anni, senza alcun contributo straordinario”. Greco ha sottolineato che il dividendo rappresenta un rendimento del 2,6% rispetto al valore del titolo a fine 2013 (17,10 euro) che, “unito alla rivalutazione del 25% del titolo durante il 2013 costituisce un’incoraggiante ripresa di redditività per tutti” gli azionisti. Come ha sottolineato qualche piccolo azionista nell’intervento in assemblea che ha approvato il bilancio e tra le altre cose nominato il Collegio sindacale, c’è però ancora della strada da coprire per riagganciare i principali concorrenti internazionali. Un aspetto su cui incide anche la priorità attuale del gruppo di lavorare per riscostruire la solidità di capitale. “Quest’anno siamo leggermente sotto il pay put del 40% (indicato nella politica di dividendo ndr) e sebbene abbiamo migliorato il dividendo siamo sotto alle capacità di Generali. Ricostruire la solidità di Generali è la prima nostra preoccupazione e attività. Contiamo di essere molto avanti nel piano di sviluppo del capitale e di raggiungere prima del tempo questi obiettivi” ha spiegato Greco giocandosi il rilancio: “Una volta raggiunti gli obiettivi contiamo di rivedere i dividendi in senso migliorativo per gli azionisti. “La società deve fare più utili, farà più utili anche nel 2014 e siamo tutti consci e sensibili di veder tornare il valore mercato Generali dove era stato una volta”, ha detto rispondendo ai piccoli soci ribadendo quanto detto nel corso del suo discorso iniziale: “Il nostro obiettivo resta lo stesso: riportare le Generali ad essere leader del mercato garantendo elevati ritorni ai nostri azionisti”.

In questo ambito Greco, che definisce il 2014 un anno complesso ma guarda con fiducia al prossimo biennio, ha anche detto che per l’anno prossimo verranno valutate alcune proposte avanzate anche da alcuni azionisti, come l’assegnazione di un extra dividendo ai cassettisti. Greco ha ricordato che la solidità patrimoniale del gruppo è notevolmente migliorata nel 2013 e “continuerà a migliorare nel 2014”. L’obiettivo è superare il 160% di Solvency I entro il 2015, oggi l’indice è sopra il 150% dopo il pagamento del dividendo e ai benefici delle dismissioni e alla attenta gestione della liquidità. Il mantenimento della solidità patrimoniale del gruppo è stato l’elemento più importante nel mantenere inalterato di fronte alla minaccia di taglio di S&P. Sul fronte della cessione di Bsi, Greco ha detto che “i contatti con possibili acquirenti proseguono ma non ci sono accordi definitivi”.

Piace agli investitori esteri anche il nuovo corso orientato all’uscita dal sistema relazionale italiano, sancito dall’uscita dai patti di sindacato e dalla dismissione degli investimenti non legati al core business. Al riguardo Greco ha confermato che le due finestre per l’uscita di Telco sono fissate a giugno 2014 e febbraio 2015. Nel settembre 2013 Generali ha raggiunto un accordo con Telefonica che ha permesso di ridurre già l’esposizione al 19% di Telco a una valutazione di 1,1 euro per azione Telecom.

I risultati sembrano aver riportato l’unità anche tra i maggiori azionisti, come ci tiene a sottolineare in apertura dei lavori assembleari il presidente Galateri: “Il lavoro del Consiglio – ha detto – si svolge in armonia anche laddove la dialettica è forte, sempre però senza conflitti, e dando un coerente supporto al management”, che ha permesso di affrontare “la necessità di fare ordine e di chiarire azioni passate avolte molto controverse”. Galateri fa esplicitamente riferimento anche all’azione legale contro l’ex ad Giovanni Perissinotto e l’ex direttore generali Raffaele Agrusti. “Voglio ribadire – ha detto che queste azioni sono state decise nell’unico ed esclusivo interesse della società, dei suoi assicurati e dei suoi azionisti”.

Il prossimo 29 maggio, ha fatto sapere Galateri rispondendo alle domande, si terrà l’udienza in cui verrà discussa l’istanza delle Generali di unire i ricorsi contro contro i due ex manager. La società, ha detto sempre Galateri, “non ha promosso iniziative” sul piano penale contro gli ex amministratori, “è a conoscenza dell’apertura di indagini da parte della Procura di Trieste ed è a disposizione” degli inquirenti. Le operazioni di investimento oggetto dell’indagine “sono state messe in essere tramite la sottoscrizione di titoli di debito emessi da società straniere senza il coinvolgimento degli organi societari, senza adeguata istruttoria, e senza munirsi di strumenti di garanzia” e copertura. Nessuna azione legale poi contro Finint, la finanziaria di Enrico Marchi e Andrea De Vido, coinvolta in tre delle sette operazioni passate sotto l’esame del board con cui le Generali ha rapporti per 200 milioni di euro. Il Leone ha comunque in corso di approfondimento tutte le iniziative che potranno essere intraprese in relazione agli investimenti in questione della passata gestione. “Siamo azionisti di Finint con una quota del 10% acquistata nel 1999 – ha detto Greco – Ci è stato appena rimborsato regolarmente un bond di 50 milioni. Stiamo recuperando su un’altra esposizione di circa 40 milioni. Abbiamo ridotto questa esposizione a circa la metà”. Sul fronte dell’esposizione con Veneto Banca, azionista del Leone tramite Ferak, Greco ha affermato che si attesta a 300 milioni.
Dall’aggiornamento degli azionisti presenti in assemblea è emerso che i grandi azionisti sono rimasti stabili: Mediobanca al 13,27%, la Cdp al 4,482%, Leonardo Del Vecchio al 3%, la B&D del gruppo De Agostini al 2,43%, Caltagirone al 2,232%, Ubs al 2,16% ed Effeti al 2,151%. Sotto il 2% invariata Cariplo all’1,52%, Inv 1,35%, Ferak all’1,02% (che ha depositato le azioni, ma non è presente), Edizione 0,96%. Assente tra chi ha depositato le azioni la Cassa Forense che lo scorso anno era in assemblea con l’1,01%.

Commenta