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Generali, Donnet: “Nuovo piano per la crescita” non esclude acquisizioni

Il numero uno del Leone in un’intervista al Sole 24 Ore: “Nuovo piano dedicato alla crescita, sia organica che non, inizia una fase ambiziosa” – “Solvency 2 buona normativa, ma attenzione a regole eccessive” – “Non temiamo una fuga di capitali dall’Italia”

Generali, Donnet: “Nuovo piano per la crescita” non esclude acquisizioni

Con il piano industriale che sarà presentato il 21 novembre a Milano, Generali punta rafforzare la sua leadership in Europa, dove “c’è ancora spazio di crescita e di sviluppo”. Lo ha detto il Ceo del Leone, Philippe Donnet, in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore nel 20esimo Annual Assicurazioni. “La diversificazione internazionale è molto importante e dobbiamo rafforzarla – ha aggiunto – Con il piano strategico abbiamo una strategia di appoggio della crescita sia organica sia non organica molto mirata: abbiamo anche deciso di sviluppare delle presenze forti in Asia e in due paesi dell’America Latina che sono l’Argentina e il Brasile”. Parole che non escludono acquisizioni mirate della compagnia triestina.

Quello di Generali, ha spiegato ancora Donnet, “sarà un piano dedicato alla crescita, all’espansione e allo sviluppo ma anche al rafforzamento della situazione patrimoniale, all’innovazione e all’accelerazione delle trasformazione digitale. Siamo arrivati alla fine di una fase di sei anni di ristrutturazione, tre anni di ristrutturazione finanziaria e tre anni di trasformazione industriale. Oggi siamo in una situazione molto diversa, abbiamo liberato tanto capitale, abbiamo un livello di cassa rilevante, dobbiamo investire per sviluppare il nostro gruppo e siamo pronti a farlo. Ora affrontiamo una nuova fase della nostra storia che per forza dovrà essere molto ambiziosa”.

Quanto alla possibile evoluzione della situazione politico-economica in Italia, Donnet ha assicurato di non temere “alcun tipo di fuga di capitali” perché Generali è in grado “insieme a tutto il settore, di offrire i prodotti giusti per gestire bene il risparmio degli italiani. Sono anche convinto e fiducioso che dopo questo periodo di crisi, a medio termine grazie alla forza delle sue istituzioni tutto rientrerà in un contesto più rassicurante”.

Infine, un passaggio su Solvency 2: “Il mondo assicurativo non c’entra assolutamente niente con le banche: ogni volta che si importa nel settore una normativa che viene dal comparto bancario si sbaglia. Solvency 2 si è rivelata una buona normativa, è soddisfacente perché dà chiarezza sulla solidità patrimoniale delle compagnie. Direi però che abbiamo anche bisogno di stabilità. Una normativa di questa importanza non può cambiare ogni anno, siamo pronti a gestire le evoluzioni ma non una rivoluzione a breve termine. L’eccesso di regolamentazione non sia buono per il settore. Non siamo arrivati a questo eccesso e non dobbiamo arrivarci perché noi competiamo sul mercato mondiale e fuori dall’Europa non c’è Solvency II e nessuno la vuole. Non dobbiamo fare un autogol mettendo le compagnie europee troppo sotto pressione con una regolamentazione eccessivamente vincolante”.

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