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Generali: al primo Cda è già strappo. Non passa il comitato strategico voluto da Caltagirone

La lista di minoranza guidata da Caltagirone, estromesso dalla porta, avrebbe voluto rientrare in gioco ma rimane esclusa da tutti i comitati approvati

Generali: al primo Cda è già strappo. Non passa il comitato strategico voluto da Caltagirone

Sembrava una riunione di routine quella di ieri sera al headquarter di Assicurazioni Generali, la prima del Cda – dopo l’assemblea del 29 aprile scorso che aveva visto la nomina all’unanimità del presidente Andrea Sironi – con all’ordine del giorno la nomina dei comitati endoconsiliari. E invece sono scoppiati altri attriti dopo la spaccatura registrata in assemblea con la sconfitta della cordata Caltagirone.

Caltagirone, Cattaneo e Brogi non entrano in nessun comitato

Giovedì sera sono stati proprio i rappresentanti in consiglio della lista di minoranza presentata da Caltagirone ad aver dato luogo ad un nuovo strappo: in occasione della creazione dei comitati endoconsiliari della compagnia e, in particolare, di quello per le operazioni strategiche. 

L’impreditore romano (titolare del 9,95% del Leone), insieme agli altrI due consiglieri componenti la lista (Cattaneo e Marina Brogi) non sono entrati a far parte di nessun comitato interno al board.
Invece, secondo quanto comunicato da Generali al termine del Cda, i tre esponenti di minoranza hanno chiesto “la creazione di un comitato endoconsiliare sull’esame preventivo di operazioni aventi valore strategico”.

Il nodo della “cabina di regia” del comitato strategico

I tre consiglieri di fatto hanno proposto la ricostituzione del comitato per le operazioni strategiche, introdotto nel 2019 e di cui prima delle dimissioni di gennaio scorso facevano parte Caltagirone, Romolo Bardin, ex consigliere in quota Del Vecchio (Delfin possiede il 9,82%) e Donnet.
Quel comitato era di fatto una sorta di “cabina di regia” sull’operato del top management.

Aveva tra l’altro lo scopo di “valutare preventivamente ed esprimere un parere in merito” a operazioni “di valore strategico o destinate a incidere sulla struttura o sul modello di business del gruppo, e comunque aventi un valore superiore a 50 milioni di euro”.

Il nuovo Cda, precisa la compagnia triestina, ha presentato una proposta – in linea con le best practice di mercato – in base alle quali tali operazioni strategiche “sarebbero state esaminate direttamente dal plenum del cda”. Il Consiglio, conclude la nota, ha comunque incaricato il comitato nomine di “predisporre una proposta in merito, alla luce del benchmark di mercato”: un modo per cercare di ricomporre la spaccatura favorendo il rientro di coloro che sono voluti starne fuori.
I cinque comitati designati dal Cda ieri sono presieduti da consiglieri indipendenti e non vi figura nessun consigliere esecutivo.
Comitato Controllo e Rischi: presidente Luisa Torchia; componenti: Umberto Malesci; Clemente Rebecchini.
Comitato per le Remunerazioni: presidente Diva Moriani; componenti: Alessia Falsarone, Clara Furse, Lorenzo Pellicioli.
Comitato per le Nomine e la Corporate Governance: presidente Andrea Sironi; componenti: Clara Furse, Diva Moriani, Luisa Torchia.
Comitato per le Operazioni con le Parti Correlate: presidente: Antonella Mei-Pochtler; componenti: Diva Moriani, Luisa Torchia.
Comitato Innovazione e Sostenibilità sociale e ambientale: presidente Umberto Malesci; componenti: Alessia Falsarone, Antonella Mei-Pochtler.

Donnet non risulta in nessuno di essi, a differenza del precedente triennio dove figurava in due organi (oltre alle operazioni strategiche presiedeva quello per gli investimenti).

Ora la minoranza attende un segnale dall’Ivass vista la sua assenza dagli organismi di controllo.
Nella distribuzione delle cariche manca ancora quella di vicepresidente, la cui nomina non era all’ordine del giorno del Cda di ieri. De Agostini nel frattempo ha ceduto altre 1,6 milioni di azioni Generali. Il prossimo 18 maggio il cda analizzerà la trimestrale.

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