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Gdf: nel 2010 recuperati al fisco oltre 49 mld di imposte dirette e 6,5 mld di Iva

Nei soli primi dieci mesi del 2011, una verifica su sei si è basata su elementi informativi acquisiti in settori diversi da quello tributario, consentendo l’individuazione di basi imponibili sottratte a tassazione ai fini delle imposte sui redditi per 13,5 miliardi di euro e di IVA evasa per oltre 2 miliardi.

Gdf: nel 2010 recuperati al fisco oltre 49 mld  di imposte dirette e 6,5 mld di Iva

Lotta all’evasione: nel 2010 sono state recuperate alla tassazione basi imponibili nascoste al Fisco per un valore superiore a 49 miliardi di euro ai fini delle imposte dirette e pari a circa 6,5 miliardi ai fini Iva. Il trend del 2011 è sicuramente positivo: nel periodo gennaio–ottobre i reparti della Guardia di Finanza hanno mosso rilievi per oltre 43,5 miliardi di basi imponibili sottratte a tassazione ai fini delle imposte dirette e constatato violazioni all’Iva per più di 7 miliardi.

Numeri e prospettive sono stati forniti stamattina dal generale Bruno Buratti, capo del III reparto operazioni del comando generale della Guardia di Finanza, sentito dalla commissione bicamerale di vigilanza sull’anagrafe tributaria nella prospettiva del federalismo fiscale. Nei soli primi dieci mesi del 2011, una verifica su sei si è basata su elementi informativi acquisiti in settori diversi da quello tributario, consentendo l’individuazione di basi imponibili sottratte a tassazione ai fini delle imposte sui redditi per 13,5 miliardi di euro e di IVA evasa per oltre 2 miliardi.

“Qualità degli interventi e trasversalità sono, quindi, i fattori chiave di successo nel contrasto ai fenomeni più gravi e pericolosi, quali l’evasione internazionale, le frodi IVA e l’economia sommersa”, ha sottolineato il Buratti In questo contesto, l’Anagrafe tributaria è sicuramente il database di maggiore importanza, in quanto contiene non solo i dati delle dichiarazioni presentate dai contribuenti, ma anche numerose informazioni provenienti da fonti esterne riguardanti, ad esempio, i trasferimenti di capitali da e per l’estero tramite banche ed intermediari finanziari, nonché l’esistenza di rapporti continuativi e di operazioni occasionali effettuate presso banche e società finanziarie.

“La completezza delle informazioni fiscalmente rilevanti in essa contenute e le agevoli modalità di consultazione rendono l’Anagrafe tributaria la banca dati di gran lunga più utilizzata dal Corpo”, ha riconosciuto il Buratti. Ogni anno sono mediamente eseguiti circa 3.000.000 di accessi all’Anagrafe tributaria da parte dei 36.000 militari della Guardia di Finanza abilitati alla consultazione. Naturalmente non è sufficiente disporre di banche dati che garantiscano la completezza, qualità ed aggiornamento dei dati, ma è necessario avere la possibilità di incrociare le informazioni acquisite tramite l’Anagrafe tributaria con le risultanze delle altre piattaforme informatiche.

Ed è appunto sulla base di questi controlli incrociati che è stato possibile portare a conclusione 933 verifiche e controlli fiscali che hanno premesso di scoprire basi imponibili non dichiarate per 71,5 milioni di euro ed IVA evasa per 11,7 milioni di euro, e inoltrare 2.716 segnalazioni all’Agenzia delle Entrate ai fini dell’applicazione dell’accertamento sintetico. In un momento come questo, “tenuto conto della gravità della crisi economica e finanziaria che attraversa il Paese, il presidio della legalità e dell’equità tributaria è fondamentale per il sostegno alla crescita e allo sviluppo delle imprese che rispettano le regole”, ha concluso il Buratti.

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