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FS, Ferraris: “Alta velocità verso un mercato europeo unico. Attrarre capitali privati nelle infrastrutture”

L’Ad di Ferrovie dello Stato ne ha discusso ad un seminario organizzato dalla Luiss dal titolo “Intelligence economica nell’era digitale”. L’importanza dei dati per conoscere scenari e mercati. Il ruolo di Fs non solo nella mobilità. Intervenendo poi al 52° Convegno Nazionale Giovani Imprenditori rilancia “Attrarre capitali privati nelle infrastrutture”

FS, Ferraris: “Alta velocità verso un mercato europeo unico. Attrarre capitali privati nelle infrastrutture”

Luigi Ferraris, Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato Italiane, partecipando ad un seminario sull'”Intelligence economica nell’era digitale” organizzato dalla Luiss di Roma, ha discusso dell’importanza dei big data nell’acquisizione, elaborazione e protezione per la difesa e l’espansione dell’azienda nel mercato ferroviario interno e internazionale.

Ferraris: “Verso un mercato unico dell’alta velocità”

Ferraris ha sottolineato che i Paesi dell’Europa centrale stanno progredendo “verso un mercato unico dell’alta velocità“, con infrastrutture avanzate che consentiranno di collegare Berlino a Parigi in 4-5 ore. Da questa evoluzione nasce l’importanza di conoscere scenari e mercati: “prima di entrare nel mercato francese abbiamo fatto un’attenta analisi dei dati, anche se non tutte le informazioni erano disponibili” ha detto Ferraris – “Sul nostro Frecciarossa Milano – Parigi avevamo previsto una domanda che pensavamo di poter soddisfare riempiendo i nostri treni al 60-70%, invece siamo attualmente oltre l’80%”. Un grande successo che va difeso e consolidato.

“Dobbiamo misurare la qualità del servizio con ogni strumento utile, monitorando le reazioni dei nostri viaggiatori sui social e analizzando i dati che i nostri clienti ci consentono di usare e che abbiamo il dovere di proteggere” ha dichiarato l’AD di FS. Ferrovie dello Stato Italiane dispone di un database con oltre 9 milioni di clienti, con 5 milioni che hanno dato il loro consenso al trattamento dei dati.

Non solo mobilità ma anche infrastrutture

Nel corso del suo intervento, Ferraris ha sottolineato come il Gruppo FS non si limiti solo alla mobilità delle persone, ma si estenda anche al potenziamento e alla realizzazione di infrastrutture, alla gestione di stazioni, alla mobilità e logistica integrata e alle aree urbane. Inoltre, il Gruppo FS sta lavorando per diventare un fattore abilitante della connettività grazie all’estensione della fibra ottica lungo i suoi 17.000 chilometri di binari. In tutte queste aree di business, l’acquisizione e l’elaborazione dei dati rivestono un’importanza strategica fondamentale, così come i processi digitali e la connettività efficiente per migliorare la qualità dei viaggi in treno.

“Abbiamo bisogno di infrastrutture digitali per le merci, per il monitoraggio in tempo reale del loro trasporto, come per monitorare lo stato delle infrastrutture, e abbiamo bisogno di chi sappia leggere ed elaborare questi dati. Occorrono analisti e un centro ricerca che abbiamo (FS Research Centre) ma poi serve velocità di reazione, capacità di catturare i trend, interpetrarli e anche di intercettare i traffici commerciali” ha spiegato Ferraris.

L’Italia come piattaforma logistica nel mediterraneo

Al termine dell’intervento, Ferraris ha dedicato un’attenzione particolare al commercio, alla logistica e allo scenario internazionale. Ha parlato del ruolo dell’Italia come piattaforma logistica nel Mediterraneo, dei porti meridionali come Gioia Tauro e dell’evoluzione dello scenario geo-politico, con un ruolo sempre più rilevante dei Paesi del Nord Africa nelle dinamiche sociali ed economiche dell’Europa.

Il panel a cui ha partecipato Ferraris, è stato moderato dalla giornalista di Bloomberg, Alessandra Migliaccio, e ha visto la partecipazione di Paolo Scudieri, presidente del Gruppo Adler, Flavio Valeri, presidente di Lazard Italia, e Leonardo Bellodi, corporate secretary di Enel.

Ferraris: “Attrarre capitali privati nelle infrastrutture”

Ferraris è intervenuto anche al 52° Convegno Nazionale Giovani di Confindustria nel quale ha tracciato una panoramica dello sviluppo della mobilità del Paese. “Bisogna ragionare su come attrarre investitori e capitali privati anche nel settore delle infrastrutture perché nei prossimi 15 anni avremo di fronte la sfida di ammodernare le nostre strade e ferrovie con centinaia di miliardi di euro”.

Ferraris ha sottolineato che l’apertura verso l’investimento privato deve essere accompagnata da soluzioni che “consentano allo Stato di mantenere sempre il controllo delle aziende coinvolte”. Questo approccio garantirebbe una partnership pubblico-privata equilibrata, in cui il settore privato contribuisce con capitali e know-how, mentre lo Stato mantiene un ruolo di supervisione strategica.

La necessità di ammodernamento delle infrastrutture

L’Ad ha poi evidenziato come il Gruppo FS Italiane sia già impegnato in importanti investimenti, con 4.000 cantieri attivi dal valore complessivo di 50 miliardi di euro, coinvolgendo 500 imprese. Le infrastrutture italiane attuali, progettate e realizzate oltre 50 anni fa, richiedono un ammodernamento significativo per adeguarsi alle esigenze di mobilità attuali e future. “La sindrome Nimby è stata sostituita dalle richieste dei territori di avere nuove infrastrutture” – spiega Ferraris. Il piano industriale di FS prevede nei prossimi dieci anni opere per 125 miliardi di euro sul lato ferroviario e 50 miliardi per i 30mila km di strade gestite da Anas. E poi un parere sul Pnrr che può dare “un necessario boost dal punto di vista finanziario e sul metodo di fare investimenti, ma poi dobbiamo proseguire perché non possiamo correre il rischio della deindustrializzazione del Paese”

Infine, un parere sulle sfide future derivanti dall’aumento del traffico che, secondo Ferraris, non riguarderà solo il trasporto passeggeri, ma avrà un impatto significativo anche sul trasporto merci, dove la maggior parte circola su strade e autostrade. “Avremo un inevitabile aumento del traffico con 700 mila nuovi mezzi pesanti sulle strade europee. Se a questi numeri associamo che in Europa 1,5 milioni di patentati andrà in pensione nei prossimi tre/quattro anni e ogni anno ne patentiamo 125 mila, dobbiamo evidentemente spingere sulle infrastrutture per una maggiore sostenibilità del sistema e anche per evitare di congestionare le strade.

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