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Frenata della Cina, boom di Apple, avvio freddo del Btp Italia

Avvio al rallentatore del nuovo Btp Italia con una raccolta di soli tre miliardi di euro nel primo giorno: in realtà i risparmiatori cercano porti più sicuri e il Bund tedesco fa da calamita – La frenata del Pil cinese inquieta i mercati – High tech a due facce: boom di vendite di Apple ma scivoloni di Sap e Ibm – Muore in un incidente il ceo di Total.

Frenata della Cina, boom di Apple, avvio freddo del Btp Italia

La frenata dell’economia non risparmia il Drago. Nel terzo trimestre il pil della Cina registra un incremento del 7,3%, assai al di sotto dell’obiettivo di Pechino (+7,5%), ai minimi dalla primavera del 2009. Per ritrovare un tasso di crescita inferiore per l’economia cinese occorre risalire all’inizio degli anni Novanta, ai tempi di Tien An Men. La frenata è legata soprattutto all’andamento del settore immobiliare.

Il dato, già largamente scontato, non ha avuto effetti megativi su Hong Kong è 0,7% e Shanghai +0,3%. Arretra invece  Tokyo -0,7%, sulla scia del calo dei titoli dell’auto, colpiti dalla frenata dei consumi cinesi. L’indice S&P +0,9% è tornato sopra quota 1900 (chiusura a 1903) al termine di una seduta positiva, ma con riserva. Il Dow Jones è salito dello 0,11%, il Nasdaq dell’1,35%.

L’umore del mercato è comunque improntato alla massima cautela, viste le incognite della situazione: la prossima fine del QE Usa, l’avvio (stentato) degli acquisti Bce in Europa, il conflitto in Medio Oriente, Ebola e la crisi di Hong Kong “rappresentano – dice l’analista Jim Wood-Smith , capo della ricerca di Hawksmoor Investment – tanti fattori che, isolati, non hanno un peso determinante ma tutti assieme condizionano il mercato”.

Assai più deludente l’andamento dei mercati europei. Parigi -1%, Francoforte -1,5%, Londra scende dello 0,6%. Madrid -0,42%. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib, dopo aver oscillato tra quota 18414 e 18881, ha archiviato la seduta in calo dello 0,86% a 18.540 punti.

La Bce ha dato il via con grande cautela al programma d’acquisto dei covered bond a breve termine di diversi Paesi della zona euro, con operazioni fino a 25 milioni di euro, mentre prima della fine dell’anno dovrebbero iniziare anche gli acquisti di asset backed securities (abs). Il cambio euro/dollaro è tornato a 1,28.

AVANZA IL BUND E METTE SOTTO PRESSIONE BTP E BONOS

Il Btp Italia con scadenza nel 2020 e tasso cedolare minino dell’1,15% ha raccolto ieri adesioni per un ammontare pari a 2,955 miliardi di euro, una cifra assai modesta rispetto alla raccolta dello scorso aprile, che rischia di rendere difficile il raggiungimento dei 100 miliardi totali messi nel mirino dal Tesoro. Gli ordini retail verranno raccolti fino a mercoledì, salvo chiusura anticipata, mentre giovedì sarà il turno della raccolta ordini da investitori istituzionali.

Intanto le tensioni sul Portogallo hanno fatto arretrare l’obbligazionario della perifetia. Immediata la reazione dello spread  Btp/Bund schizzato a 173 bp, redimento al 2,54%, contro il 2,22% della Spagna. Intanto continua la corsa verso i “porti sicuri”: il decennale tedesco rende lo 0,82%.

DA SAP A IBM, LA CRISI AFFONDA L’HI TECH. MA LA MELA FA FESTA

Arriva un altro segnale della frenata dell’industria mondiale: la crisi degli investimenti in tecnologia. Il settore più bersagliato è stato quello dei Tech (Stoxx -2,2%), dove ha pesato la caduta della tedesca Sap, leader mondiale dei software aziendali, in ribasso del 5,6% dopo l’annuncio che non raggiungerà gli obiettivi prefissati per il 2014. Non ha fatto meglio a Wall Street Ibm -7,2% dopo una trimestrale deludente. Il colosso dei servizi informatici ha detto che non raggiungerà i risultati previsti per il 2015: solo a gennaio saranno indicati i nuovi obiettivi. Alcatel è scesa a Parigi dell’1,8%, Infineon -1,5%. Ad Amsterdam Philips ha perso il 3,6% dopo avere annunciato utili inferiori alle attese.

StM è scesa dello 0,9%. In controtendenza Apple: i conti trimestrali chiudono con utili superiori alle previsioni grazie allo straordinario successo dei nuovi prodotti. Nel trimestre i ricavi hanno raggiunto i 42,1 miliardi di dollari (contro una previsione di 40), l’utile per azione è stato di 1,42 dolalri (contro una stima di 1,30).

E’ MORTO IN UN INCIDENTE IL CEO DI TOTAL. PETROLIO ANCORA GIU’

Una tragedia scuote il mondo dei titoli petroliferi, già sotto stress per la continua discesa dei valori oil. Ieri notte, in un incidente aereo nei pressi di Mosca, è morto il ceo di Total, Christophe de la Margerie, uno dei personaggi più noti ed influenti del settore. Un colpo di scena che potrebbe avere ripercussioni sui prezzi, già sotto stress.

Ieri infatti i titoli petroliferi (Stoxx europeo -2,3%) hanno accelerato la discesa, in seguito al nuovo calo del greggio: Brent a 84,7 dollari al barile (-1,6%). Eni ha perso il 2,2%, Saipem -2,8%, Tenaris -1,6%. A Parigi ancor prima della tragedia, Total era sotto del 2,7%. Tra le utilities buono spunto di Enel +0,3%, inserita nella Premium list di Société Générale. Enel Green Power perde lo 0,8%.

TIRO AL BERSAGLIO SU MPS IN ATTESA DEGLI ESAMI DI FRANCOFORTE

Tiene banco l’attesa degli esami sulle banche della Bce, i cui risultati saranno resi noti domenica 26 ottobre. Sotto tiro MontePaschi -1,8%, dopo un’apertura drammatica (-5%), il recupero dopo la smentita su presunte indiscrezioni sugli stress test, poi di nuovo in ribasso. In vista del cda di fine ottobre Odey Asset Management ha aperto una posizione corta sulla banca pari allo 0,61% del capitale.

Nel resto del comparto Bpm ha perso lo 0,09%, Intesa lo 0,82% Unicredit -0,90%, Ubi banca è giù dello 0,26%. In evidenza Bper +1,44%, Banco Popolare +0,98%. Positiva Mediobanca +0,8%. Fra i finanziari, UnipolSai perde il 3%, Generali -0,2%. 


PIOGGIA DI VENDITE SU MEDIASET. AFFONDA WDF

Giornata di passione per Mediaset -4,3%, dopo che Bernstein ha confermato sul titolo la raccomandazione underperform e il prezzo obiettivo a 1,65 euro, ma ha rivisto lievemente al ribasso le stime sull’utile per azione di quest’anno a 0,03 euro e quelle del prossimo a 0,06 euro. Ancor più rilevanti i timori per i progetti del  gruppo Murdoch, intenzionato a varare l’avvio nel 2015 di trasmissioni in chiaro di Sky.

Positiva Telecom Italia +0,5%. La tempesta su Portugal Telecom mette a rischio la fusione del gestore lusitano con la brasiliana Oì. Ancora un ribasso pesante per World Duty Free -3,9%. Dalle comunicazioni della Consob è emerso che lo scorso 15 ottobre Fmr (Fidelity) ha ridotto la propria quota dal 10% al 9,8%.

INDUSTRIA, AVANZANO PIRELLI E  FINMECCANICA

Fra gli industriali, sono scesi Cnh Industrial -2,7% e Prysmian -2,9%. Positiva Fiat Chrysler +0,3%. Finmeccanica +0,4% in scia ai rumors secondo cui si potrebbe aprire un’asta competitiva tra Hitachi e Cnr/Insigma per la divisione trasporti Ansaldo Sts (+0,86% a 8,77 euro).

Pirelli +0,48% ha beneficiato sia dell’accordo con Rosneft per estendere a un terzo partner la produzione e la fornitura di gomma sintetica in Nakhodka, sia della promozione da underperform a buy di Bank of America (target price alzato da 11,6 a 12,8 euro). Interessante infine il rialzo di De’Longhi +4,4%.

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