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Formigoni, Cl e Lega: le origini politiche dello scandalo Aria

Il fallimento della piattaforma parte da lontano: le prime cause sono i decenni formigoniani e la successiva gestione Maroni, che hanno impoverito la sanità territoriale tagliando ospedali, servizi e personale

Formigoni, Cl e Lega: le origini politiche dello scandalo Aria

Dietro il rovinoso tracollo di Aria, la costosa (22 milioni di euro) piattaforma informatica della Lombardia per le vaccinazioni, vanto del cosiddetto modello lombardo-formigoniano-leghista della Sanità, c’è ben altro che un malfunzionamento tecnico. Questa piattaforma gestisce spese per oltre 5,6 miliardi di euro l’anno ed è una delle tante eredità del sistema sanitario disastrato dall’ex governatore Roberto Formigoni, detto “il Celeste” (in carica dal 1995 al 2013, condannato solo di recente per gravissimi episodi di corruzione). Un sistema contraddistinto da buchi miliardari per corruzione, malversazioni, privatizzazioni selvagge, inefficienze e spaventose incompetenze documentate in decine di processi.

La piattaforma Aria, che – insieme a Lombardia Informatica e a Infrastrutture Lombarde – è feudo della Lega e di Comunione e Liberazione, si è schiantata a pochi giorni dal debutto in pompa magna. Le chiamate per i vaccini che avrebbero dovuto arrivare tra febbraio e marzo non sono partite. Oppure, sono partite ma sbagliate, con folle di anziani in fila, stremati per ore davanti agli ospedali a causa di convocazioni fasulle e soccorsi dalla Protezione Civile. Mentre, invece, buchi colossali di accesso hanno reso possibili vaccinazioni a casaccio, non dovute, a categorie che non avevano diritto alla priorità. Decine e decine di migliaia di iscrizioni sparite, un caos crescente in cui non si capisce ormai più nulla: dove sono finite le iscrizioni alla piattaforma lombarda?

Perché i malati gravi, fragili, quelli che devono essere assolutamente vaccinati, le migliaia e migliaia di anziani e malati che affollano municipi, ospedali e studi dei medici di base per la vaccinazione non ottengono risposte? Non sanno quando e dove riceveranno quella oramai mitica puntura contro il nemico sempre più forte. E quando Aria fa arrivare gli sms o le telefonate, sovente vengono indicate sedi irraggiungibili per chi, ultra 80enne, ha spesso problemi motori, o comunque ha problemi a spostarsi per lunghe distanze. In altri casi vengono comunicati giorni per la vaccinazione già passati oppure orari che prevedono pochissimi minuti per l’appuntamento.

Il neonominato commissario Guido Bertolaso, inferocito, ha definito “una vergogna” il caos di Aria, che però non è solo uno scandalo, ma una tragedia sanitaria con delle vittime, perché sempre di più anziani e malati, non riuscendo a essere vaccinati, stanno di nuovo riempiendo i posti letto delle terapie intensive. Capita anche che chi ha gravi urgenze “sanitarie” ed è a rischio cerchi in altre regioni la salvezza, come ha fatto di recente anche il lombardo Davide Valier, che è riuscito a vaccinarsi a Borgo Trento, in Veneto, ma solo perché era da tempo in cura in quel Comune.

I sindaci non riescono a sopperire alle lacune disastrose della piattaforma, anche perché i decenni formigoniani e la successiva gestione Maroni hanno impoverito la sanità territoriale, tanto che i primi cittadini delle zone più impestate, nell’Alto Lario e nella zona del varesotto, avevano deciso di chiamare direttamente uno per uno gli anziani per tentare di risolvere un problema sempre più insostenibile. Ma la Lega si è opposta, ad esempio con il sindaco di Tradate, Giuseppe Bascialla, che – pur essendo anche medico di base – si è rifiutato di raggiungere telefonicamente gli anziani del Comune. Secondo il consigliere regionale Samuele Astuti del Pd, Bascialla avrebbe preso questa decisione proprio per coprire le inefficienze della piattaforma Aria.

Il 2020 ha evidenziato le pesanti responsabilità del sistema sanitario lombardo, che, come le inchieste della magistratura hanno dimostrato con pesanti condanne, in 40 anni ha abbandonato l’assistenza territoriale, trasferendo alle cliniche private i servizi sanitari più redditizi tramite lucrose “concessioni” e lasciando sulle spalle del servizio sanitario regionale, cioè dei lombardi, quelli “poveri”. Un gigantesco trasferimento di risorse alle cliniche private accompagnato tagli di ospedali locali, servizi e personale, soprattutto per quanto riguarda i medici di base.

Ed è per questo che dietro il fallimento di Aria ci sono non tanto e solo l’incompetenza del duo Fontana-Gallera, ma soprattutto i decenni del “Celeste”, con una lunghissima fila di assessori, consiglieri e imprenditori legati in vario modo a Cl, Lega e Forza Italia.

1 thoughts on “Formigoni, Cl e Lega: le origini politiche dello scandalo Aria

  1. Articolo vergognoso e diffamatorio. Aria è stata creata quando Formigoni non era più presidente da un pezzo. Questa è disinformazione.

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