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Ford taglia 7mila posti di lavoro: licenziamenti e uscite volontarie

Uscite volontarie, ma anche licenziamenti veri e propri – Colpiti soprattutto i manager – La società prevede risparmi pari a 600 milioni di dollari l’anno

Brutte notizie per i dipendenti di Ford. La casa automobilistica Usa taglierà il 10 per cento della sua forza lavoro. In numeri, si tratterà di 7mila uscite. I dipendenti riceveranno le prime “notifiche” già da domani, martedì 21 maggio, e il piano sarà completato entro la fine di agosto nell’ambito del progetto di ristrutturazione da 11 miliardi di dollari lanciato lo scorso luglio. Il colosso di Detroit ha anche comunicato l’intenzione di chiudere tre impianti di costruzione di automobili in Russia, uno in Europa e uno in Brasile.

L’annuncio è arrivato direttamente dall’amministratore delegato di Ford, Jim Hackett, che ha inviato una mail ai dipendenti di Ford per rendere note le intenzioni dell’azienda. Le 7mila uscite si tradurranno, ha spiegato il ceo dell’azienda, in uscite volontarie, ma anche in veri e propri licenziamenti. Inoltre saranno congelate tutte le posizioni aperte.

Attraverso questi tagli, Ford prevede di risparmiare 600 milioni di dollari l’anno.

Secondo quanto previsto, gli esuberi colpiranno soprattutto gli Stati Uniti, dove sono previste 2.400 uscite. L’impatto più pesante sarà sui profili dirigenziali. Hackett ha precisato infatti che l’azienda eliminerà quasi il 20% dei manager. “Le mosse pianificate da Ford ridurranno la struttura di gestione dell’azienda di quasi il 20%”, spiega infatti l’email, dove il numero uno di Ford sciorina anche i progressi ottenuti nel periodo. “Abbiamo anche fatto progressi significativi nell’eliminare la burocrazia, accelerare il processo decisionale e guidare l’empowerment come parte di questa riprogettazione”.

Ricordiamo che lo scorso marzo, Ford ha annunciato anche l’intenzione di ristrutturare le sue attività in Europa, stabilendo circa 5mila “separazioni volontarie” in Germania. La società aveva anche dichiarato di voler tagliare posti di lavoro anche nel Regno Unito, ma fino ad oggi non ha fornito ulteriori informazioni in proposito.

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