Condividi

Fondi al lavoro sui portafogli: è l’ora degli acquisti di primavera ma la guerra frena l’entusiasmo. Scatta Saipem

I gestori dei Fondi entro fine mese devono ristabilire il mix bond-azioni e così si spiegano in parte i rialzi degli ultimi giorni – Oggi listini depressi

Fondi al lavoro sui portafogli: è l’ora degli acquisti di primavera ma la guerra frena l’entusiasmo. Scatta Saipem

Viaggiano sotto la parità le Borse dopo il rally delle ultime sedute. Gli operatori, dopo le emozioni di un mese assai difficile tra venti di guerra e tensioni sui tassi legato alle banche centrali, guardano ormai alle scadenze del primo trimestre quando dovranno pubblicare la prima pagella dell’anno finanziario, assai attesa dagli investitori, ansiosi di capire come i loro gestori hanno saputo affrontare le tempeste.

Entro fine mese forte sistemazione dei portafogli

Questi ultimi, intanto, sono alle prese con la sistemazione dei portafogli, anche alla luce degli statuti, un elemento che gioca un ruolo determinante quando si avvicinano le scadenze del calendario: i fondi, specie quelli bilanciati, devono rispettare un mix preciso tra azioni ed obbligazioni, cosa non facile in circostanze eccezionali come quelle appena attraversate.

Basti pensare alla sorpresa negativa della cancellazione dei bond russi in portafoglio che ha obbligato BlackRock a cancellare 17 miliardi di dollari di valore.  O le preoccupazioni di Norges Bank, la Banca centrale norvegese che gestisce il gigantesco fondo sovrano da 1.300 miliardi di dollari. Il gigante che amministra le pensioni del Paese scandinavo, dopo il forte crollo dei mercati azionari di fine febbraio inizio marzo, ha dovuto ripristinare il giusto mix tra azioni e obbligazioni nel suo gigantesco portafoglio, un’operazione da 22 miliardi di dollari. Secondo JP Morgan complessivamente i fondi bilanciati, i fondi pensione e i fondi sovrani sono stati costretti a comprare azioni per un totale di 230 miliardi di dollari entro fine marzo solo per ribilanciare i portafogli.

Migrazioni eccezionali di capitali e fuga dall’Europa

Lo shock dell’attacco russo, insomma, ha provocato migrazioni eccezionali di capitali, con l’iniziale uscita dai portafogli delle azioni, specie quelle europee, e l’aumento dell’esposizione verso i mercati obbligazionari. Ma la stretta della Fed e delle altre banche centrali (con l’eccezione del Giappone) ha inoltre favorito un piccolo terremoto nelle posizioni aperte sui bond. Fenomeni che spiegano in parte i rialzi dei mercati azionari degli ultimi giorni che, a giudicare dall’andamento riflessivo della mattinata, sembrano ormai esauriti, così come le tensioni sui mercati obbligazionari. Solo il petrolio resta in grande fermento: +2,6% spinto dalle aspettative di nuove sanzioni contro la Russia e sulla notizia che il terminal vitale del Mar Nero potrebbe subire interruzioni per le prossime settimane a causa di una tempesta. Assai meno agitate le acque dei listini, compresi i future di Wall Street. 

Borsa di Milano si concentra su Saipem, Leonardo e Telecom Italia

 A Piazza Affari, in calo di mezzo punto circa, l’attenzione si concentra su alcuni temi societari:

  • Primo fra tutti il futuro recupero di Saipem, quasi +7% in attesa del piano di ristrutturazione che verrà annunciato venerdì. Gli azionisti Eni, CDP e un pool di banche sono pronti ad anticipare 1,5 miliardi di euro di un futuro aumento di capitale complessivo da 2 miliardi di euro. Lo hanno riferito due fonti martedì, aggiungendo che al momento la volatilità dovuta alla guerra in Ucraina non permette di lanciare sul mercato una ricapitalizzazione. 
  • Effervescente Leonardo + 2,6% al centro dei progetti sulla Difesa che saranno affrontati dal prossimo vertice europeo. 
  • In buona evidenza anche Telecom Italia +1,2%: è attesa per oggi  la lettera di risposta di KKR alle richiesta di informazioni da parte di TIM rispetto alla struttura e ai termini dell’offerta dovrebbe arrivare. Lo anticipa Reuters, spiegando che si tratterà  di un passaggio interlocutorio nell’ambito del dialogo formale avviato dopo il Cda del 13 marzo. Intanto si fa sotto Cvc, il fondo interessato  in particolare alla ServCo, la società dei servizi che dovrebbe costituire una delle due gambe di Tim discendente dal piano Labriola in cui ci saranno  Noovle, Olivetti, Telsy, il mobile, il business e consumer e Tim Brasil.

Commenta