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Fmi: in Italia ancora troppe filiali bancarie

Il Paese ha lo stesso problema di Portogallo e Spagna, secondo l’istituto di Washington – I crediti deteriorati nell’Eurozona sono scesi “negli ultimi due anni solo di 120 miliardi e viaggiano ancora a quota mille miliardi di dollari”, ha aggiunto il vicedirettore del dipartimento Monetario e dei mercati dei capitali, Peter Dattels.

Fmi: in Italia ancora troppe filiali bancarie

In Italia, così come in Portogallo e Spagna, “c’è un numero alto di filiali o di staff rispetto agli asset bancari”. Lo sostiene il Fondo monetario internazionale nel suo Global Financial Stability Report (Gfsr), il rapporto redatto nell’ambito dei lavori primaverili in corso a Washington. In esso l’istituto guidato da Christine Lagarde aggiunge che nel nostro Paese c’è anche “un grande numero di istituti di credito e una concentrazione bassa”.

Nello stesso rapporto l’Fmi ricorda, senza citarle, che “due grandi banche popolari si sono fuse” (il Banco Popolare e la Banca Popolare di Milano, unite nel Banco Bpm) e che le riforme del settore bancario cooperativo – volte a rafforzare la governance – sono state adottate.

I crediti deteriorati nell’Eurozona sono scesi “negli ultimi due anni solo di 120 miliardi e viaggiano ancora a quota mille miliardi di dollari“. Lo ha detto Peter Dattels, vicedirettore del dipartimento Monetario e dei mercati dei capitali del Fondo monetario internazionale, sempre parlando nel corso della conferenza stampa a commento del Global Financial Stability Report, nel corso della quale ha sottolineato che il totale è ancora significativo e che questa rappresenta una cattiva notizia.

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