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Finali Nba: un grande Lebron porta Miami sul 3 a 1, ora il titolo è a un passo

Finali Nba: i Miami Heat, guidati da uno straordinario Lebron James, battono ancora gli Oklahoma City Thunder e si portano sul 3 a 1, a un passo dalla vittoria del titolo – I Thunder partono benissimo, spinti da un Westbrook da 43 punti, ma poi si sciolgono – Così così Durant, delude Harden, per gli Heat grandi prove anche di Wade e Chalmers.

Finali Nba: un grande Lebron porta Miami sul 3 a 1, ora il titolo è a un passo

Se cercavate delle emozioni forti, ieri notte Miami era il posto giusto. Gara 5 delle finali Nba è stato un piatto succulento, infatti, probabilmente il più gustoso della serie. Sul menù lo scontro frontale tra due grandi prestazioni inviduali (un Lebron stratosferico da 26 punti, 9 rimbalzi e 12 assist contro uno straordinario Westbrook), delusioni ed emozioni, con quel pizzico di eroismo, sempre di Lebron, che dà più gusto alla portata.

Ma quello che più conta è che Miami vince ancora (104 a 98) e si porta sul 3 a 1, e adesso ha sulla racchetta 3 match point, con ancora una partita da disputare in casa prima di tornare, eventualmente, nell’Oklahoma.

Non un buon segno per i thunder, contro cui, oltre all’inesperienza, a questo punto gioca anche la storia. Da quando esiste la Nba, infatti, soltanto otto squadre hanno rimontato da uno svantaggio di 3 a 1, una percentuale quasi insignificante, anche se, nello sport, finchè c’è vita c’è sempre speranza.

I Thunder, dati da molti come i favoriti, si sono fatti male con le loro stesse mani, dopo un primo quarto dominato in lungo e in largo e chiuso sul 33 a 19, grazie ad un ispiratissimo Westbrook (alla fine saranno 43 i suoi punti, con 5 assist).

Il secondo quarto, infatti, si è aperto con un parziale terrificante di Miami, che segna 13 punti (a 0) in un amen, 8 dei quali firmati dall’eroe per caso Norris Cole, mentre James sforna assist a ripetizione e dall’altra parte Westbrook continua a fare il bello e il cattivo tempo. Il primo tempo si chiude sul 49 a 46 per i Thunder, per loro tutto da rifare.

Nel terzo quarto continua la rimonta degli Heat, guidati da Wade e Lebron, con l’aiuto di un buon Bosh (13 punti e 9 rimbalzi) e di un altro eroe a sorpresa, il criticatissimo play Mario Chalmers (25 punti per lui), che a suon di triple inizia a scavare il primo, piccolo solco, portando gli Heat sul +7, prima che Westbrook e un Durant sottotono riducano le distanze sul 79 a 75 con qui si chiude il quarto.

Stesso copione nel quarto conclusivo: i Thunder cercano di rimettere la testa avanti, ma vengono sempre ricacciati indietro. A 5’ dalla fine succede l’incredibile: durante un contropiede Lebron James finisce a terra e si fa male a un ginocchio. Miami chiama time-out, ma al rientro in campo Lebron non c’è. Per gli Heat è come se si fosse spenta la luce. I Thunder segnano 4 punti (a 0) e si portano nuovamente avanti (94-92). A Quel punto Lebron rientra e segna una tripla incredibile, senza ritmo, zoppiccando vistosamente, una tripla che, insieme ai canestri di Bosh e Wade, porta Miami sul +5.

La partita sostanzialmente finisce qua. Ogni tentativo è vano, per i Thunder, nonostante un sovrumano Westbrook, ogni resistenza è inutile. Chalmers è freddo dalla lunetta e chiude la partita. Per Miami, nella notte tra giovedì e venerdì, ci sarà la possibilità, vincendo, di mettersi al dito l’agognato anello. Per Lebron sarebbe il primo. Visto quanto successo fino ad oggi, nessuno lo meriterebbe più di lui.

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