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Fim: Bentivogli confermato segretario generale

Confermato il leader dei metalmeccanici della Cisl. “La globalizzazione e l’Euro hanno fatto bene al lavoro”. Tanti gli spunti usciti dal 19esimo Congresso Fim, importante la tavola rotonda “Il Lavoro 4.0” con il ministro Calenda

Marco Bentivogli, 47 anni, confermato alla guida della segreteria dei metalmeccanici della Cisl con il 97 % dei voti. Si sono chiusi a Roma i lavori del XIX Congresso della Fim. Una tre giorni ricca di appuntamenti, in cui sono stati affrontati diversi temi. Tra gli appuntamenti di rilievo, la tavola rotonda “Le sfide rigenerative del sindacato delle nuove generazioni”, con la partecipazione di Alessandro Rosina, Fabiano Longoni, Leonardo Becchetti, Peppe Pagano, ma soprattutto “Il Lavoro 4.0”, con il ministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, Francesco Seghezzi e Marco Bentivogli.

Importante il contributo offerto dagli ospiti del sindacato internazionale, Valter Sanches (IndustriAll Global Union) e Luc Triangle (IndustriAll Europe Union). Diversi gli spunti emersi durante il ricco dibattito dei delegati, nonché del report “Position paper Fim” su formazione professionale e della ricerca sulle pensioni realizzata dal Network Giovani della Fim.

Lavori congressuali iniziati con l’orchestra della “Sanitansamble” e con i saluti del direttore della Caritas di Roma, Don Enrico Feroci.
Il 19mo congresso della Fim si è aperto nel segno della speranza, contro le cassandre che ogni giorno ci propinano una visione del futuro sempre peggiore. C’è invece la necessità di guardare con speranza al futuro e al cambiamento, un cambiamento che deve trovare spazio e rinnovamento anche nel sindacato a partire dalla necessità di partecipazione e inclusione dei giovani: il sindacato deve tornare ad essere il luogo dove poter esprimere le migliori aspettative dei giovani.

Populismo e disinformazione erodono la democrazia, il sindacato non può stare a guardare deve tornare ad essere soggetto educatore. La tecnologia e i cambiamenti in atto nel lavoro aprono molte opportunità, per liberarci non del lavoro, ma nel lavoro, il cambiamento va affrontato e umanizzato non combattuto.

L’Europa, l’euro, la globalizzazione e la tecnologia hanno fatto meglio al lavoro, rispetto ai tanti soldi, anche pubblici, spesi male.

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