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Fiat e banche alla ribalta nel giorno della Consob. Piazza Affari stamani inizia bene

A Detroit i piani di Marchionne e per l’Alfa scatta l’ora X – Bpm e Bper: aumenti di capitale al via – Oggi il presidente Vegas illustra la relazione al mercato della Consob – Stamani Piazza Affari inizia bene – Btp, Bund e Bono alle stelle in attesa della Bce – Sul piano internazionale preoccupano la frenata della Cina e la crisi ucraina

Fiat e banche alla ribalta nel giorno della Consob. Piazza Affari stamani inizia bene

FIAT E BANCHE ALLA RIBALTA NEL GIORNO DELLA CONSOB
LA FRENATA DELLA CINA E L’UCRAINA PESANO SUI LISTINI

La locomotiva cinese continua a rallentare. E’ quanto emerge dal dato Pmi, che segnala l’andamento dell’attività manifatturiera (48,4) ancora debole, in ribasso per il quarto mese consecutivo . Intanto dall’Ucraina continuano a soffiare venti di guerra: una stazione di polizia ad Odessa è stata espugnata dalle milizie separatiste.

Ripiega, di riflesso, la Borsa di Shanghai -0,75%. Le tensioni geopolitiche spingono intanto al rialzo l’oro (1305 dollari l’oncia) in un mercato sottile, condizionato dalla chiusura per festività, oggi e domani, di Tokyo e della Borsa della Corea.

Si riparte così dopo la settimana “corta”, che ha comunque registrato non poche novità: la ripresa dell’occupazione Usa e i fuochi d’artificio dei vari M&A (Pfizer-Astra in testa). Intanto, in attesa del direttorio della Bce di giovedì 8. la Commissione europea rilascerà oggi le previsioni di primavera. Domani sarà la volta di Eurogruppo ed Ecofin in cui il ministro Pier Carlo Padoan potrà portare sul tavolo comunitario i primi provvedimenti per il rilancio dell’economia. Sulla ripresa, ha dichiarato Padoan ieri in tv, ci saranno “sorprese positive nella seconda parte dell’anno”.

Il bilancio settimanale di Piazza Affari si è chiuso in parità: l’indice è sceso dello 0,1%. Da inizio anno il rialzo è però del 14,8%. Un risultato lusinghiero, ovvero il miglior regalo per i primi 40 anni della Consob celebrati stamane dal presidente Giuseppe Vegas nella consueta relazione annuale.

Wall Street ha chiuso venerdì in rosso, ma il bilancio della settimana registra un discreto rialzo: S&P 500 +1 % (dopo un record assoluto intraday); Dow Jones +0.9% (e nuovo massimo). Meglio di tutti il Nasdaq +1,2%.

Sabato si è tenuta la consueta adunata dei soci di Berkshire Hathaway, il gigante da 300 miliardi di patrimonio amministrato da Warren Buffett: il saggio di Omaha h espresso fiducia nell’economia Usa, anticipato nuove acquisizioni sia da solo che in abbinata con la 3G Capital guidata dall’ex campione di tennis Jorge Paulo Lemao.

L’indice Stoxx 600 delle Borse europee è salito in settimana dell’1,2%. A questo risultato hanno contribuito fortemente le operazioni di Merger & Acquisition, che sono alla base dei rialzi del colosso farmaceutico inglese AstraZeneca +17% e della francese Alstom +10%. Da inizio anno nel mondo sono state annunciate operazioni di m&a per un controvalore di 1.000 miliardi di dollari. Il calcolo è di Bloomberg, che sottolinea che quest’anno la soglia dei mille miliardi di dollari è stata toccata ben 54 giorni prima di quanto accaduto nel 2013, soprattutto grazie a una concentrazione di operazioni annunciate in aprile per un totale di 300 miliardi, senza contare 175 miliardi di offerte di acquisto che sono invece state respinte o che stanno ancora aspettando una risposta.

BTP, BUND E BONO ALLE STELLE IN ATTESA DELLA BCE

Nell’attesa del vertice della Bce di giovedì i mercati comprano obbligazioni a piene mani un po’ su tutti i mercati (Emergenti compresi) con un occhio spinta particolare alla cosiddetta periferia d’Europa.

Il Btp ha toccato un nuovo record con il rendimento del decennale al minimo storico di 3,03%. Lo spread con il Bund è a quota 158. Ancor meglio ha fatto la Spagna: il rendimento del Bonos è sceso al 2,97% ai minimi dai primi anni Novanta. Intanto l’Irlanda ha ormai agganciato i rendimenti dei gilt britannici. Risultati ancora più clamorosi riguardano Portogallo, Grecia (dall’8,4 al 6,1%) e Cipro.

Ma la pioggia degli acquisti ha coinvolto anche i mercati “core”: il decennale tedesco è sceso a 1,45% da 1,9%, il titolo tedesco a 3 mesi è tornato in terreno negativo; il T bond Usa chiude la settimana al 2,58%, il trentennale rende meno del 3,4%.

Su tutti i mercati pesa l’assenza di inflazione, fattore che allontana le tensioni sui tassi ma smorza gli entusiasmi, come ha confermato venerdì la reazione fiacca della Borsa Usa e la successiva frenata del dollaro dopo i brillanti dati sull’occupazione Usa.

LISBONA SI LIBERA DELLA TROIKA. SALGONO (IN RITARDO) I RATING

Dopo Dublino, Lisbona. Ieri il Portogallo è uscito dalla procedura di salvataggio della troika, senza chiedere alcun ombrello protettivo in vista delle prossime aste di titoli pubblici. Una scelta confortata dall’andamento della “periferia” d’Europa: l’Irlanda ha ormai agganciato i rendimenti dei gilt britannici. Intanto i rendimenti della Grecia , data per spacciata un anno fa, sono scesi al 6,1%).

I flussi verso la “periferia” d’Europa, da qualcuno giudicata a rischio bolla, sono favoriti dai giudizi, al solito pro-ciclici (anzi tardivi) delle agenzie di rating: venerdì è arrivata anche la promozione da parte di Fitch della Slovenia (outlook da negativo a stabile). In precedenza l’agenzia aveva migliorato il voto di Italia, Spagna, Portogallo e Cipro. Moody’s negli ultimi mesi ha promosso Irlanda e Spagna ed alzato l’outlook per altri sette Paesi dell’eurozona (tra cui Italia e Germania). Standard & Poor’s, infine, ha alzato l’outlook sul Belgio. L’unica “bocciatura” riguarda la Finlandia: S&P ha confermato la tripla A ma abbassato l’outlook a negativo. Un nuova spinta potrebbe arrivare venerdì quando Moody’s e S&P annunceranno i nuovi voti sul Portogallo.

ALFA, SCATTA L’ORA X. A DETROIT I PIANI DI MARCHIONNE

L’evento clou della settimana sarà senz’altro la presentazione della trimestrale e del business plan di Fiat Chrysler Automobile. A Detroit Sergio Machionne illustrerà un piano che promette di essere “più che ambizioso”, imperniato su un obiettivo di oltre 6 milioni di auto entro il 2018) e utili eccellenti, con la rinascita di un’ Alfa Romeo autonoma, un marchio da associare il più possibile a Maserati, non escluso il trasferimento della sede a Modena. Ma anche su un piano Cina per Jeep, una strategia autonoma per il Brasile e la nascita di un marchio low cost.

Grande l’attesa tra gli analisti. Ma altrettanto grande la cautela. Come riuscirà Marchionne a finanziare il piano? Il gruppo, che dopo aver completato l’acquisto di Chrysler, accusa un debito che supera i dieci miliardi, si accinge infatti ad affrontare investimenti che prevedono, per il solo rilancio dell’Alfa, investimenti per 9 miliardi. A fine marzo, in assemblea, Marchionne ha detto che potrebbe proseguire senza rafforzamenti di capitale, aggiungendo però che il prestito convertendo (1,5 miliardi di euro) resta possibile. Il piano avrà però bisogno di molta cassa. Non sono escluse perciò altre novità vedi la possibile Ipo di Ferrari o di Maserati.

Di sicuro, come ha scritto Max Warburton di Alliance Bernstein “un piano credibile con investimenti credibili vuol dire per Fca non generare utili di cassa e non dare dividendi agli azionisti per almeno 3-4 anni”.

Fiat da inizio 2014 guadagna il 47% circa.

Nell’automotive riflettori accesi anche su Brembo + 5,5% a 28,13 euro, spinta da Mediobanca che ha alzato il target price a 31 euro dai precedenti 27 euro, con conferma della raccomandazione positiva Outperform. Il titolo è salito in Borsa del 100% nel 2013 e del 43% da inizio anno.

RCS, NOMINA TECNICA (CREMISI) AL POSTO DI PESENTI

Il Cda di Rcs MediaGroup ha deciso ieri sera di proporre ai soci di integrare il board con Teresa Cremisi, presidente e direttore generale di Flammarion, la casa editrice francese ceduta due anni fa. Lo hanno deciso i consiglieri questa sera, in vista dell’assemblea degli azionisti che si terrà giovedì prossimo, 8 maggio. Cremisi, che sostituirà il dimissionario Carlo Pesenti, è anche amministratrice di Rcs Libri (intende dimettersi se eletta).

i soci dovranno esprimersi anche sulla conferma di Attilio Guarneri, proposto dagli eredi di Giuseppe Rotelli e già cooptato nel board come primo dei non eletti nella lista di minoranza.

Gli azionisti dovranno anche votare la modifica dello statuto fissando il numero di consiglieri da un minimo di sette a un massimo di undici, con l’assegnazione di due terzi dei posti alla lista più votata e di un terzo alle minoranze. All’assemblea di giovedì verrà sottoposta anche la proposta di convertire in azioni ordinarie i titoli risparmio di entrambe le categorie.    

ENI, SI CHIUDE L’ERA SCARONI, ATLANTI TIFA ETIHAD

Assemblea storica, giovedì, in casa Eni. Si chiude infatti l’era di Paolo Scaroni ai vertici del cane a sei zampe, con il passaggio del testimone a Claudio Descalzi, già alla guida del settore esplorazione e protagonista delle fortunate scoperte dei giacimenti in Mozambico.

Tra gli altri appuntamenti della settimana, martedì l’approvazione delle trimestrali di Finmeccanica e di Snam. Il giorno seguente sarà la volta delle trimestrali di Enel Green Power e Pirelli, mentre giovedì 8 maggio toccherà a CNH Industrial, Enel e Mediobanca. La settimana terminerà con l’approvazione dei conti di Atlantia, sotto i riflettori per le ricadute dell’accordo, ancora da definire, tra Alitalia ed Etihad. La strategia della compagnia di Abu Dhabi prevede un ruolo chiave per l’hub di Fiumicino.

Oggi staccano il dividendo: Astm, Banca Profilo, Popolare Sondrio, Banco Desio, Banco di Sardegna, Centrale Latte Torino, Enervit, Esprinet, Mutui Online, Leone Film Group, Saes Getters, Save, Valsoia.

MEDIASET AVANZA GRAZIE ALLA SPAGNA

Mediaset ha chiuso la settimana in cima alla top ten di Piazza Affari con un rialzo del 7,4%. Il mercato attende novità dalla Spagna. Secondo recenti indiscrezioni, potrebbe essere vicino l’accordo con Prisa per l’acquisto del 56% di D+, la piattaforma spagnola di tv digitale a pagamento di cui Mediaset ha già una quota del 22%.

A condurre le trattative sarebbe Telefonica, proprietaria di un altro 22%, che starebbe per presentare un’offerta vicina agli 800 milioni chiesti da Prisa, e vorrebbe coinvolgere Mediaset nell’acquisto.

AL VIA L’OPERAZIONE BPM. ANCHE BPER AUMENTA IL CAPITALE

Prende il via stamane l’aumento di capitale della Banca Popolare di Milano per 500 milioni di euro che venerdì ha chiuso piatta una seduta che l’ha vista veleggiare oltre 0,76 euro. In settimana il titolo ha perduto il 3,4%. I diritti saranno negoziabili fino al 16 maggio. Il prezzo di riferimento rettificato è pari a 0,6475 euro, mentre il valore di riferimento unitario dei diritti sarà invece pari a 0,0784 euro. Il prezzo di sottoscrizione sarà di 0,43 euro, con un rapporto di 9 azioni di nuova emissione ogni 25 azioni possedute. Lo sconto sul prezzo teorico post stacco del diritto è pari al 31,76%.

L’aumento ha un costo complessivo di 26 milioni di euro tra spese e commissioni riconosciute al consorzio di garanzia. In settimana sarà anche approvata la trimestrale dell’istituto.

Parte stamane anche il raggruppamento delle azioni del Monte Paschi in ragione di una nuova azione ordinaria ogni cento possedute. L’istituto di Siena è stato il fanalino di coda (-4%) del listino nell’ultima settimana.

Lo stoxx italiano ha ceduto venerdì lo 0,16%, quello europeo lo 0,48%.

Pamplona Capital Management ha limato la propria partecipazione in Unicredit portandola al 4,877% dal 5,001% che deteneva a giugno 2012.

Tonica Carige +5,55% dopo che nell’assemblea di ieri i vertici hanno ribadito che l’aumento di capitale da 800 milioni è sufficiente, mentre la Fondazione è pronta a scendere fino al 19% del capitale.

In evidenza anche Bper +1,27% venerdì grazie anche a Banca Akros che ha stimato dei buoni risultati per il gruppo nel primo trimestre. Domani si riunisce il cda dell’istituto: all’ordine del giorno un aumento di capitale nell’rdine di 800 miioni.

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