Dopo mesi di affanno, il settore del lusso sembra finalmente intravedere qualche spiraglio di luce. I conti trimestrali positivi di Ferragamo e Prada, pubblicati ieri a mercati chiusi, hanno innescato un vero e proprio rally dei titoli sia a Piazza Affari sia a Hong Kong. Sul listino secondario di Borsa italiana, Ferragamo ha segnato un +13,08% a 7,09 euro, tanto da richiedere la sospensione del titolo per eccesso di rialzo, mentre il gruppo milanese a Hong Kong ha registrato un +6,44% a 49,28 dollari hongkonghesi. Tuttavia, il resto del comparto mostra un quadro più eterogeneo: Lvmh e Kering segnano lievi cali, mentre Hermès, Brunello Cucinelli e Moncler continuano a correre. Nei giorni scorsi, a trascinare il mercato erano stati i colossi francesi: Lvmh aveva chiuso la scorsa settimana con una trimestrale solida, +1% di ricavi organici, spingendo le azioni di oltre il 14% a Parigi e innescando un rally europeo da circa 80 miliardi di dollari. Ieri è stata invece la volta di Kering, con vendite superiori alle attese, che hanno confermato l’ottimismo sul comparto.
Ferragamo: ricavi in ripresa nonostante debolezza in Asia
Salvatore Ferragamo consolida la propria strategia e torna a crescere. Nel terzo trimestre 2025 il gruppo fiorentino ha registrato ricavi consolidati per 221 milioni di euro, in aumento dell’1,7% a tassi di cambio costanti e stabili a tassi correnti rispetto allo stesso periodo del 2024, superando leggermente le attese grazie a una contrazione più contenuta del canale wholesale e al contributo positivo di 7 milioni derivante da coperture. A trainare le vendite è stato il canale direct-to-consumer (Dtc), con 169 milioni di euro di ricavi (+4,4% a cambi costanti), in accelerazione rispetto al secondo trimestre (-5,4%), grazie alla forte crescita in Nord America e America Latina e a risultati solidi in Europa, che hanno compensato la debolezza del mercato asiatico (-10,5%). Nei primi nove mesi dell’anno, i ricavi consolidati ammontano a 695 milioni di euro (-4,5% a cambi costanti), con il Dtc che si conferma motore principale, oltre il 75% del totale. Ferragamo prosegue nel rilancio integrando design, prodotto, comunicazione e distribuzione: le collezioni core di calzature e pelletteria si rafforzano, mentre la linea di borse Hug e la nuova collezione di calzature donna Vara confermano il successo dei prodotti. Il management prevede ulteriori miglioramenti del Dtc anche nel quarto trimestre, nonostante i confronti più sfidanti.
Prada: oltre 4 miliardi nei primi nove mesi, Miu Miu guida la ripresa
Trimestrale in ripresa anche per Prada. Il gruppo guidato da Andrea Guerra ha sfondato il tetto dei 4 miliardi di euro di ricavi nei primi nove mesi, con una crescita del 6% (+9% a cambi costanti). A trainare la performance è ancora Miu Miu, con vendite retail in aumento del 41%, mentre il marchio principale, Prada, mostra resilienza nonostante un lieve calo trimestrale (-1%). Sul piano geografico, le Americhe crescono dell’11%, il Medio Oriente del 18%, e l’Asia Pacifico registra segnali di ripresa, con miglioramenti anche in Cina. I dati confermano che il mercato del lusso nella Repubblica popolare sembra riprendersi, trend evidenziato anche da Lvmh e Hermès, mentre Ferragamo e Zegna continua a risentire di un calo significativo in questa area.
Zegna: nel terzo trimestre i ricavi migliorano, ma pesa la Cina
Anche Ermenegildo Zegna mostra segnali positivi. I ricavi dei primi nove mesi 2025 ammontano a 1,32 miliardi di euro (-2,3% su base annua), ma nel terzo trimestre il fatturato accelera del 3,6%, apprezzato dal mercato. A Wall Street il titolo ha chiuso in rialzo di quasi il 3%. A spingere la crescita è il canale direct-to-consumer, in aumento del 9,1% su base organica, con il brand Zegna a +7,4%, Thom Browne +10% e Tom Ford fashion +16,4%. Tutte le principali aree geografiche mostrano miglioramenti organici, con le Americhe in doppia cifra (+13%) e l’Europa a +2,6%. Il ceo Gildo Zegna ha sottolineato l’ottima accoglienza delle collezioni autunno-inverno e dei recenti fashion show, confermando fiducia negli obiettivi di medio termine, nonostante le sfide di domanda e volatilità valutaria.