Condividi

Fed più vicina al rialzo dei tassi per la crescita dei posti di lavoro e le Borse soffrono: spread oltre 210

La crescita dei posti di lavoro negli Usa dà mano libera alla Fed per l’aumento dei tassi e le Borse finiscono tutte in rosso – Piazza Affari tra le peggiori mentre lo spread si allarga

Fed più vicina al rialzo dei tassi per la crescita dei posti di lavoro e le Borse soffrono: spread oltre 210

Borse in rosso e titoli di Stato in rialzo oggi sui mercati, scossi dalle preoccupazioni espresse da Elon Musk sul futuro dell’economia e dalla crescita oltre le attese del lavoro e dei salari negli Usa, che viene letta in chiave Fed e fa temere una stretta maggiore di quanto sperato. Gli investitori temono che il cambio di politica monetaria possa provocare una recessione, anche se il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, cerca di mandare un messaggio rassicurante: abbasseremo l’inflazione – dice – senza intaccare la crescita, anzi correremo più forte dei cinesi. Il Pmi servizi di maggio però è sotto le stime. 

Il quadro macroeconomico sostiene in ogni caso il dollaro. L’euro tratta in lieve ribasso contro il biglietto verde intorno a 1,071. Il petrolio viaggia sostenuto senza preoccuparsi dell’incremento della produzione deciso ieri dall’Opec+. Il Brent si apprezza dell’1% circa intorno a 119 dollari al barile.

Milano in maglia nera; vola lo spread

Piazza Affari chiude in maglia nera in Europa e perde l’1,06%, scendendo a 24.166 punti base, con le banche che zavorrano il listino, mentre lo spread vola e si allarga a 213 punti base, +4,09% rispetto alla chiusura di ieri. Il rendimento del Btp decennale tocca i massimi da quattro anni e chiude a +3,4%, mentre il Bund aumenta a +1,27%.

Per dirla con l’ex ministro Pier Carlo Padoan “il debito italiano viene visto come un fattore di criticità come purtroppo avveniva qualche anno addietro. Quindi è un tema ulteriore da inserire in un contesto di ripresa della crescita ma anche di riduzione del debito”.

Nell’azionario i ribassi sono più contenuti ad Amsterdam -0,39%, Parigi -0,23%, Francoforte -0,16%, Madrid -0,16%, in un contesto di scambi ridotti per l’assenza di Londra, sempre in festa per i 70 anni di regno di Elisabetta II.

Wall Street in calo con Tesla 

Wall Street ha aperto in ribasso e sta proseguendo sulla via delle perdite complice il tonfo di Tesla (-8%), dopo che il ceo Musk, in una mail, ha detto di avere “una pessima sensazione sull’economia” e ha invitato i dirigenti a tagliare il 10% dei posti di lavoro. Le preoccupazioni di Musk si sommano a quelle viste nei giorni scorsi di altri attori di primo piano nella scena economico-finanziaria americana.

Coinbase Global perde l’8,7% dopo che la piattaforma di criptovalute ha annunciato un blocco delle assunzioni a tempo indeterminato. Apple è il titolo peggiore sul Dow Jones, -4,41%, preoccupata forse dalla notizia che parlamentari e Stati dell’Ue sarebbero vicini ad un accordo per il caricatore unico, una prospettiva poco gradita dall’azienda di Cupertino.  Tra le big tech arretra ancora Meta (-3,7%). 

Cresce il lavoro negli Usa

Il mese scorso negli Stati Uniti sono stati guadagnati 390.000 posti di lavoro (escluso il settore agricolo), ben oltre le attese. Il dato di aprile è stato rivisto da +428.000 a +436.000, mentre quello di marzo è stato ridotto da +428.000 a +398.000. La disoccupazione è rimasta al 3,6%, il miglior dato dall’inizio della pandemia, con attese per un calo al 3,5%. I salari orari medi sono aumentati di 10 centesimi, lo 0,31%, a 31,95 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 5,24%. La settimana media lavorativa è rimasta invariata a 34,6 ore. La partecipazione della forza lavoro è aumentata dal 62,2% al 62,3%.

Le previsioni di una banca centrale sempre più falco, pesano sui T-Bond, che mostrano prezzi in calo e tassi in rialzo. Il decennale segna +2,946%.

Rallenta il settore servizi nella zona euro

Con le banche centrali sotto pressione per un cambio epocale di politica monetaria e gli investitori preoccupati che questo possa frenare la crescita economica, fa un po’ paura anche il rallentamento del settore servizi nella zona euro.

Secondo gli indici Pmi, definiti con interviste ai direttori agli acquisti, nell’area della moneta unica, il settore servizi a maggio scende al minimo da due mesi, vale a dire a 56,1 punti, restando in ogni caso ben oltre la linea di 50 che separa contrazione da espansione. In Italia la flessione è a 53,7 punti. 

Non solo Europa e Usa sono alle prese con inflazione e rischi sulla crescita, anche se non tutte le banche centrali reagiscono allo stesso modo. La Turchia per esempio va in controtendenza, anche se l’inflazione a livello annuale ha toccato mostra un incremento impressionante, +73,5%, ai massimi degli ultimi 20 anni. Su base mensile la corsa dei prezzi ha rallentato al 2,98% dal 7,25% di aprile a fronte di attese del mercato al 4,8%.

In Piazza Affari brilla Leonardo

In una giornata piuttosto buia per il principale listino milanese, brlla Leonardo +1,96%. L’azienda pubblica, attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, è favorita dalle attese di vendita di Oto Melara, di cui è principale azionista. Con la guerra in atto nell’Est Europa e l’industria della difesa del continente in fermento, Reuters riferisce che la tedesca Rheinmetall ha formalizzato un’offerta non vincolante per il 49% per la storica produttrice italiana di artiglieria e mezzi corazzati, con la possibilità in futuro di rilevare un ulteriore 2% e diventare azionista di maggioranza. Così è inevitabile che gli analisti si interroghino sulle possibili valutazioni e tempistiche del potenziale accordo, ma anche sulle scelte del governo italiano che potrebbe ricorrere al golden power.

Tra le poche blue chip positive del giorno ci sono inoltre Eni +1,32%, Terna +0,67% e Iveco +0,16%.

I ribassi riguardano soprattutto i titoli finanziari e l’auto, dopo i recenti guadagni. In fondo al listino ci sono Finecobank -4,1%, Bper -3,4%, Stellantis -3,31%, Banca Generali -2,89%. 

Scendono anche i titoli della salute, Diasorin -2,94% e Recordati -2,9%.

Tenaris limita i danni allo 0,32%, dopo essere arrivata a perdere oltre il 2% a seguito dell’accordo con la Sec Usa, per un pagamento di oltre 78 milioni di dollari, per chiudere l’indagine sulle presunte tangenti per ottenere commesse da Petrobras.

Commenta