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Fed e Bce riportano il sereno in Borsa anche se l’ansia della Scozia resta. Piazza Affari piatta.

Malgrado le incertezze legate all’esito del referendum scozzese, il rinvio dell’aumento dei tassi Fed e il primo round dell’operazione Tltro della Bce danno tranquillità ai listini europei, sostenuti anche dal buon avvio di Wall Street – A Piazza Affari banche a due velocità: bene Unicredit e Bpm, in ribasso Bper e Mps – Brillano Stm e la scuderia Benetton

Fed e Bce riportano il sereno in Borsa anche se l’ansia della Scozia resta. Piazza Affari piatta.

Il Fmi tira il freno a Piazza Affari che riduce i guadagni e chiude poco sopra la pari, +0,08% a 21.128 punti. Il Fise Mib aveva accelerato in mattinata insieme all’Europa sulla scia della conferma della politica accomodante negli Usa e della prima asta Tltro effettuata oggi dalla Bce (sebbene deludente per ammontare complessivo richiesto). Ma in chiusura ha subito il contraccolpo della revisione al ribasso da parte dell’organizzazione di Washington delle stime sul Pil 2014 diffuse nel pomeriggio.

Per il Fmi L’economia italiana si contrarrà nel 2014 dello 0,1%, contro una stima precedente di un rialzo dello 0,3%. Il Pil tornerà a crescere nel 2015 (+1,1%), per poi accelerare nel 2016 a +1,3%. Il rapporto deficit-Pil italiano si attesterà nel 2014 al 3,0%, per poi scendere al 2,1% nel 2015. Il Fondo, che vede nel debito italiano ancora significativi rischi, suggerisce la necessità di un aggiustamento rispetto ai piani delle autorità dello 0,5% del Pil, una correzione di circa 7,5-8 miliardi. Da Washington arriva comunque il via libera all’agenda Renzi.

L’attuazione delle riforme “è essenziale per creare lavoro, aumentare la produttività e aumentare il potenziale di crescita” afferma il Fmi che rileva come “attuare le riforme strutturali simultaneamente e genererebbe significate sinergie di crescita”. Nella giusta direzione la riforma del lavoro, così come l’idea di un singolo contratto. Secondo le stime del Fmi il tasso di disoccupazione salirà quest’anno ai massimi dal dopo-guerra, al 12,6% dal 12,2% del 2013.

Le altre Borse europee chiudono in netto territorio positivo: Parigi +0,75%, Francoforte +1,41%, Madrid +0,75%. Sale anche Londra +0,57% nonostante l’attesa per il risultato del voto sul referendum per l’indipendenza della Scozia che si conoscerà domani. La sterlina nel primo pomeriggio ha raggiunto i massimi da due anni sull’euro a 78,53 pence sull’euro. Il cambio euro dollaro torna a rafforzarsi e guadagna lo 0,39% a 1,2909. Il petrolio Wti cede lo 0,36% a 94,08 dollari al barile.

In scia alle rassicurazioni della Fed è euforica Wall Street dove sia il Dow Jones sia l’S&P500 hanno raggiunto nuovi record intraday. Sul fronte macroeconomico arrivano segnali contrastanti. Le richieste iniziali alla disoccupazione sono scese di 36mila unità a 280mila nella settimana terminata il 13 settembre. Si tratta del maggior calo negli ultimi due anni, andando ben oltre le attese degli analisti ferme a 305mila. In calo più delle attese l’avvio di nuovi cantieri -14,4% mentre le stime prevedevano una riduzione più contenuta del 5,5%. Il calo segue il rialzo del 15,7% di luglio.

In attesa del risultato scozzese, prosegue senza scossoni il mercato dei titoli di Stato con la Spagna che colloca 3,6 miliardi di euro a 3 anni a un tasso dello 0,565%, dallo 0,697% dell’asta precedente. Il nuovo tasso segna un nuovo record minimo. Lo spread Btp bund scende a 135,5 punti base.

Stamattina Maria Maria Cannata, responsabile del Tesoro per la gestione del debito, ha spiegato che il collocamento di titoli di Stato sopra la pari ha già permesso al Tesoro di ridurre a 460 da 470 miliardi il funding nominale previsto per il 2014. L’ammontare definitivo potrebbe rivelarsi ulteriormente inferiore anche grazie a rimborsi dei debiti della Pa inferiori alle attese. Il Tesoro è poi possibilista su un ritorno alle emissioni in dollari in caso di un possibile risveglio dell’interesse per questo segmento grazie a politiche meno espansive da parte della Fed.

A Piazza Affari miglior titolo del Ftse Mib è Stm che sale del 2,96%, seguito da Autogrill +2,39%, Bpm +2,22%, Atlantia +1,43% e Finmeccanica +1,24%. In fondo al Ftse Mib Bper -3,53%, Cnh -2,31%, Mps -2,04%, Fiat -1,58%, Azimut -1,47%. Le banche italiane hanno nel complesso chiesto 23 miliardi di finanziamenti Tltro della Bce sugli 82 complessivi. Ma l’importo richiesto in tutta Europa ha deluso le attese. Per gli operatori il comparto è in attesa del risultato dell’Asset quality review e degli stress test.

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