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Fca-Renault, da Tokyo arriva un mezzo sì

L’ad di Nissan: “La fusione potrebbe essere una buona opportunità, ma voglio valutarla meglio” – Pechino minaccia il blocco dell’export delle terre rare – L’ombra di Weidmann sulla Bce – Moscovici frena sulle sanzioni all’Italia

Fca-Renault, da Tokyo arriva un mezzo sì

Saranno sufficienti un taglio o due dei tassi a scongiurare l’arrivo della recessione? Una domanda assurda, a prima vista, nel giorno in cui le statistiche segnalano che la fiducia dei consumatori americani vola alle stelle, molto sopra le stime degli analisti. Ma i dati in arrivo dai mercati avvertono che ha ormai preso velocità la corsa del denaro verso i porti sicuri: il decennale Usa, trattato al 2,24%, è ai minimi da due anni e mezzo, mentre il bund tedesco è scivolato ieri a -0,16%, minimo da settembre 2016. La ricerca di beni rifugio spinge stamattina il rendimento del bond decennale dell’Australia (1,48%) e della Nuova Zelanda (1,68%), sui minimi della storia. Insomma, le obbligazioni salgono e le azioni scendono sotto la spinta di un quadro geopolitico che non promette niente di buono.

PECHINO MINACCIA IL BLOCCO DELLO’EXPORT DELLE TERRE RARE

Pechino ha minacciato ieri il blocco dell’export verso gli Usa delle “terre rare”, i minerali quasi insostituibili per l’industria elettronica. “Guai a sottovalutare la nostra volontà di combattere”, ammonisce il quotidiano dell’Esercito dopo la visita di Xi ad un impianto del settore.

In Europa si guarda con preoccupazione al 5 giugno, giorno di pubblicazione del report della Commissione Europea sui singoli paesi membri. L’Italia se la dovrebbe cavare, per il momento, con una richiesta di chiarimenti, senza sanzioni miliardarie. Ma sarà solo il primo atto di un processo che s’annuncia doloroso.

L’OMBRA DELL’ASCESA DI WEIDMANN ALLA BCE

In questo quadro le speranze dei mercati sono affidate alle decisioni delle banche centrali. Ma i margini di manovra della Bce sono limitati dalla staffetta ai vertici della guida della Ue. Per la successione a Jean Claude Juncker perde quota Manfred Weber, il parlamentare della Cdu indicato da Angela Merkel. Salgono le quotazioni della liberale Margrethe Vestager e dell’ex capo dei negoziatori con la Gran Bretagna, Michel Barnier. Ma se la Germania dovrà rinunciare alla poltrona più importante sarà assai probabile che tocchi a Berlino la presidenza della Bce. In questo caso al posto di Mario Draghi arriverà il superfalco Jens Weidmann, da sempre ostile al Qe.

IN CALO TOKYO E SHANGHAI

L’andamento dei mercati riflette stamane le preoccupazioni. La Borsa del Giappone perde l’1,1%, mentre lo yen si rafforza su dollaro. L’Hang Seng di Hong Kong ed il CSI 300 di Shanghai Shenzhen sono in calo dello 0,5%. Torna a indebolirsi lo yuan, anche se Washington non ha inserito la Cina tra i Paesi che manipolano il cambio.

Stesso copione in Corea del Sud: Borsa di Seul -1%, si indebolisce lo won coreano a 1.193. Dalla visita di Donald Trump a Tokyo non sono emerse novità nel confronto con Kim.

Chiusura debole ieri a Wall Street: Dow Jones -093%, S&P 500 -0,85%, Nasdaq +039%.

FEDEX PERDE IL CLIENTE HUAWEI. UN NUOVO CHIP PER AMD

Il braccio di ferro su Huawei colpisce FedEx (-1%). Il colosso cinese ha cancellato i contratti con lo spedizioniere Usa dopo la mancata consegna di documenti indirizzati in Cina ma fermi in Usa.

Vola Amd (+9,3%) dopo il lancio di un nuovo chip in concorrenza con Intel (-2,24%).

Salgono, in questo quadro inquieto, dollaro e petrolio. La valuta Usa avanza a 1,116 sul dollaro. Gli analisti non escludono un balzo fino a 1,10. Il Brent è di nuovo sotto quota 70 dollari il barile, stamattina il greggio del Mare del Nord perde lo 0,4% a 99,7 dollari il barile.

A Piazza Affari sale Saipem (+1%) dopo la decisione di S&P’s di migliorare l’outlook.

MOSCOVICI FRENA SULLE SANZIONI ALL’ITALIA

“Basta letterine”, ha tuonato Matteo Salvini di fronte alla prospettiva di sanzioni Ue all’Italia. Ma dallo staff del commissario Pierre Moscovici è arrivata una nota di distensione: “Il Commissario Moscovici è sempre stato in principio più a favore del dialogo che delle sanzioni, poiché ritiene che se il processo arriva allo stadio delle sanzioni è sempre e comunque un fallimento”. Lo spread, però, resta l’osservato speciale: oltre a Moscovici un altro francese ha speso ieri parole rassicuranti per la nostra finanza pubblica traballante. Il governatore della Banca di Francia, Villeroy de Galhau, ha infatti dichiarato: “Mantenere un contesto di tassi bassi è necessario alla luce della situazione economica dell’area euro”.

MILANO ANCORA MAGLIA NERA, SPREAD CHIUDE A 285

In questa cornice Piazza Affari si conferma per il secondo giorno di fila il listino peggiore: -0,50% a 20.260 punti.

Deboli le altre Borse europee: Francoforte -0,43%; Parigi -0,44%; Madrid -0,34%. Fuori dall’area della moneta unica perdono quota Londra (-0,27%) e Zurigo (-0,4%).

In chiusura lo spread si è assestato a 285 punti base, dopo aver toccato un massimo a 290.

Il tasso del decennale chiude in area 2,69%, in salita da 2,66% della seduta precedente.

La tensione si è ridimensionata dopo l’esito positivo dell’asta su 3,75 miliardi tra Ctz e Btpei, che comunque visto un incremento dei tassi a 0,745% in rialzo rispetto allo 0,697% del collocamento precedente.

Domani toccherà all’offerta dei titoli a medio lungo termine. Il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori tra 4,75 e 6 miliardi di euro su quattro titoli a 5 e 10 anni.

SAIKAWA: “FCA-RENAULT PUÒ ESSERE UN’OPPORTUNITÀ”

È arrivata la prima reazione di Nissan all’operazione Fca-Renault: “Potrebbe presentare delle opportunità, ma voglio valutarla più da vicino dal punto di vista dal nostro punto di vista”, ha affermato stamane l’amministratore delegato della casa giapponese, Hiroto Saikawa. Visto lo stato pessimo degli ultimi rapporti tra Renault e Nissan è un buon inizio.

Giornata in altalena ieri in Piazza Affari per Fiat Chrysler (-0,89% in chiusura), che consolida dopo i forti rialzi della vigilia. Numerosi i commenti degli analisti:

Banca Imi stima una potenziale creazione di valore dalla fusione di 2,4 euro oltre al target di 15,1.

Mediobanca Securities porta il target a 17,5 da 13,7 euro, considerando “il taglio dei costi derivante dalla fusione”.

Per Banca Akros Il multiplo ev/ebitda implicito nella transazione è pari a circa 0,5 volte, quando Fca è scambiata a circa 1,3 volte e in media l’industria automobilistica europea a circa 2,5 volte.

Per Equita Sim il deal è “sicuramente accrescitivo, con una buona integrazione geografica e di prodotto e sinergie a prima vista superiori a quelle classiche: il 3% della base costi combinata rispetto alla nostra idea del 2%”, ha buone chance di essere approvato.

ANCORA SOTTO PRESSIONE LE BANCHE, IN EVIDENZA TIM

L’effetto Moscovici è stato un tonico anche per il comparto bancario, già vittima delle tensioni sullo spread. I titoli dei Big sono risaliti dai minimi: Unicredit -1,44% sotto i dieci euro, Intesa Sanpaolo -1,11%.

Soffre Fineco Bank (-2%). Ubi Banca -0,22%. Patto dei Mille, un gruppo di 95 investitori, ha comunicato di aver raddoppiato la quota nella banca, salendo al 6,94%. 

In grande evidenza Tim (+2,04%) grazie a un rimbalzo tecnico dopo aver sfiorato il minimo storico. Il titolo fa peggio del settore europeo Eurostoxx Tlc +1% e del Ftse Mib +11%.

Da segnalare il rimbalzo di Tim (+2%). Non c’è accordo sul valore di Open Fiber, per cui non va avanti la trattativa con Enel e Cassa Depositi e Prestiti.

Cementir (+1%) ha deciso di trasferire la sede legale in Olanda. Scende Salini Impregilo (-2,3%). È pronto l’accordo sugli equilibri di potere nel Progetto Italia, il futuro campione italiano delle costruzioni: Salini nominerà l’amministratore delegato ed il direttore generale, il presidente sarà espressione della Cdp.

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