Condividi

Famiglie italiane: più mutui, meno risparmi. L’analisi di Nomisma

Come indicato dall’indagine annua di Nomisma, la gelata dei redditi riduce il tasso di risparmio delle famiglie italiane che nel 2010 è sceso al 12%, contro il 15,5% dei francesi e il 17% dei tedeschi – Ancora vivace il mercato dei mutui: il mattone resta il bene rifugio preferito – Il 41% delle famiglie è riuscito a risparmiare (39% nel 2009)

Famiglie italiane: più mutui, meno risparmi. L’analisi di Nomisma

I risultati dell’annuale indagine condotta da Nomisma sulla situazione economico finanziaria delle famiglie italiane confermano la tendenza che si era manifestata negli ultimi anni di crisi. I nuclei familiari italiani, che sono circa 26 milioni, risparmiano meno, perché hanno meno possibilità di risparmiare per la gelata dei redditi, e ricorrono sempre più a mutui e prestiti. Rischia così di venire a mancare la tipica immagine dell’italiano grande risparmiatore. Propensione al risparmio che aveva costituito una difesa naturale alle congiunture economiche negative e al fardello del debito pubblico.

 

SCENARIO: Nel 2010 il tasso di risparmio delle famiglie italiane ha continuato a scendere attestandosi al 12%. Sono ormai lontani altri paesi europei come Francia (15,5%) e Germania (17%). La propensione, tendenza degli ultimi anni, delle famiglie a risparmiare sempre di meno sta modificando l’immagine tipica dell’italiano, parsimonioso risparmiatore, poco avvezzo alle spese e all’utilizzo di strumenti finanziari. Anche il valore percentuale degli stock di debito finanziario rispetto al reddito, pur rimanendo uno dei più bassi dell’eurozona al 66% (contro una media del 99%) e inferiore al tasso di Francia, Germania e Regno Unito, è cresciuto moltissimo negli ultimi 5 anni, tendenza anomala rispetto agli altri Paesi europei. Se si scorpora inoltre il dato dell’indebitamento finanziario delle famiglie, ci si accorge che, mettendo da parte i mutui, per quanto riguarda credito al consumo e altri prestiti le famiglie italiane hanno ormai raggiunto il livello degli altri grandi europei. La tendenza, inoltre, sembra essere solida e slegata dalla crisi economica, visto che, sotto la spinta dell’inflazione e della ripresa a rallentatore dei redditi, si continua a riscontrare anche a fronte della ripresa del primo periodo del 2011.

 

MUTUI: L’analisi ha evidenziato come negli ultimi 12 mesi il 9,7%, circa 457mila nuove erogazioni, delle famiglie ha ottenuto un nuovo mutuo, con un lieve aumento congiunturale (0,2) rispetto ai 12 mesi precedenti. Se si considerano anche i mutui che sono stati sostiuiti, rinegoziati o surrogati l’aumento congiunturale rispetto alla precedente indagine è del 5% a dimostrazione della vivacità del mercato. Il 75,4% delle famiglie, inoltre, ha dichiarato di voler ottenere un mutuo nei prossimi 12 mesi, un enorme aumento rispetto alle famiglie che avevano sostenuto di pensare a un mutuo per l’anno appena passato (circa il 50%). Gli italiani in tempi di crisi, dunque, mantengono vivo il desiderio di garantirsi il mattone, anche se una percentuale così elevata è spiegabile anche con la difficoltà di accedere ai finanziamenti, che spesso frustra le ambizioni delle famiglie di aprire un mutuo spingendole a rinviare i propri progetti anno dopo anno. Le famiglie che intendono accedere ai mutui sono, principalmente, giovani, del centro-sud Italia, composte da 4 membri (o meno).

 

RISPARMIO: Nel periodo preso in esame, il 41% delle famiglie è riuscita a risparmiare, con un lieve aumento rispetto all’indagine precedente (del 2%). Il 54% dei nuclei, invece, non è riuscita a mettere nulla da parte. Il dato va letto considerando che solo il 3,5% degli intervistati ha dichiarato di aver messo da parte più dell’anno precedente, mentre il 19%, pur avendo risparmiato, lo ha fatto in misura inferiore. Hanno pesato, nel determinare questi dati, non tanto le difficoltà lavorative, che erano state molto influenti negli anni precedenti, quanto l’inadeguatezza dei redditi a sostenere le spese di una famiglia. Chi non risparmia più appartiene prevalentemente alle fasce centrali di età (quelle appunto dove la variabile del lavoro è più influente). I più colpiti sono stati operai e artigiani.

 

 

INVESTIMENTO IMMOBILIARE: Per quanto riguarda l’allocazione del patrimonio risparmiato, solo l’8,7% delle famiglie dichiara di voler acquistare immobili nel 2011 (nel 2010 era il 13,9%). Dato probabilmente transitorio, dettato dalla precarietà economica percepita dalle famiglie. Bisogna ricordare che il 3/4 dei nuclei familiari hanno dichiarato di essere interessati a stipulare un mutuo, che il 77,3% vive nella casa di proprietà e che il patrimonio imobiliare costituisce secondo l’Istat il 50 % della ricchezza dei nuclei. Non stupisce, infatti, che a coltivare l’ambizone di acquistare una casa siano soprattutto i giovani, in particolare quelli che vivono nei grandi centri abitati. Anche l’investimento indiretto in prodotti di risparmio associati a finanza immobilare risulta in calo, attestandosi al 13%, e solo una porzione irrisoria dei capifamiglia dichiara di volerne valutare l’acquisto nel prossimo anno.

Commenta