Condividi

Fallimento Ipo Sea, F2i si discolpa

La società presenta un esposto alla Consob in cui ricostruisce l’intera vicenda e afferma di aver “favorito la quotazione, pur nel rispetto del proprio ruolo di importante azionista della Sea” – F2i ribadisce che “resta schiettamente impegnata a proseguire, anzi a rafforzare, un rapporto di collaborazione col Comune di Milano”.

Fallimento Ipo Sea, F2i si discolpa

F2i ha presentato oggi un esposto alla Consob per ricostruire il processo della (mancata) quotazione di Sea. Un testo prodotto sulla base di “un’analitica e rigorosa documentazione, atta ad evidenziare la costante collaborazione offerta da F2i, sia verso il Comune di Milano che verso la Società, al progetto di quotazione in Borsa”, scrive la società in una nota.

Dalla stessa documentazione “emerge chiaramente che F2i, al contrario di quanto mediaticamente emerso, ha favorito la quotazione, pur nel rispetto del proprio ruolo di importante azionista della Sea“. F2i ribadisce che “resta schiettamente impegnata a proseguire, anzi a rafforzare, un rapporto di collaborazione col Comune di Milano, al fine di condividere, sempre, azioni, tempi e modalità per sviluppare e valorizzare la Sea”. 

In particolare, nell’assemblea societaria del 10 ottobre scorso, F2i ha dato “il proprio fondamentale voto favorevole alla quotazione. Subito dopo il Comune di Milano ed F2i, il 29 ottobre scorso, hanno firmato un accordo di consultazione basato sull’opportunità di consultarsi in ordine alla quotazione di Sea affinché questa potesse avvenire in pieno successo per la Sea ed i suoi azionisti”.

Allegata all’esposto l’intera corrispondenza tra F2i, Sea ed il Comune di Milano, comprese le lettere scambiate tra F2i e il Comune il 24 ed il 26 novembre, dalle quali “emerge chiaramente la volontà di collaborare con il Comune, pur nel rispetto reciproco degli specifici punti di attenzione – prosegue la nota -. Risulta pertanto del tutto pretestuosa, immotivata ed intempestiva l’iniziativa, presa dalla Sea il 27 novembre scorso, di comunicare al mercato, immediatamente dopo il suddetto scambio di lettere, con una integrazione al prospetto informativo, una presunta ed inesistente conflittualità in atto tra i soci. Risulta, pertanto, evidente l’obiettivo di ricondurre a tale inveritiera circostanza, un fallimento che, al contrario, è dovuto a ben altre ragioni, come ora risulta chiaro dopo la pubblicazione, sulla stampa, dei dati del pre-marketing fatto dalle Banche, prima ancora della fissazione del range di prezzo da parte del CdA Sea”.

Commenta