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Facebook verso maxi multa da 5 miliardi per Cambridge Analytica

Si tratta della multa più elevata mai comminata dalla Federal Trade Commission statunitense a una società tecnologica – Facebook accantona 3 miliardi, ma potrebbero servine molti di più

Facebook verso maxi multa da 5 miliardi per Cambridge Analytica

Facebook si prepara alla maxi multa in arrivo dalla Federal Trade Commission. L’agenzia governativa statunitense che si occupa di difendere la concorrenza, ma anche i diritti dei consumatori potrebbe presto comminare al colosso dei social network una sanzione compresa tra 3 e 5 miliardi di dollari per la violazione della privacy di circa 87 milioni di utenti i cui dati personali sono stati utilizzati senza chiedere il consenso nell’ambito dello scandalo Cambridge Analytica.

La multa non è stata ancora formalizzata, ma nel caso in cui – come probabile – l’importo venisse confermato, si tratterebbe della sanzione più elevata imposta nella storia della Federal Trade Commission (FTC) a una società tecnologica. Tra le big dell’Hi-Tech c’è un solo precedente: Google, che nel 2012 fu punita con una multa di 22,5 milioni di dollari, una cifra che non si avvicina neanche lontanamente a quella ipotizzata nei confronti di Facebook.

Le indagini della Ftc sono cominciate nel marzo del 2018, quando emerse che Cambridge Analytica, azienda di consulenza e di marketing online che combinava il data mining, l’intermediazione dei dati e l’analisi dei dati con la comunicazione strategica per la campagna elettorale (tra cui quella di Donald Trump), aveva avuto accesso senza l’autorizzazione degli interessati ai dati di 87 milioni di utenti iscritti al social netwkork. Facebook era a conoscenza della situazione da anni, ma secondo le accuse, non avrebbe fatto nulla per ovviare alla violazione.

A febbraio del 2019, il Washington Post ha parlato di un possibile patteggiamento tra Facebook e la Ftc in base al quale la società guidata da Mark Zuckerberg avrebbe dovuto pagare una multa di 2 miliardi di dollari. La notizia ha provocato una vera e propria protesta da parte di molte associazioni dei consumatori, che invece chiedono una sanzione molto più alta.

Le loro richieste non sembrano cadute nel vuoto e Facebook corre ai ripari. La società ha presentato ieri, 24 aprile, i conti relativi al I trimestre del 2019, chiuso con ricavi di 15,08 miliardi di dollari (sopra le stime), in aumento del 26%, utenti mensili e giornalieri  in crescita dell’8% e utili pari a 2,43 miliardi, in netto calo rispetto ai 4,9 miliardi di un anno fa e ai 6,8 dell’ultimo trimestre del 2018. A pesare sui profitti è stata la decisione della società di accantonare 3 miliardi di dollari allo scopo di far fronte alle possibili perdite future derivanti dalla maxi sanzione della Federal Trade Commission.

Da sottolineare che il colosso di Menlo Park dovrà vedersela anche con le richieste di risarcimenti dei singoli Stati Usa (Pennsylvania, Illinois, Connecticut, New York, New Jersey e Massachusetts) che pure lamentano un danno alla privacy dei loro residenti.

E l’Europa? Per il momento nel vecchio continente Facebook potrebbe essere al riparo da sanzioni dato che il Regolamento europeo per la privacy è entrato in vigore dopo lo scandalo Cambridge Analytica e non ha effetti retroattivi. L’Unione Europa è al momento al lavoro su una una norma volta ad impedire la circolazione di contenuti terroristici e che prevede multe fino al 4 per cento del fatturato e ha sul tavolo altre potenziali violazioni del Gdpr.

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