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Exane Macro: la congiuntura economica migliorerà solo a fine anno

Nell’orizzonte della fine dell’anno si prospettano tre scenari finanziari: l’inasprimento del conflitto ucraino continuerà a pesare sulla crescita europea; possibile un aumento nella concessione di credito alle società europee verso la fine dell’anno; prezzi delle materie prime più bassi che potrebbero anche supportare l’attività economica a fine anno.

Exane Macro: la congiuntura economica migliorerà solo a fine anno
I mercati azionari hanno continuato a soffrire a causa dei conflitti geopolitici in atto e delle incertezze sulle prospettive di crescita sul breve termine. Inoltre, a seguito dell’insediamento di ulteriori truppe russe sul confine e dell’imposizione di sanzioni contro l’Occidente da parte di Mosca, il DAX è l’indice che al momento risulta aver sofferto di più, confermandosi come uno dei peggiori mercati azionari in termini di performance year-to-date.Probabilmente le questioni geopolitiche continueranno ad essere una spada di Damocle sulle prospettive macroeconomiche europee.

Infatti il nostro indicatore sull’attività economica globale, ELIT, ha registrato a luglio, per il secondo mese consecutivo, un ribasso, soprattutto a causa dell’attuale contesto europeo e, in particolare, dell’Europa dell’Est. All’interno dell’Eurozona, il quadro é estremamente eterogeneo. Nell’H1, il livello delle esportazioni tedesche è stato pesantemente penalizzato dalle minori importazioni da parte delle economie emergenti e dall’intensificarsi della crisi in Ucraina (infatti il 14% delle esportazioni tedesche sono destinate all’Europa dell’Est). L’attività economica francese ha risentito del crollo del settore edilizio causato dalla legge Duflot (per un costo pari allo 0,4% del PIL annuo). Infine, sebbene la debolezza del PIL italiano nel Q2 sia maggiormente legata a problematiche di natura strutturale, si sottolinea il calo delle  esportazioni. 

Al contrario, la ripresa in Spagna e in Irlanda sembra essere ben avviata. In Portogallo il tasso di disoccupazione ha continuato a diminuire, passando dal 15,1% nel primo trimestre al 13,9% nel secondo. Inoltre la ristrutturazione dell’istituzione finanziaria portoghese Banco Espirito Santo dimostra che i meccanismi europei, volti al contenimento degli effetti di contagio all’interno del sistema bancario dell’Eurozona, sono piuttosto efficaci. In fase di ristrutturazione, il peso della “bad bank” ricade sugli azionisti e sui titolari di obbligazioni subordinate mentre la “good bank”, cioè Novo Banco, è stata ricapitalizzata senza pesare sulle finanze pubbliche portoghesi. Il bail-in ha pertanto pesato solo marginalmente sui mercati obbligazionari periferici, sebbene gli spread sovrani siano nuovamente aumentati rispetto ai minimi di metà giugno. 

Che cosa possiamo aspettarci per il futuro? L’ultima indagine condotta dalla BCE sul credito indica che, verso la fine dell’anno, per la prima volta dal 2011i prestiti erogati alle società non finanziarie potrebbero di nuovo aumentare su base mensile. Le condizioni del mercato creditizio non sono mai state, infatti, così favorevoli dal 2007 e, di conseguenza, ora si osserva un rimbalzo della domanda di credito. Questi dati potrebbero sorprendere positivamente l’attuale livello di consensus, per il quale un miglioramento della crescita del credito è atteso solo a partire dall’H2 del prossimo anno, cioè quando le manovre della BCE inizieranno ad avere un impatto sui volumi di credito. 

Inoltre, sebbene giovedì scorso non ci siano stati particolari annunci da parte della BCE e i più alti rendimenti USA possono innescare un rialzo della volatilità sui mercati obbligazionari dell’Eurozona, la contrazione degli spread periferici è destinata a proseguire nel corso dei prossimi 12 mesi, soprattutto alla luce della migliorata sostenibilità dello stesso debito pubblico periferico nel corso dei prossimi 4 anni. Ciò significa che le condizioni finanziarie e creditizie potrebbero fungere da sostegno al miglioramento delle prospettive congiunturali verso la fine dell’anno. Inoltre, il nostro Banks team continua a  upgradare  quelle banche che evidenziano una migliore capitalizzazione (l’ultimo upgrade è stato realizzato su banca Unicredit, rivista da “–“ a “Neutral”). 

Un altro supporto all’attività economica di fine anno dell’Eurozona e più in generale all’economia globale, potrebbe essere la recente debolezza dei prezzi delle materie prime, soprattutto dei prezzi del petrolio. La produzione di petrolio è stata abbondante quest’anno, soprattutto in America, nonostante alcune interruzioni delle forniture libiche. Inoltre, dato il livello subottimale della crescita mondiale e i progressi compiuti in termini di efficienza energetica, se non si verificheranno ulteriori blocchi dell’offerta, è possibile un altro ribasso del prezzo del petrolio. Anche in questo caso, le questioni geopolitiche assumono una grande rilevanza: mentre la maggior parte della produzione petrolifera irachena è concentrata nei giacimenti del Sud, ben distanti dai combattimenti, il recente inasprimento della situazione kurda e l’annuncio che gli Stati Uniti daranno inizio a raid aerei ha accresciuto le preoccupazioni del mercato sulla capacità dell’Iraq di soddisfare la domanda estera (l’Iraq produce c.3.3mb/d di petrolio – c.3,5% della produzione mondiale di petrolio). 

Nel complesso, a causa dell’incertezza sui prossimi sviluppi del conflitto ucraino, è difficile che nei prossimi due mesi si possa assistere ad un miglioramento dell’attività economica dell’Eurozona. Tuttavia, verso la fine dell’anno, l’espansione del credito corporate potrebbe fornire un certo impulso all’economia europea. Al momento, il principale rischio da valutare è la possibilità che il deterioramento delle condizioni di mercato possa più che compensare i miglioramenti registrati dal fronte creditizio e bancario e che possa persino pesare negativamente sul livello dell’attività economica nell’Eurozona. A questo punto riteniamo che il primo scenario delineato, con migliorate prospettive economiche attese verso la fine dell’anno, sia ancora il più probabile per l’Europa; tuttavia non avremo un chiaro news flow di dati macroeconomici nel breve termine.

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