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Eurogruppo, due buoni accordi per la Spagna

L’Ue concederà alle banche spagnole 30 miliardi entro fine luglio – A settembre si conoscerà il valore complessivo degli aiuti – La ricapitalizzazione sarà diretta e Madrid non dovrà offrire garanzie ma a condizione che venga creato un organo di supervisione comunitario – L’Ue inoltre darà a Madrid un anno in più per raggiungere gli obiettivi di bilancio.

Eurogruppo, due buoni accordi per la Spagna

Trenta miliardi di euro entro fine luglio per risanare le banche e un anno in più per raggiungere il 3% del rapporto deficit/Pil. Ha ragione il ministro dell’Economia, Luis de Guindos, a dire che la Spagna ha raggiunto “due buoni accordi” dalla riunione dell’Eurogruppo che è durata più di nove ore ieri sera a Bruxelles. Eppure, nonostante per il premier Mariano Rajoy sembra molto difficile ammetterlo, esiste anche un’altra faccia della medaglia. Gli aiuti non sono un generoso regalo per Madrid e il governo dovrà adeguare la propria politica economica e rispettare i patti convenuti in sede comunitaria.

BANCHE – Questo primo pacchetto di aiuti serve in larga misura a ricapitalizzare Bankia e gli altri istituti di credito nazionalizzati che hanno in pancia un notevole numero di attivi “spazzatura” legati al mercato immobiliare. Il valore complessivo dell’assistenza finanziaria – che può raggiungere i 100 miliardi di euro – sarà definita a fine settembre, quando si conosceranno le necessità esatte per ogni banca grazie a i risultati delle valutazioni del Governo e gli stress test. Secondo gli analisti indipendenti Roland Berger y Oliver Wyman la somma complessiva oscilla tra i 51 e i 62 miliardi di euro. Già si sa invece che i prestiti verranno concessi in diverse tranche e avranno una scadenza media di 12,5 anni fino a un massimo di 15 anni. Inoltre la Spagna potrà beneficiare di una ricapitalizzazione diretta delle proprie banche da parte dei fondi salva-Stati e non avrà bisogno di garanzie per ottenere queste iniezioni di liquidità

La banche spagnole saranno suddivise in quattro gruppi: quelle che non hanno bisogno di nuovo capitale, quelle che stanno sotto il controllo del Fondo de Ristrutturazione Ordinata Bancaria (Frob), quelle che richiederanno capitale pubblico e infine quelle che hanno bisogno di capitale ma che si prevede potranno ricapitalizzarsi sul mercato. 

Ci sono però delle condizioni fondamentali che devono essere rispettate. Prima fra tutte è la costituzione di un supervisore bancario europeo, e la sua operatività insieme alla Banca centrale europea (Bce). L’Eurogruppo ha dichiarato che la Commissione Ue presenterà all’inizio di settembre una proposta per la definizione dell’ente. Inoltre, nei bilanci delle banche che chiederanno aiuti, verrà effettuata una “segregazione degli attivi” con la creazione di una “banca spazzatura” all’interno di ogni istituto. Infine saranno imposte condizioni a tutto il settore bancario, tra cui un Core Tier 1 del 9%.

PAESE – A livello Paese dall’Eurogruppo la Spagna ha ottenuto una proroga fino al 2014 per far scendere il deficit di bilancio sotto la soglia del 3% del Pil. Per il 2012 quindi sarà sufficiente il 6,3% atteso, e no il 5,3% che era l’obiettivo previsto inizialmente. Nel 2013 la meta sarà del 4,5% per arrivare al 2,8% nel 2014. 

Ma lo Stato dovrà pagare la sua parte. Innanzitutto a Madrid è stato imposto di “rispettare pienamente i propri obblighi per ridurre il deficit e seguire le raccomandazioni per correggere gli squilibri macro-economici”. Rajoy dovrà adottare “senza ritardo” ed “entro tre mesi” le misure di austerità addizionali nel 2012 “con il fine di garantire la realizzazione dei piani di bilancio entro quest’anno”. Il premier presenterà al Congresso mercoledì 11 luglio la prima bozza del piano dei tagli. Tra le misure che implementerà c’è l’aumento dell’Iva, l’eliminazione della detrazione per l’abitazione principale e la riduzione delle tasse sul lavoro. Inoltre Madrid deve essere pronta a compiere misure addizionali che gli verranno chieste dall’Ue in cambio dei fondi elargiti.

Gli aiuti finanziari richiesti dalla Spagna e ottenuti senza l’intervento del Fondo Monetario internazionale (Fmi) hanno dato speranza agli tre paesi periferici della zona Euro, Grecia, Irlanda e Portogallo per poter rinegoziare i termini dei propri bailout. La rinegoziazione irlandese “sarà esaminata durante l’estate”, ha dichiarato il presidente dell’eurogruppo Jean-Claude Juncker. Mentre per quanto riguarda la Grecia, Juncker ha detto che il Paese non avrà problemi a ripagare i propri debiti ad agosto e che Atene non riceverà più aiuti fino a quando la Troika non darà il via libera sulle riforme presentate dal governo. 

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