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Euro sempre più in basso, sfonda quota 1,29 con possibili ribassi in giornata

L’euro perde terreno su dollaro, yen, sterlina. Rimane stabile sul dollaro canadese. Continua la tendenza ribassista del dollaro australiano sul franco svizzero: utile indicatore delle prospettive di crescita cinese.

Euro sempre più in basso, sfonda quota 1,29 con possibili ribassi in giornata

Qualsiasi analisi sull’andamento della coppia euro/dollaro non può prescindere dal clima di grande preoccupazione sulla Grecia. In avvio di settimana l’esito delle elezioni ad Atene non ha – come molti si aspettavano – spinto al ribasso la moneta unica che, anzi, lunedì è schizzata in alto riguadagnando quasi completamente il terreno perso nella notte.

Ma non è bastato: la divisa unica è tornata sotto attacco dopo che l’esito delle consultazioni per la formazione del nuovo governo greco hanno riportato a galla, ancora una volta, i timori del default disordinato e di un’uscita dall’euro data ormai per certa da illustri analisti.

Questa notte, sotto la spinta ancora una volta ribassista delle contrattazioni asiatiche, l’euro è ripiombato sotto quota 1.30, soglia per la verità già sfondata ieri in serata.

Alle ore 9 la moneta unica quota 1,2972 sul dollaro americano, confermandosi sui minimi trimestrali, rimanendovi per tutta la mattinata.

In giornata la fluttuazione del cambio non dovrebbe venire significativamente disturbata da appuntamenti di mercato marginali rispetto al grande market mover: la crisi ellenica. L’asta di Bobl tedeschi a 5 anni, che ha registrato un tasso dello 0,56%, negativo in termini reali e in costante calo, non si è riflessa positivamente sul mercato.

A partire dalle 13 verranno pubblicati alcuni dati sulla congiuntura americana: l’indice Mortgage Applications (ore 13), misura settimanalmente le richieste di nuovi mutui. Un dato in miglioramento rispetto al precedente 0,1% potrebbe scatenare un moderato ottimismo sulla ripresa del settore immobiliare americano. Alle 16.30, invece, una diminuzione dell’indice Wpi, che misura le scorte di magazzino, potrebbe spingere ancora in basso l’euro, qualora le scorte si rivelassero più ampie del previsto (ultima misurazione 0,6%). Alla stessa ora usciranno le misurazioni sulle scorte di greggio e sugli inventari di prodotti petroliferi.

In sintesi, dati americani in miglioramento potrebbero consolidare una tendenza ribassista dell’Euro. La moneta unica perde terreno anche rispetto al Pound, replicando l’andamento del dollaro e attestandosi, alle ore 13, a quota 0,8047. Anche rispetto allo Yen il biglietto europeo si mostra debole in avvio di settimana.

Non si osserva la stessa dinamica ribassista dell’euro sul dollaro canadese, che perde 60 centesimi rispetto allo scorso lunedì, ma si mantiene largamente apprezzato sulla moneta unica rispetto al settembre 2011, periodo in cui l’euro quotava oltre 1,41 sul CAD.

Franco svizzero e Dollaro australiano, un valido proxy per la crescita cinese – Continua a perdere terreno il dollaro australiano rispetto al franco svizzero. Il biglietto di Down Under, che a metà febbraio quotava a 0.98 sul franco, ha imboccato un chiaro trend ribassista, portandosi ai minimi annuali, a quota 0.93. La fluttuazione della coppia viene considerata dagli analisti un affidabile indicatore delle aspettative degli operatori sulla crescita cinese: l’Australia vende a Pechino gran parte del proprio export minerario.

Quando le esportazioni di materie prime in Cina diminuiscono (pronosticando un rallentamento della crescita a Pechino) i capitali fluiscono verso i porti sicuri della Svizzera, apprezzando il franco.

Molti analisti sostengono che l’Australia sia affetta da “malattia olandese“: l’eccessiva dipendenza da una sola fonte di crescita economica (il settore minerario in questo caso) lega inscindibilmente le sorti dell’ex colonia britannica alle dinamiche esterne. Il deterioramento della bilancia commerciale australiana – in passivo di 1,59 miliardi ad aprile, dato in peggioramento – sembra confermarlo.

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