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Etichetta energetica elettrodomestici: molte certificazioni sollevano dubbi anche secondo la Ue

La Commissione europea ha emanato una nuova etichetta energetica ma i dati restano quelli autocertificati dal produttore

Etichetta energetica elettrodomestici: molte certificazioni sollevano dubbi anche secondo la Ue

Spesso vengono pubblicati consigli poco attendibili sul risparmio energetico. Il problema però è che sono legittimi anche i dubbi sulla stessa affidabilità di alcune dichiarazioni sull’etichetta energetica di molti elettrodomestici. Dubbi legittimi che la stessa Commissione Europea ha espresso – sia pure timidamente – come è accaduto nel 2018 e nel 2019, rilevando pesanti incongruenze nelle prove considerate come basi per i consumi elettrici di alcuni elettrodomestici.

L’insufficiente affidabilità di moltissime “certificazioni”

Il motivo principale, anzi, l’unico, è che non si tratta di prove condotte da laboratori terzi e indipendenti che assumono responsabilità di evidenza pubblica come avveniva nei primi anni (con l’IMQ per esempio) ma di semplici autocertificazioni. Cioè l’etichetta energetica è definita dai produttori sulla base delle misurazioni da loro effettuate, con un laboratorio interno, se ne hanno uno. E quasi mai lo hanno. Questo sistema di autodichiarazione è purtroppo previsto dalla normativa europea (sulla quale hanno influito i potenti produttori tedeschi, inglesi e americani e le grandi catene del retail) ed è a danno dei consumatori poiché la stessa Commissione, sempre su pesanti interventi dei big del settore, ha eliminato i controlli perché “troppo costosi”. Tre i danni: falsi dati riguardanti enormi quantità di prodotti con marchi europei ma prodotti altrove, niente controlli e consumi superiori e di molto. A insistere su questa eliminazione è stata in particolare l’Inghilterra interessata a favorire le sue catene di distribuzione che prosperano su gigantesche importazioni prodotti cinesi fabbricati in miriadi di siti spesso dotati di mail o di numeri telefonici irraggiungibili.

La nuova etichetta energetica europea: la Eprel

Gli esperti di Bruxelles ci hanno detto che sono tanti i protocolli di autocertificazione opachi, e tantissimi i software appositamente installati che “truccano” i dati sui consumi, abbassandoli. Alle proteste delle associazioni europee dei consumatori la Commissione Europea, nell’emanare la nuova etichetta energetica, più semplice, ha reso consultabile gratis e online, dal maggio scorso, anche dai privati una banca dati, dove è possibile conoscere tutti gli aggiornamenti dei prodotti della nuova etichetta energetica, la Eprel. Ma i dati sono sempre quelli autocertificati dal produttore. Una operazione costosa ma non moralizzatrice. E i controlli? Si oppongono a finanziarli i populisti, e i paesi dell’est Europa. Sul tema abbiamo chiesto il parere di, Antonio Guerrini, ingegnere, per diversi decenni a capo dell’associazione dei produttori di elettrodomestici e di attrezzature professionali (CECED Italia e poi APPLIA Italia).

Guerrini: “Nessun ente terzo verifica le certificazioni”

“Ciò che mi sento di porre in rilievo è il problema grande come un grattacielo – ha esordito Guerrini- di chi certifica le classi. Da anni ormai vale la regola che nessun ente terzo verifica. Debbono essere controlli di mercato sistematici effettuati dalle autorità nazionali a tranquillizzare il cittadino e ciò non avviene salvo che sporadicamente. ‘Cose da pazzi’ verrebbe in mente da dire, l’inerzia della burocrazia si para dietro il refrain ‘non ci sono soldi’, una foglia di fico che non convince nessuno. Ebbene se le Amministrazioni decidono di non decidere allora siano le multinazionali ad uscire dalle comode contestazioni a porte chiuse e si affrontino apertamente sul mercato. E poi, bene i numeri sui risparmi ma quale è la base dati su cui sono costruiti? I dati di targa? A seguire, magari si alzi il velo sulla durata dell’efficienza dell’isolamento dei frigoriferi. Quanto dura? In parole povere quale è la curva di decadimento?”.

Note biografiche Antonio Guerrini

Antonio Guerrini, ingegnere elettronico laureato a Pavia, docente per un decennio al Politenico di Torino Facoltà di Architettura, vastissima esperienza internazionale maturata in imprese multinazionali di grande caratura, direttore generale presso l’Associazione Italiana Elettrodomestici in ANIE e in Confindustria, ruoli presso le federazioni europee tra cui quella di Segretario Generale di EFCEM, lavori e interlocuzioni presso la Commissione e il Parlamento Europeo nell’ambito delle rappresentanze di settore. Ora opinionist e writer impegnato in un romanzo storico, una trilogia alto medievale, idealmente raccordata con le celebrazioni per i 500 anni della battaglia di Pavia.

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