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Esselunga, spunta una maxi-offerta dalla Cina

Il gruppo gruppo Yida International Investment avrebbe messo sul piatto 7,5 miliardi di euro, una somma di quasi un quarto superiore rispetto alle valutazioni realizzate lo scorso settembre dai fondi di private equity Blackstone e Cvc.

Esselunga, spunta una maxi-offerta dalla Cina

Esselunga nel mirino della Cina. La catena di ipermercati fondata da Bernardo Caprotti e ora di proprietà dei suoi eredi – tutt’altro che in buoni rapporti fra loro – avrebbe ricevuto una manifestazione d’interesse non sollecitata da parte del gruppo Yida International Investment, una conglomerata con interessi nell’immobiliare, nelle energie alternative, nella salute e nelle estrazioni minerarie.

Lo ha scritto La Repubblica, precisando che i cinesi avrebbero messo sul piatto 7,5 miliardi di euro, una somma di quasi un quarto superiore rispetto alle valutazioni comprese fra i 4 e i 6 miliardi (a seconda dell’inclusione o meno delle attività immobiliari) realizzate lo scorso settembre dai fondi di private equity Blackstone e Cvc prima della scomparsa di Bernardo Caprotti.

La nuova (ennesima) indiscrezione su una possibile offerta internazionale arriva in un momento di discussione particolarmente accesa sul futuro della prima catena di grande distribuzione italiana.

Nel suo testamento Caprotti aveva chiesto di vendere Esselunga per intero a un gruppo internazionale del settore della distribuzione e non a un gruppo o a una cordata di imprenditori italiani. Al momento, tuttavia, si profila una soluzione di continuità dinastica, con Marina Caprotti al vertice della società di cui controlla, insieme alla madre Giuliana Albera il 70% del capitale.

L’altra grande società del gruppo, Villata Partecipazioni, cui fanno capo le proprietà immobiliari, è partecipata per il 55% dalla coppia madre-figlia Marina Caprotti Giuliana Albera e per il restante 45%, in quota paritaria dai due altri figli di Bernardo Caprotti, Violetta e Giuseppe.

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