Condividi

Epic Games vince in Australia contro Apple e Google: perché la sentenza può rivoluzionare gli app store

In Australia Epic Games ottiene una vittoria storica contro Apple e Google: Fortnite torna sugli iOS dopo 5 anni e la sentenza potrebbe rivoluzionare i pagamenti in-app e la concorrenza digitale a livello mondiale

Epic Games vince in Australia contro Apple e Google: perché la sentenza può rivoluzionare gli app store

Colpo di scena nei tribunali australiani: Epic Games, creatore di Fortnite, ha vinto la causa contro Apple e Google in un verdetto che potrebbe cambiare per sempre le regole del gioco negli app store. Il giudice federale Jonathan Beach ha stabilito che i due colossi hanno abusato della loro posizione dominante rimuovendo nel 2020 Fortnite dalle piattaforme ufficiali, colpevoli di limitare la concorrenza e imporre commissioni esorbitanti agli sviluppatori.

Secondo la Corte, le politiche restrittive sui pagamenti in-app e la chiusura verso sistemi di distribuzione alternativi hanno danneggiato milioni di consumatori e decine di migliaia di sviluppatori in Australia. Il risarcimento, che potrebbe coinvolgere 15 milioni di utenti e 150.000 developer, sarà deciso in un’udienza separata.

Quattro anni di guerra legale

La battaglia è iniziata nell’agosto 2020, quando Epic ha introdotto un proprio sistema di pagamento interno a Fortnite, bypassando la “tassa” del 30% applicata da Apple e Google. La risposta è stata immediata: rimozione dal’App Store e dal Play Store. Epic ha reagito portando la questione in tribunale in mezzo mondo, accusando i giganti tech di pratiche monopolistiche e lanciando la campagna #FreeFortnite.

Negli Stati Uniti e in Europa, le prime crepe al sistema si sono viste già nel 2021, con sentenze che hanno aperto, almeno in parte, alla possibilità di pagamenti alternativi. Ma è l’Australia a firmare ora il verdetto più netto.

Fortnite torna in Australia

La decisione ha un effetto immediato. Fortnite e l’Epic Games Store tornano disponibili sui dispositivi iOS australiani dopo quasi cinque anni di assenza. Per Tim Sweeney, ceo di Epic, è “una vittoria per sviluppatori e consumatori” e un precedente che potrebbe fare scuola a livello globale.

Apple, pur accogliendo con favore il rigetto di alcune richieste di Epic, contesta la sentenza e valuta un ricorso. Google, da parte sua, ha dichiarato che esaminerà le prossime mosse. Entrambe difendono la necessità delle loro regole per “garantire sicurezza e qualità”, ma la Corte ha respinto l’argomentazione, sottolineando che la protezione degli utenti non può giustificare la restrizione della concorrenza.

Un messaggio ai giganti del web

Per Kimi Nishimura, avvocato dello studio Maurice Blackburn che guida la class action, la sentenza manda un segnale forte: “Anche le aziende più potenti devono rispettare le regole e i diritti dei consumatori e degli sviluppatori”.

La posta in gioco è enorme poiché se il principio stabilito in Australia verrà replicato in altre giurisdizioni, Apple e Google rischiano di vedere sgretolato il modello di business basato sulle commissioni obbligatorie, con impatti potenzialmente miliardari.

Effetto domino in arrivo?

Negli Stati Uniti, una corte d’appello ha già imposto a Google di rivedere il Play Store, mentre Apple affronta procedimenti per presunta violazione di ordini giudiziari. In Europa, il Digital Markets Act sta già aprendo crepe nel sistema. L’Australia ora accelera il processo, mettendo i giganti tech sotto una pressione legale coordinata come mai prima.

Il ritorno di Fortnite è solo la faccia visibile della battaglia. La vera partita si gioca dietro le quinte, nelle regole che governeranno i mercati digitali del futuro. E stavolta, Epic sembra avere il vento a favore.

Commenta