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Eni, si muove il Fondo sovrano saudita

Secondo il Wall Street Journal il fondo sovrano Pif avrebbe investito 1 miliardo sul gruppo italiano e su altre tre major europee approfittando dei bassi prezzi nelle diverse Borse

Eni, si muove il Fondo sovrano saudita

I prezzi bassi su Eni hanno attirato l’attenzione del Fondo sovrano saudita Più (Public Investment Fund) che, secondo una ricostruzione pubblicata dal Wall Street Journal ha investito sul gruppo italiano così come su altre major europee.

L’indiscrezione ha messo in movimento le azioni sui vari listini: Eni sale dell’1% a Milano, Royal Dutch of Shell dello 0,7% a Londra, Total dello 0,25% a Parigi, mentre la norvegese Equinor attende l’apertura di Wall Street visto che il listino di Oslo è chiuso già da oggi, giovedì, per le festività pasquali.

Questa la reazione di Borsa delle quattro big del settore petrolifero su cui il fondo sovrano saudita Pif avrebbe puntato recentemente 1 miliardo di dollari secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. Secondo la ricostruzione, che cita persone a conoscenza delle operazioni e che è stata ripresa dall’agenzia Radiocor, il fondo avrebbe approfittato del forte ribasso dei titoli dovuto alla pandemia di coronavirus e al tonfo dei prezzi del petrolio per le divergenze tra Arabia Saudita e Russia sui livelli di produzione puntando circa 200 milioni di dollari su Equinor, mentre il resto sarebbe stato investito in titoli delle altre tre compagnie petrolifere.

Non da escludere, riporta l’articolo, che altre operazioni del genere potranno essere concluse prossimamente dal fondo mentre l’attenzione del settore petrolifero è tutta per il meeting virtuale dell’Opec di oggi pomeriggio a cui seguirvenerdì la riunione dei ministri energetici del G-20. Dopo aver perso il 50% in Borsa dal 17 febbraio al 16 marzo (chiusura sotto 6,5 euro), le azioni Eni hanno progressivamente recuperato il 43% nelle settimane successive e trattano a 9,38 euro. Va ricordato comunque che proprio nell’ultima riunione del Consiglio dei ministri, dalla quale è scaturita l’approvazione del decreto Liquidità alle imprese, il governo ha deciso di potenziare le tutele del Golden Power in difesa non solo dei gioielli di Stato ma anche dei settori strategici e delle Poi.

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