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Eni ed Enel verso Cdp: le novità del Def

La nota di aggiornamento del Def approvata sabato dal Governo prevede incassi di 3,5 miliardi di euro nel 2017 per il Tesoro derivanti da privatizzazioni allo scopo di ridurre il debito pubblico: ciò fa pensare che il Governo pensi di realizzarli trasferendo alla Cdp quote azionarie di Eni ed Enel

Non è ancora chiaro se si tratti o meno del primo passo verso la costituzione della superholding delle partecipazioni mobiliari italiane in capo alla Cassa depositi e prestiti (Cdp), che è certamente nei progetti sia del premier Paolo Gentiloni e del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che del segretario del Pd Matteo Renzi, ma un trasferimento di quote azionarie di Eni ed Enel alla Cassa è più vicino dopo l’approvazione della nota di aggiornamento del Def decisa ieri dal consiglio dei ministri.

Come nota acutamente Federico Fubini sul “Corriere della sera” di oggi, non si vede infatti come diversamente il Tesoro potrebbe incassare nel 2017 la somma di 3,5 miliardi di euro, cioè lo 0,2% del Pil, dalle privatizzazioni per ridurre il debito pubblico non avendo finora fatta alcuna cessione di rilievo. Ecco perchè diventa realistica l’ipotesi di trasferire velocemente quote di Eni ed Enel alla Cdp in modo da rispettare il Def senza perdere il controllo pubblico di due asset così importanti, in quanto l’80% della Cassa è in mano pubblica.

Probabilmente la road map del Governo su Eni ed Enel la capiremo dalla Legge di Bilancio che sarà varata dopo l’approvazione del Def entro il 20 ottobre.

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