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Eni a caccia di gas: dall’Egitto tre miliardi di metri cubi in più già nel 2022

Nuovo accordo di Eni con la compagnia di Stato Egas per aumentare le forniture di Gnl verso Italia ed Europa già quest’anno. Un altro passo verso l’indipendenza dal gas russo

Eni a caccia di gas: dall’Egitto tre miliardi di metri cubi in più già nel 2022

Eni a caccia di gas. Dopo l’accordo da 9 miliardi di metri cubi annui firmato in Algeria, arriva l’Egitto ad aggiungersi alla lista dei paesi ai quali l’Italia sta bussando per staccare “il tubo” dalla Russia e mettere in sicurezza il paese da possibili riduzioni o interruzioni improvvise dal gas russo, ma anche per smettere di finanziare indirettamente la guerra mossa da Vladimir Putin contro l’Ucraina. A garantire l’operatività dei patti che il nostro paese sta stringendo all’estero è il cane a sei zampe. Difatti l’accordo ufficiale tra Eni e la compagnia di Stato egiziana Egas, già partner del gruppo in numerosi progetti, mira a promuovere l’esportazione di gas egiziano verso l’Europa, e in particolare verso l’Italia, nel contesto della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Subito dopo Pasqua il premier si recherà anche in Congo e in Angola. Mentre, a maggio, Draghi volerà alla volta del Mozambico con l’obiettivo di portare avanti la strategia di diversificazione energetica. Qui entra in gioco anche la possibilità di stringere accordi per l’energia green.

Eni a caccia di gas: accordo per aumentare le forniture

Il presidente di Egas, Magdy Galal, e il direttore generale Natural Resources di Eni, Guido Brusco, hanno firmato oggi, mercoledì 13 aprile, al Cairo un accordo quadro che consentirà di aumentare la produzione di gas e le esportazioni del gas naturale liquefatto (gnl).

Le parti, spiega una nota di Eni, “hanno convenuto di valorizzare le riserve di gas egiziane aumentando le attività gestite congiuntamente, e identificando opportunità per massimizzare la produzione di gas a breve termine. Eni ottimizzerà inoltre le campagne esplorative nei blocchi esistenti e nelle aree di nuova acquisizione nelle regioni del Delta del Nilo, del Mediterraneo Orientale e del Deserto Occidentale. Questo accordo, insieme a quello firmato per il riavvio dell’impianto di liquefazione di Damietta lo scorso anno, fornirà carichi di Gnl per volumi complessivi fino a 3 miliardi di metri cubi nel 2022 per il portafoglio Eni di gas naturale liquefatto diretto in Europa e in Italia”.

Eni è presente in Egitto dal 1954, dove opera attraverso la controllata Ieoc, ed è ormai il il principale produttore del Paese, soprattutto grazie alla scoperta del giacimento super giant di Zohr. L’attuale produzione equity è di circa 360mila barili di petrolio equivalente al giorno. 

Ma non c’è solo l’Africa nello scacchiere italiano. A rendere più plausibile l’indipendenza dalla Russia c’è anche la possibilità di importare gnl dagli Usa. Il problema però è sempre lo stesso: l’infrastruttura. I rigassificatori non hanno molta capacità aggiuntiva. Attualmente in Italia ne sono in funzione tre che coprono il 20% del fabbisogno annuale di gas. Uno è onshore e si trova a Panigaglia, in provincia di La Spezia, mentre gli altri due sono offshore e sono installati a Rovigo e a Livorno.

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