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Gas algerino: in arrivo per l’Italia 9 miliardi di metri cubi in più

Il premier Draghi e il presidente Tebboune firmano l’intesa sull’energia che passa da Eni e Sonatrach: il primo passo per affrancarsi dal gas russo. Accelerata anche sulle rinnovabili

Gas algerino: in arrivo per l’Italia 9 miliardi di metri cubi in più

Liberarsi del gas russo e interrompere il finanziamento indiretto dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin senza rimanere a secco il prossimo inverno. Questo è l’obiettivo della missione del premier Mario Draghi ad Algeri per diversificare le fonti di approvvigionamento da Mosca con il gas algerino. “I nostri Governi hanno firmato una dichiarazione d’intenti sulla cooperazione bilaterale nel settore dell’energia. A questa si aggiunge l’accordo firmato tra Eni e Sonatrach per aumentare le esportazioni di gas verso l’Italia”, ha detto il presidente del Consiglio dopo la firma dell’accordo sull’energia con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune. “L’Italia è pronta a lavorare con l’Algeria per sviluppare energie rinnovabili e idrogeno verde. Vogliamo accelerare la transizione energetica e creare opportunità di sviluppo e occupazione”, ha aggiunto il premier italiano.

In realtà l’accordo non è risolutivo e difficilmente lo sarà anche nel medio periodo. Certamente è un importante passo avanti. Il viaggio ad Algeri è infatti solo il primo di una serie di incontri nella fitta agenda del premier previsto nelle prossime settimane, con l’idea di accelerare al massimo la diversificazione delle fonti energetiche. “Gli accordi di oggi sono una risposta significativa a questo obiettivo strategico, ne seguiranno altre” al fine “di difendere i cittadini e le imprese dalle conseguenze del conflitto”, ha ribadito Draghi. Dopo la missione per il gas algerino, le prossime tappe sono Congo, Angola e Mozambico – tutti Stati con i quali l’Eni intrattiene, e non da ora, importanti relazioni. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha invece preparato il terreno per nuove intese in Qatar e Azerbaijan. L’obiettivo finale è solo uno: sostituire nel breve termine un terzo del metano russo.

Algeria pronta a “prendere il posto” della Russia nell’import di gas

Con la firma dell’accordo di oggi tra il nostro paese e l’Algeria e a cascata tra Eni e Sonatrach, il Paese magrebino si candida a prendere il posto della Russia come principale fornitore di gas naturale all’Italia. Attualmente da Mosca arrivano 29 miliardi di metri cubi l’anno mentre l’Algeria è al secondo posto. Nel 2021 si sono registrate importazioni per 21 miliardi di metri cubi, il 31% del nostro import, trasportati in Europa via TransMed, il gasdotto che dal deserto del paese Nordafricano, attraverso la Tunisia e il Mediterraneo, porta il gas in Sicilia, a Mazara del Vallo. In funzione dal 1962, la condotta ha una capacità massima di 32 miliardi di metri cubi l’anno, tre volte quella del Tap e poco inferiore rispetto a quello che arriva in Friuli dalla Russia. Con i nuovi accordi si toccherà quota 30 superando dunque la quota russa.

Ma non basta aprire solo un “rubinetto” per avere più gas. Le infrastrutture del Paese africano sono obsolete, bisognose di manutenzione e ammodernamento. In base all’accordo sottoscritto tra Eni e Sonatrach verrà gradualmente aumentata la fornitura algerina già entro l’autunno per raggiungere – spiega il comunicato Eni – 9 miliardi di metri cubi in più nel 2023-24. Le basi dell’intesa sono state gettate nel corso della visita dell’Ad Eni Claudio Descalzi e del ministro Luigi Di Maio lo scorso febbraio. La collaborazione tra il management dei due gruppi ha consentito di chiudere l’intesa in tempi-record. Grazie anche “alla collaborazione stretta e di lunga data tra le due società – fa rilevare la nota Eni – si è riusciti in così poco tempo e con uno enorme sforzo congiunto a firmare questo importante accordo che consolida ulteriormente la partnership tra le aziende e rafforza la cooperazione tra i nostri paesi”.

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