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Energia, SEN: velocizzare le autorizzazioni per le rinnovabili è il primo obiettivo

Nell’anno di avvio della SEN si aspettano i decreti attuativi del Governo che possono rendere finalmente attuabile la semplificazione delle complesse procedure burocratiche per autorizzare la realizzazione di impianti da fonte energetiche rinnovabili

Energia, SEN: velocizzare le autorizzazioni per le rinnovabili è il primo obiettivo

Il 2018 è l’anno in cui la Sen – Strategia Energetica Nazionale – dovrà dare i primi risultati. Dopo mesi di confronto e raccolta di pareri, ci aspettiamo azioni e provvedimenti efficaci. Saranno passi decisivi per accertare il valore delle scelte del governo Gentiloni e l’Italia figura oggi tra i Paesi europei meglio organizzati in materia energetica ed ambientale. L’impatto negativo dell’aumento delle tariffe c’è. Ma è del tutto strumentale agganciarlo alla nuova Sen, come pure si è cercato di fare in questi giorni. Non ci sono ancora i presupposti oggettivi per stabilire in quale misura pagheremo più cari gas ed elettricità. E le elezioni di marzo non possono diventare l’alibi per non fare nulla o – peggio- consegnare un deludente status quo al prossimo Parlamento. Il nuovo orizzonte energetico è tracciato con fondamentali solidi e duraturi.

Anche nel fine 2017 le imprese e gli operatori si sono fatte sentire. Gli va dato atto che ci credono anche se combattono ancora contro il mostro invisibile della burocrazia. Semplificare le procedure autorizzative per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, per esempio, è stato l’ultimo appello lanciato dalle imprese associate all’Anev e ad Elettricità Futura. A cosa potrà servire una visione tanto ambiziosa, se l’eolico soffre e mal sopporta il pesante iter autorizzativo? Non è l’unico settore, sia chiaro. E non scomodiamo qui i rigassificatori, le pipeline, gli elettrodotti.

I ministri Galletti e Calenda hanno fatto del loro meglio, sfidando strumentalizzazioni locali “ma – dice Simone Togni, presidente dell’Anev – la semplificazione autorizzativa è fondamentale per la realizzazione di impianti da fonti energetiche rinnovabili”. C’è ancora da fare. Il sistema si scontra con situazioni che vedono per tali fonti procedure più lunghe e complicate di quelle per le fonti fossili. Sullo sfondo ci sono sempre gli scenari delle conferenze Onu sul clima degli ultimi due anni. All’eolico e al fotovoltaico sono assegnate quote pari ad un terzo della futura produzione italiana. Ottemperare a obblighi internazionali diventa così complicato, se a mettere il freno ci sono norme da integrare e posizioni ideologiche da smontare. Gli imprenditori reclamano, quindi, decisioni rapide per il rinnovamento degli impianti esistenti e per quelli nuovi.

Dicevamo che è un atto di fiducia nella Sen, da rendere concreto, però, con soldi veri e procedure celeri. In fondo non dovrebbe essere complicato se il Ministero dell’Ambiente sostiene di aver dedicato una approfondita istruttoria legislativa e una particolare cura al tema delle semplificazioni quando se ne è discusso in Parlamento. Mancano i decreti attuativi, nei quali sono comunque previsti liste di controllo per verificare ogni istanza con un termine di trenta giorni per decidere. Il confronto, poi, inevitabilmente si sposterà sui territori interessati dagli impianti rinnovabili.

E guarda caso in Puglia – la Regione che più si oppone a molte delle scelte del governo – l’Assoelettrica si è fatta già sentire affinché le disposizioni normative del nuovo decreto di valutazione ambientale si traducano in provvedimenti per il settore. Simone Mori – presidente di Elettricità Futura – in ogni caso sembra ottimista. Non per altro – aggiungiamo noi – perché la Puglia per più di un decennio è stata la Regione italiana con i maggiori investimenti nelle fonti alternative. Nel 2015 la sua produzione da rinnovabili, nel raffronto, superò quella della Cina. Sarebbe un bel colpo se proprio da Bari arrivasse il primo via libera alla velocizzazione delle procedure autorizzative. Roma dovrebbe rincorrere.

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