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Enel, via libera a Grieco e Starace: “Niente carbone tra 15 anni”

L’assemblea approva la conferma del vertice per i prossimi tre anni ma di stretta misura. Il dividendo sale a 18 centesimi e sarà pagato il 24 luglio. Il gruppo sottolinea la svolta verde e conferma la totale decarbonizzazione al 2050 ma la produzione a carbone cesserà prima. Avanti con la fibra, la quotazione di Open Fiber non è in agenda per ora. La sostituzione dei nuovi contatori in Italia partirà in queste settimane

Enel, via libera a Grieco e Starace: “Niente carbone tra 15 anni”

Alla fine di una lunga giornata, l’assemblea di Enel ha confermato giovedì Patrizia Grieco presidente e Francesco Starace amministratore delegato e direttore generale per i prossimi tre anni, in un testa a testa con i Fondi che ha lasciato il Tesoro fino all’ultimo con il fiato sospeso. Sarà il Cda, venerdì ad assegnare le deleghe ma intanto i soci hanno dato il via libera ai nove consiglieri. La lista di maggioranza presentata dal ministero dell’Economia, è stata votata dal 49,98% dei presenti ed è passata per un soffio con uno scarto dello 0,55%. Ne fanno parte, oltre a Grieco e Starace, Alfredo Antoniozzi, Paola Girdinio, Alberto Bianchi, Alberto Pera. La lista di minoranza presentata dagli investitori istituzionali ha ottenuto il 49,43% dei voti, ed è composta da  Angelo Taraborrelli, Anna Chiara Svelto e Cesare Calari.

Si è così evitato di ricorrere alla clausola dello statuto concepita per disinnescare i rischi di impasse qualora la minoranza del capitale, rappresentata dai fondi presenti in forze in assemblea, “scavalchi” il Tesoro. All’appuntamento annuale per l’approvazione del bilancio e del dividendo che sale a 18 centesimi (+12% circa rispetto allo scorso anno) ed è previsto in crescita a 21 centesimi per l’esercizio in corso, si è presentato il  58,78% del capitale con un’affluenza mai raggiunta prima . La parte del leone è del Mef che controlla Enel con il 23,5% e incasserà 430 milioni mentre l’altro socio con partecipazione rilevante (sopra il 3%) è Blackrock con il 5,045% e ne intascherà 91. La redditività delle azioni, ha sottolineato non a caso la presidente Grieco, “è di quasi il 60%” considerando, oltre alla rivalutazione del prezzo (+8% nel 2016) anche il dividendo che andrà in pagamento il 24 luglio. Gli investitori istituzionali hanno in mano il 54% del gruppo dal 42% di fine 2013. Tra i punti all’ordine del giorno anche il piano di incentivazione di lungo termine destinato al management, approvato con il 95% dei voti a favore. Via libera anche alla relazione sulla remunerazione. Quanto basta per festeggiare in Borsa un rialzo del  2,23% a 4,534 euro, “il massimo storico dal 2011”, ha notato Starace.

Il gruppo, in apertura dell’assemblea, ha presentato agli azionisti il bilancio di un anno conclusosi, ha ricordato l’Ad, “centrando tutti i target che ci eravamo prefissati: l’Ebitda ha superato 15 miliardi di euro e il trend migliorerà nel prossimo triennio. L’utile netto ordinario è stato pari a 3,2 miliardi e abbiamo migliorato la nostra capacità di generazione di cassa”. La capitalizzazione, ha aggiunto Grieco, “è salita da 30 a 45 miliardi in tre anni e Enel si conferma la piu’ grande utility integrata a livello europeo”. Ma oltre ai consuntivi sul bilancio, l’assemblea è stata il momento per tirare le somme sulla svolta nelle rinnovabili e gli impegni per la decarbonizzazione e per la sostenibilità più in generale, elementi sui quali hanno insistito molti degli interventi dei piccoli soci. Oltre che sui programmi di Open Fiber e sulle strategie per la liberalizzazione slittata al 2019, dopo l’approvazione definitiva del Del Concorrenza. Nel 2017 il vertice andrà avanti con la riorganizzazione delle partecipazioni in Sud America, puntando a “ridurre il numero delle società esistenti del 50%”. Previsto a settimane l’avvio della sostituzione dei contatori digitali in Italia.

ZERO CO2 DAL 2050, ADDIO AL CARBONE ENTRO 15 ANNI

“Tra 10-15 anni non avremo più centrali a carbone”, ha detto Francesco Starace, confermando che “nel 2050 la produzione elettrica di Enel non utilizzerà più combustibili fossili”, quindi né gas ne tantomeno carbone. La discesa è già iniziata e la produzione termica è passata da 86 a 72 Terawattora lo scorso anno a livello globale; in Italia il calo è stato anche più significativo (-22%). Resta il fatto che il gruppo può contare al momento su un parco di centrali termiche di circa 47.000 Megawatt e anche se la sostituzione con fonti rinnovabili procede al ritmo di +2.000 Megawatt l’anno, occorrerà un po’ di tempo per completare la trasformazione.
In Spagna gli impianti a carbone di Teruel e Compostilla chiuderanno entro il 2020, ha precisato Starace rispondendo agli azionisti iberici mentre le altre tre centrali (Litoral de Almeria, Puentes e Alcudia) “continueranno a funzionare” e “investiremo 300 milioni”.

COLOMBIA E DIRITTI UMANI

Molte sono state le domande di azionisti e di organizzazioni sulla Colombia. Starace ha precisato che “è stata interrotta la fornitura di carbone dal distretto di Cesar e non c’è alcun contratto in essere”. Sull’eventuale violazione di diritti umani nelle miniere di carbone dell’area, l’Ad ha precisato che sono stati fatti due audit sulla gestione di due passati fornitori, che non sono state riscontrate violazioni ai diritti umani ma ha aggiunto di non poter escludere che ci siano state in passato.

OPEN FIBER NON SI QUOTA

Il piano per la fibra ottica va avanti (3,9 miliardi) e Enel conta di realizzare prospettive molto importanti per settore ma “una quotazione di Enel Open Fiber non è in agenda per ora”. Bologna, Perugia, Torino sono già state completate, Venezia è entrata in esercizio e la prossima settimana altre 70 città entreranno in produzione. Il rendimento, tra 11 e 12% nelle zone A e B (in concorrenza con gli altri operatori), “è di tutto rispetto per un’infrastruttura” non a rischio come quella in corso di realizzazione. Starace ha escluso possibilità di integrazione con Tim: “Offriamo a tutti la nuova rete, anche a Tim se vorrà”.

LIBERALIZZAZIONE AL 2019, NON E’ NEGATIVO

Tutto sommato il rinvio al 2019 del passaggio definitivo al mercato libero dell’energia “è positivo, va nella direzione di non creare disagio a 22 milioni di famiglie che hanno deciso di non scegliere finora”. In pratica, più tempo a disposizione per capire e scegliere. Ma anche più tempo per definire come dovrà avvenire il passaggio in mare aperto dei consumatori in carico attualmente ai vari operatori: un nodo non ancora sciolto, per un mercato che vale circa 15 miliardi di euro l’anno, corrispondenti alla vendita di 70 miliardi di kilowattora.

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