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Enel accelera su digitale e dividendo. E dal mercato libero 11 milioni di clienti in più

Il gruppo ha presentato l’aggiornamento del piano strategico 207-19 a Londra. In crescita tutti i target. Con la liberalizzazione in aumento il numero dei clienti liberi e dell’elettricità venduta. E sul referendum Starace afferma: “Escluso impatto sul nostro settore”. Smentito l’interesse per l’Eni. “Endesa non è in vendita”. Per la Russia arrivate offerte.

Enel accelera su digitale e dividendo. E dal mercato libero 11 milioni di clienti in più

Enel punta un gettone di 4,7 miliardi di investimenti sul digitale: reti, contatori intelligenti, fatture online, cloud. E ne fa uno dei volani per la crescita dei prossimi anni. I clienti, business o retail, saranno la parte attiva di questo cambiamento da cui il gruppo si aspetta un miglioramento di 1,6 miliardi dell’Ebitda tra il 2017 e il 2019. Tanto che l’utile netto ordinario è atteso in crescita a 4,7 miliardi a fine periodo (+14%).

Ma non ci sono solo i dati del piano strategico aggiornato sotto i riflettori degli investitori a Londra. Le domande degli analisti riguardano anche temi politici come le conseguenze del referendum costituzionale italiano, l’impatto delle elezioni Usa, la maggiore liberalizzazione del mercato elettrico in Italia (se la legge sarà approvata) per metà 2018 e Sud America.

Per rispondere e rilanciare le proprie strategie che hanno fatto volare il titolo a Piazza Affari, l’Ad Francesco Starace, affiancato nella City dal Cfo Alberto De Paoli, ha schierato tutti i top manager delle divisioni. Forte l’attenzione sull’America Latina (Luca D’Agnese) e sull’Italia (Carlo Tamburi).

Referendum e Trump

“Cosa succederà se prevarrà il “No” al referendum e il Movimento 5 Stelle rafforzerà la sua posizione?”, è stato chiesto. “Nulla di sostanziale, non prevediamo un terremoto sul quadro normativo a seguito del referendum qualunque sia l’esito”, ha risposto Starace. Visto dalla Strategy Markets Presentation, il timore è che possano cambiare le regole del settore energetico. Ma Starace non si aspetta contraccolpi “relativi al settore dell’energia. I cambiamenti normativi sono stati già introdotti, c’è già stata la rinegoziazione delle tariffe di distribuzione con l’Authority. Ed è stato raggiunto un accordo sulla remunerazione dei contatori intelligenti e una soluzione per il transito al mercato libero. Restano da stabilire le norme di dettaglio per il passaggio dopo giugno 2018 e altri aspetti in sospeso come quelli sul capacity payment”, ha aggiunto Starace.

 “Endesa non è in vendita” ha nuovamente confermato il Ceo mentre per la Russia “possiamo confermare – ha aggiunto – che per l’impianto di Reftinskaya c’è stato un interesse da più parti e ci sono state offerte non richieste per tutto il perimetro di Enel Russia ma non abbiamo ancora deciso di uscire dalla Russia, aspettiamo di vedere come procede la gara”. 

Quanto al cambio dell’amministrazione Usa con Donald Trump, anche in questo caso “non ci aspettiamo rivoluzioni. Siamo presenti con investimenti in Stati a maggioranza repubblicana e non prevediamo scossoni: gli Usa hanno affrontato in modo molto valido la transizione verso un sistema low carbon e siamo curiosi di vedere come ora si muoverà l’amministrazione Trump”. Quanto alla liberalizzazione, il gruppo Enel conta di acquisire 11 milioni di clienti in più sul mercato libero per effetto della fine del mercato regolato in Italia e di un avanzamento dell’apertura in America Latina. Di questi, il grosso è in Italia dove si punta su 9 milioni di clienti liberi in più entro metà 2018 mantenendo così complessivamente la quota di mercato stabile al 50% già acquisito oggi. La conseguenza sarà un aumento delle vendite di elettricità da 213 a 293 miliardi di chilowattora.
Infine il gossip sulle nomine: se qualche voce accredita Starace in corsa per l’Eni, “non sono interessato alle altre aziende” risponde il diretto interessato.

Pay out e dividendo minimo

Con queste premesse il gruppo Enel ha annunciato a Londra un aumento del pay out dal 55 al 65% nel 2017 e dal 65 al 70% nel 2018 e 19, con dividendo minimo a 21 centesimi a partire dal prossimo esercizio. “La nostra strategia è solida, abbiamo raggiunto e superato i nostri precedenti target e questo ci consente migliorare il ritorno per gli azionisti”, ha detto Starace.

La nuova cedola si confronta con i 18 centesimi di quest’anno e con i 16 dell’esercizio 2015. Ma la remunerazione degli azionisti passa anche da un nuovo piano di buy back di azioni proprie da 2 miliardi. L’opzione sarà presentata all’assemblea annuale degli azionisti di Enel nel 2017. Le altre novità annunciate riguardano l’incremento da 6 a 8 miliardi della gestione attiva del portafoglio con nuove dismissioni per 3 miliardi. Il gruppo intende reinvestire profitti per 4,5 miliardi di euro con un programma che privilegia da un lato il riacquisto di minorities in America Latina (2 miliardi incluso l’eventuale buy back da sottoporre agli azionisti), e dall’altro acquisizioni di piccole aziende nelle reti (altri 2 miliardi). I restanti 500 milioni sono destinati a finanziare nuovi investimenti per la crescita. 

Dal digitale risparmi per gli investimenti

L’accelerata sul digitale (il 70% della produzione elettrica sarà digitalizzato) porterà 500 milioni di risparmi aggiuntivi complessivi, principalmente attraverso una riduzione dei costi operativi. Solo dalla fatturazione online, ha precisato Carlo Tamburi direttore della Country Italia, si attende un calo dei costi del 13% e 200 milioni di risparmi. L’Ebitda italiano è previsto in crescita del 14%.

Il piano di investimenti complessivi è di 20,9 miliardi tra il 2017 e il 2019, in linea con il precedente piano. Enel investirà il 26% in più nelle reti mentre gli investimenti nelle rinnovabili scendono a 5,2 miliardi, in calo del 29%. Questo nonostante la prevista realizzazione di una capacità aggiuntiva di 6,7 GW nei prossimi tre anni che si avvarrà del modello ‘BSO’ (‘build, sell and operate’) a minore intensità di capitale.

Ma è con i nuovi servizi digitali, tradizionali e on demand, che il gruppo si attende un forte aumento dell’Ebitda nel segmento retail globale pari a 3 miliardi (+20%).

I target già centrati

Confermato l’Ebitda per il 2016, “il 90% di quello relativo al 2017 è già stato realizzato. Sono state realizzate cessioni per 4 miliardi in 2 anni, con un pay out passato dal 40% al 60% e un dividendo per azione in crescita del 30% circa rispetto al 2014”. Francesco Starace ha definito “straordinari” i risultati e spiegato così la revisione in rialzo dei nuovi target. La Borsa approva e le azioni sono in rialzo del 3% a un’ora dalla chiusura.

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