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Enea: un’analisi dei costi delle varie fonti energetiche. L’impatto ambientale pesa sempre di più

Lo studio elaborato da Andrea Fidenza e Carlo Manna per l’ufficio studi di Enea evidenzia come sono diversi i fattori che, a seconda dalla fonte utilizzata, determinano “la velocità con cui una tecnologia entra sul mercato e diventa sempre più competitiva dal punto di vista economico”. In quest’ottica acquisisce sempre più importanza il profilo ambientale.

Enea: un’analisi dei costi delle varie fonti energetiche. L’impatto ambientale pesa sempre di più

Tutte le tecnologie di generazione energetica, nel periodo che va dalla fase sperimentale alla condizione di maturità, subiscono “una progressiva diminuzione dei costi che si riflette sul costo dell’energia prodotta”. Sono diversi i fattori che, a seconda della fonte utilizzata, influenzano il tasso di apprendimento tecnologico, cioè “la velocità con cui una tecnologia entra sul mercato e diventa sempre più competitiva dal punto di vista economico”. I costi di investimento non rappresentano, infatti, l’unica spesa in quante ve ne sono altre, di tipo fisso o variabile, che vanno sostenute. E’ da questo ragionamento che trae spunto dall’analisi elaborata da Andrea Fidenza e Carlo Manna per l’ufficio studi dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea).

Tra le varie voci di spesa ci sono il costo del carburante, i costi di O&M, i costi legati alle emissioni di CO2 e infine quelli del decommissioning dell’impianto stesso. Esse pesano in maniera diversa a seconda della tecnologia usata e la loro somma, lungo tutto il ciclo della struttura, costituiscono il “costo complessivo che concorre alla formazione di costi di generazione di una unità di energia”.

Nel settore elettrico, per confrontare il costo di generazione da fonti diverse, “viene calcolato, in base ad una metodologia riconosciuta a livello internazionale, il cosiddetto Levelized Cost Energy (Lcoe), cioè il costo di produzione di 1 kW elettrico. Esso viene calcolato essenzialmente come il rapporto tra il valore attualizzato della sommatoria delle uscite di cassa e il valore attualizzato della produzione elettrica nell’arco di vita utile dell’impianto”.

Altri elementi che incidono sul costo di generazione elettrica sono un aumento dei costi di costruzione e un allungamento dei tempi di realizzazione di un impianto. Su entrambi i fronti, le fonti più esposte a un aumento del Lcoe sono soprattutto il nucleare, il fotovoltaico e l’eolico. Un’altra variabile che condiziona il livello del Lcoe è rappresentata dal fattore di carico, cioè “il rapporto tra la produzione elettrica di un impianto e il massimo teorico che potrebbe essere prodotto in un determinato periodo di tempo”. Una diminuzione della quantità di energia prodotta incide di più sul costo delle tecnologie che presentano una prevalenza di costi fissi e meno nel caso di tecnologie a gas dove circa il 70% del costo di generazione dipende dal combustibile.

Le scelte energetiche producono anche un consistente impatto sotto il profilo ambientale e sociale. Gli effetti sulle risorse naturali possono avere infatti “conseguenze indirette sulla salute delle popolazioni, sulla conservazione dell’ecosistema e, infine, anche sulla sicurezza alimentare”. E’ per questo che, negli ultimi anni, si sta registrando un forte sviluppo delle fonti di energia rinnovabile di tipo non tradizionale, “che è proseguito anche nel 2010 segnando un nuovo record di 211 miliardi di dollari di investimenti a livello globale e segnando una crescita del 32% rispetto all’anno precedente”. L’avanzata di questi settori è dovuta alle enormi potenzialità di sviluppo nel medio e lungo termine e “da una rapida diminuzione dei costi delle tecnologie, soprattutto di quelle nuove”.

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