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Elon Musk non finisce di stupire: alla sbarra per bonus 56 miliardi a Tesla, a Twitter continua a licenziare

Si apre nel Delaware il processo a Elon Musk per Tesla. Gli azionisti chiedono 56 miliardi, lui replica: il titolo ha moltiplicato il valore 10 volte. E su Twitter impazza l’ultimo licenziamento del tycoon

Elon Musk non finisce di stupire: alla sbarra per bonus 56 miliardi a Tesla, a Twitter continua a licenziare

“Abbiate ‘pazienza: ho troppa roba nel piatto”. Bontà sua. Lunedì , rivolgendosi via streaming al vertice del B20 in Indonesia Elon Musk, camicia hawayana e bermuda, si è lasciato scappare che dirigere Tesla più la rete di satelliti Starlink, più le imprese spaziali di Space X e decine di controllate del calibro di Solar City è davvero tanto, se non troppo pure per lui. Nonché, naturalmente Twitter. Il social network che ha deciso di rivoltare come un calzino nel giro di settimane. Con il machete, più che con la delicatezza richiesta per un uccellino.  

Elon Musk va a processo per Tesla: in ballo incentivi per 56 miliardi

 Un’ammissione che probabilmente gli verrà rinfacciata oggi in aula da Kathaleen McCormick, il magistrato del Delaware che lo interrogherà a proposito della causa intentata da tal Richard Tornetta, l’azionista di Tesla che contesta le opzioni troppo generose che la società delle auto elettriche ha concesso a Musk nel 2018. “Dati i suoi impegni – chiederà il giudice – come ha fatto a dedicare a Tesla tutte le attenzioni che giustificano i suoi compensi?”. Si parla della bellezza di 56 miliardi di dollari, perché a tanto ammonta il pacchetto di incentivi che il board di Tesla ha garantito nel 2018 a Musk che all’epoca controllava il 22% del capitale. Un capitale che ha consentito al tycoon, che non percepisce stipendio da Tesla (perché arricchire il fisco?),  di finanziare la sua impresa spaziale.  

C’è grande attesa per la deposizione di Musk davanti alla stessa giudice che l’avrebbe probabilmente condannato se non avesse tenuto fede alla promessa di acquisto di Twitter per 44 miliardi di dollari. Per carità. Come è emerso dalle testimonianze di Ira Ehrenpreis e di Todd Maron, all’epoca due membri del board della casa automobilistica, Musk può opporre all’accusa solidi argomenti: A partire dal fatto che, da allora, il titolo Tesla ha moltiplicato il valore di dieci volte. Ma restano le pressioni esercitate sul board per garantirsi un voto favorevole. E quella promessa da marinaio del marzo 2017: “Prometto – recita una missiva recapitata al cda – che per tutta la vita dedicherò a Tesla la maggior parte delle mie attenzioni”. 

Elon Musk, non c’è solo Tesla: le promesse da marinaio del tycoon più originale

Promesse da marinaio, si diceva. Ma Elon super Musk non può essere giudicato con il metro delle persone normali. Anche perché una ne fa, cento ne pensa. Un esempio? Nel già citato discorso al B20, il miliardario, per eliminare le code del traffico, ha anticipato un progetto per realizzare i razzi e i tunnel per la mobilità del futuro. Ma la sua “the Boring Company”, la creatura dell’impero creata per sconfiggere il traffico “che mi fa impazzire”, ha trovato per ora più difficoltà del previsto. E così il tunnel inaugurale del fantascientifico Hyperloop (1,6 chilometri per 3,6 metri di larghezza) costruito a Hawthorne, in California, è stato demolito e sarà sostituito da posti auto per i dipendenti di Space X.

Insomma, fantasia e risorse economiche non mancano al tycoon più irriverente e disinvolto dell’economia globale, che non rinuncia a dir la sua via Twitter in pratica su ogni argomento. Compresa la crisi del Bitcoin: la criptovaluta su cui Musk ha fatto profitti d’oro, ha detto, si riprenderà. Nel frattempo, il consiglio è di acquistare DodgeCoin, la valuta del tutto virtuale che vanta, come unico asset, la promessa di sbarcare con Musk su Marte, come assicura lui stesso.

Su Twitter impazza l’ultimo licenziamento

Prima di fuggire su Marte, però, occorre affrontare un’impresa degna di un marziano: fare di Twitter la voce della muova società, così come dice di intenderla lui: un media profittevole capace di garantire la libertà di parola senza censure. Peccato che, per ora, oltre a licenziare metà della forza lavoro, Musk sia già incorso in diversi infortuni, lasciando spazio alle fake news, mentre il progetto di creare un’area a pagamento per gli utenti è naufragata miseramente. Così come l’ambizione di garantire la libertà di parola. Altra promessa da marinaio: a farne le spese è stato l’ingegner Eric Fronhoefer, un tecnico che ha avuto l’ardire di spiegare via tweet a Musk che le innovazioni introdotte su Android erano un errore. La risposta? Licenziato in tronco.

 

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