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Elliott, Kkr, Cerberus, Amber: ecco i piani dei fondi esteri in Italia

Kkr vorrebbe acquistare la Magneti Marelli da Fca – Dopo la conquista della maggioranza di Tim e del Milan, il fondo Elliott fa tremare il mondo della finanza – Cerberus punta soprattutto sull’acquisto degli Npl delle banche ma tiene d’occhio Alitalia mentre Amber vuol dare battaglia nella Popolare di Sondrio

Elliott, Kkr, Cerberus, Amber: ecco i piani dei fondi esteri in Italia

L’ultima notizia riguarda la Magneti Marelli e chiama in causa il fondo americano Kkr, quello che trent’anni fece scalpore con la più grande operazione di leverage buyout degli anni Ottanta conquistando Nabisco, il colosso di cookies e snack del New Jersey. Oggi molti investitori internazionali, per nulla convinti della politica economica del Governo Cinque Stelle-Lega, sono propensi ad abbandonare l’Italia o a ridurre la loro presenza. L’hanno già fatto nei mesi scorsi vendendo a piene mani i Btp e suscitando mille apprensioni nel ministro del Tesoro. Ma non è un processo a senso unico: per fondi che se ne vanno, altri continuano a tenere l’Italia e le sue imprese sotto tiro e ogni volta che si muovono i fondi attivisti, quelli che non puntano solo a investire in una società ma anche a ristrutturarla e cambiare governance, il mondo degli affari trema.

KKR

Malgrado Kkr sia considerato da tutta la comunità finanziaria un fondo molto aggressivo, la sua attenzione per Magneti Marelli, l’azienda di componentistica del gruppo Fca che già il compianto Sergio Marchionne pensava di mettere sul mercato, non è tra i casi che suscitano allarme. Anzi, il contrario: Kkr vuol comprare per 6 miliardi la Magneti attraverso la giapponese Calsonic Kansei e Fca è pronta a trattare ma sul tavolo di John Elkann ci sono anche altre alternative e, alla fine, tutto dipenderà dal prezzo.

ELLIOTT

Semmai qualche brivido, in questa torrida estate, hanno suscitato le voci che, malgrado le smentite, attribuiscono al fondo americano Elliott l’intenzione di entrare in Mediobanca con l’occhio alla sua preziosa partecipazione in Generali, soprattutto dopo che l’ad di Unicredit Jean-Pierre Mustier non ha sciolto le riserve sul rinnovo o sull’uscita del suo gruppo dal patto di sindacato di Piazzetta Cuccia.

Ma la determinazione di Elliott – che quest’anno ha lanciato in Europa ben 10 operazioni che valgono il 30% del mercato – s’è vista in primavera quando ha rapidamente scalzato Vivendi dalla guida di Tim e ha cambiato la maggioranza del colosso telefonico, salvo ridurre la sua partecipazione con un complesso sistema di call e put, del quale la stabilità di Tim continua a farne le spese, con perdite non irrilevanti dei piccoli soci. E non c’è da meravigliarsi che il nuovo tonfo di ieri in Borsa di Tim sia da mettere in relazione ai continui movimenti che investono il suo capitale e anche alle indiscrezioni che spingerebbero Elliott alla resa dei conti con l’ad Amos Genish per sostituirlo con Luigi Gubitosi, che è già nel cda della compagnia telefonica.

Ma, dopo il successo in Tim, Elliott – che non ha smentito le voci circolate sul mercato a luglio di uno suo presunto interesse anche per il colosso britannico delle tlc, Vodafone – s’è fatto conoscere dal grande pubblico italiano quando, nelle scorse settimane, ha preso in mano le redini del Milan, subentrando allo squattrinato e inaffidabile cinese Li, che ha perso un sacco di soldi, e portando alla presidenza del club calcistico una vecchia volpe come Paolo Scaroni, già ad di Enel prima e di Eni poi.

CERBERUS

Più tranquillo ma non per questo meno dinamico è invece l’orizzonte del fondo americano Cerberus, nel quale da qualche mese è entrato con un importante ruolo di senior advisor per l’Europa l’ex direttore generale di Unicredit, Roberto Nicastro. In una recente intervista al Sole 24 Ore, Nicastro ha confermato che l’attenzione principale di Cerberus va al mercato degli Npl, di cui il fondo è il maggior acquirente in Europa, ma anche alle banche (specie in vista di un loro ulteriore consolidamento anche in Italia) e perfino alle compagnie aeree. Ci sarà un ritorno di fiamma per Alitalia per la quale Cerberus è già stato in cordata con Air France e Easyjet? “Cerberus – ha dichiarato Nicastro – ha al suo attivo la ristrutturazione di Air Canada, che poi è stata rivenduta e quindi conosce bene il settore. Su Alitalia valuteremo assieme al consorzio quando ci sarà chiarezza sulla nuova procedura”.

AMBER

Una presenza attiva in Italia è anche quella del fondo Amber, fondato dal finanziere franco-armeno Joseph Ourghourlian, che dopo la battaglia in Parmalat e in Ei Towers, oggi concentra le sue mire sulla Banca Popolare di Sondrio, dove ha una quota del 5% e dove spera di giocare un ruolo meno marginale in occasione della trasformazione in spa.

Per i fondi attivisti e per la finanza italiana si annuncia dunque un autunno caldo  e presto se ne vedranno delle belle.

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